Rocca Leonella – Piobbico (PU)
Cenni Storici
Rocca Leonella, all’inizio chiamata solo Rocca o Rocchetta, si trova sulle pendici nord-orientali del Monte Nerone, poco lontano da Piobbico (PU); nacque come feudo dei Brancaleoni signoria di Piobbico che la edificarono su uno sperone a picco sul fosso dell’Eremo di Morimondo per proteggere la stessa Piobbico e sorvegliare un valico che conduceva a sud verso la cittadina di Cagli.
Dubbia è l’origine di questa famiglia, si presume longobarda o germanica; a sostegno dell’ultima ipotesi ci potrebbe essere l’investitura del feudo al primo Brancaleoni che poteva forse averla concessa l’imperatore sassone Ottone I alla conclusione della campagna d’Italia contro Berengario II ribelle re d’Italia arroccato a San Leo; Ottone I in quell’occasione (962/63) concesse ai suoi fidi diversi feudi.
Altra ipotesi è che i Brancaleoni potevano essere stata una famiglia nobile locale di origine longobarda la quale non avendo combattuto contro i Franchi quando questi sconfissero l’ultimo re longobardo Desiderio (774), per la fedeltà dimostrata si era vista confermare dai Vicari franchi di Carlo Magno i quarti di nobiltà longobardi già posseduti.
Sono solo ipotesi non confermate da documenti quindi la storia resta vaga.
Altrettanto poco si sa sulla storia di questa fortificazione, le uniche notizie storiche furono quelle raccolte da Costanzo Felici, medico vissuto nel ‘500 il quale si meravigliava di come un luogo tanto impervio potesse ospitare un così gran numero di famiglie.
Infatti, seppur fosse collocata su un territorio piuttosto ostile, viene descritta come brulicante di vita fino ad un periodo che si spinge ben oltre il medioevo, tanto che nella sua storia giocò un ruolo da attore protagonista piuttosto che da pura difesa.
Ma veniamo alle sue origini; come si è detto Rocca Leonella fu il primo possedimento della nobile famiglia dei Brancaleoni (deve il nome a Lionello Brancaleoni, che l’abitò nel XV° secolo), cosa che si evince dai canoni d’affitto pagati dai componenti la celebre casata ai religiosi della Cattedrale di Cagli già nel 1107.
Nel corso del tempo assunse un ruolo di potere, tanto che nel 1287 la comunità del luogo era abbastanza determinata e potente da scendere fino Cagli e, con il benestare del Signore d’Urbino, ebbe anche la forza di distruggere il paese.
Stessa sorte toccò alla blasonata Senigallia, che nel 1331, fu razziata da un manipolo di cavalieri provenienti da Rocca Leonella i quali predarono oltre settemila capi di bestiame.
Rocca Leonella prosperò fino al 1517, anno in cui la sua fortificazione principale venne abbattuta da Lorenzino de’ Medici, e al Signore del luogo, Federico Brancaleoni, toccò la fine tragica della decapitazione, esecuzione derivante dalla falsa accusa mossagli contro dai conquistatori: quella di aver battuto moneta.
Solo l’abitato fu risparmiato dalla demolizione che invece interessò tutta la parte fortificata posta in alto che venne radicalmente rasa al suolo.
L’area abitata è sopravvissuta nei secoli a seguire, infatti durante il Regime Napoleonico che divise l’ampio territorio in tre Comuni (Apecchio, Cagli, Cantiano e Ville) Rocca Leonella venne appodiata a Cagli e nel 1816 contava la bellezza di 203 abitanti.
Un altro rilevamento del 1827 ne conta altrettanti.
Va ricordato che il terremoto del 3 giugno 1781 che colpì l’Appennino marchigiano centro-settentrionale, ebbe i massimi effetti più distruttivi nel territorio di Cagli e fra i paesi che subirono gli effetti più devastanti ci fu proprio Rocca Leonella che fu distrutta quasi totalmente.
Aspetto
La distruzione di Lorenzino de’ Medici determinò la fine della Rocca che da quel momento non venne più ricostruita e ai giorni nostri non ne resta traccia se non scarsi brandelli di muri appena visibili posti sulla cima dello sperone.
Sotto di esso invece ancora è visibile il rudere di un antico fabbricato con accanto una cisterna per la raccolta delle acque, edificio che nel corso dell’ultimo secolo fu adibito a cabina elettrica.
Ancora più in basso dove insisteva il nucleo abitato restano in piedi fabbricati fatiscenti ancora utilizzati come rimessa attrezzi per uso agricolo e forestale; qualche edificio è stato restaurato ma di nuovo abbandonato.
In buono stato invece, perché oggetto di un severo restauro, è la chiesa trecentesca di San Lorenzo, ancora officiata e raramente aperta, è fruibile solo in occasione della festa del Santo che ricorre il 10 agosto.
Fonti documentative
https://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/comuni-del-bacino/scheda/10682.html
https://versacrumricerche.blogspot.com/p/ripartizioni-territoriali-nella-zona-di.html
Mappa
Link alle coordinate: 43.578791 12.542666