Castello di Ferentillo – (TR)
Cenni Storici
Il territorio ove sorge Ferentillo era paludoso e impervio, ricco di vegetazione selvaggia e rigogliosa che ricopriva interamente le pendici delle colline, fino alle zone in basso, malsane.
È abitato da lungo tempo, la presenza romana nel luogo è testimoniata oltre che dai prediali Nicciano, Ampognano, Leazzano anche dal ritrovamento di un cippo votivo con iscrizioni nei pressi dell’abbazia di San Pietro in Valle ed ivi conservato, risalente al periodo repubblicano.
Le origini di Ferentillo risalgono al secolo VIII, secondo la tradizione fondato da Liutprando nel 740 e per molti secoli la sua storia è legata a quella dell’Abbazia di San Pietro in Valle.
Di poco più tarde sono le rocche di Precetto e Matterella, sorte, insieme ai vicini castelli di Monterivoso e Umbriano, a difesa dell’Abbazia.
Tra il XII e XIV secolo si sviluppò il borgo di Ferentillo, intorno all’antica pieve di Santa Maria.
Ferentillo divenne un piccolo stato nel 1484, grazie a papa Innocenzo VIII Cybo, che ne nominò primo signore il suo figlio naturale, regolarmente legittimato, Franceschetto Cybo.
Franceschetto fu poi nominato anche governatore dell’abbazia di San Pietro in Valle, presso Ferentillo. Sposò Maddalena de’ Medici, figlia di Lorenzo il Magnifico e sorella di papa Leone X: tra i suoi figli, Caterina, duchessa reggente di Camerino e Lorenzo.
Questi, alla morte del padre, per indigestione a un pranzo offerto dal re di Tunisi Mulah Mohammed, gli succederà a Ferentillo con il titolo comitale e si unirà in matrimonio con Ricciarda Malaspina, marchesa di Massa: la loro prole inaugurerà il ramo Cybo-Malaspina.
Lorenzo, famoso per il ritratto che gli fece, nel 1524, il Parmigianino, risiedette quasi sempre a Roma, suscitando le ire della moglie, che gli revocò la coreggenza di Massa e Carrara: quasi dimenticò la contea in Valnerina, governata da un vicario, se non per imporre ai ferentillesi una quota per offrire un sontuoso dono alla sorella Caterina che vi transitava per raggiungere Camerino, dove avrebbe sposato il duca Giovanni Maria Varano.
Nel 1549 la morte del padre Lorenzo e la precedente tragica fine del fratello Giulio I Cybo-Malaspina, seguita dalla scomparsa di Ricciarda, agevolò la successione in tutti i feudi di famiglia ad Alberico I Cybo-Malaspina, uomo capace e lungimirante, grazie al suo mecenatismo Ferentillo acquistò importanza non solo dal punto di vista culturale ma anche socio-politico.
Il 23 luglio 1619 il papa Paolo V conferì ad Alberico il titolo di duca.
Il nuovo reggente fece del borgo un’autentica entità territoriale autonoma dallo Stato Pontificio e dall’aggressività dei governanti di Spoleto.
Fece costruire nuove chiese e palazzi e dotò il feudo, nel 1573, dello Statutum Status Ferentilli, ripartito in cinque sezioni e rivisitato, nel 1579, dal giureconsulto di Pontremoli Pietro Cavalli, in qualità di commissario generale e suo rappresentante, garantendo l’indipendenza del territorio da ogni interferenza sia ecclesiastica che spoletina: un principato libero e sovrano.
Deceduto Alberico I, nel 1623, gli subentreranno altri cinque Cybo-Malaspina che si occuperanno poco di Ferentillo.
Alderano I, nel 1730, vendette l’avito feudo, per 16.500 scudi d’oro romani, al nobile Niccolò Benedetti, cui seguiranno i Benedetti – Montevecchio di Fano: i loro eredi ancora oggi si fregiano del titolo di duchi di Ferentillo.
Nel 1799, con l’avvento dei francesi, i due castelli furono uno dei caposaldi delle sommosse degli Insorgenti.
Truppe di Spoleto giunsero in soccorso, ma subirono una disfatta a Colleponte e per questo affronto la repressione dei francesi fu violenta tanto che Ferentillo fu costretta a pagare una gabella di 7000 scudi.
Durante il periodo napoleonico entrò a far parte del Dipartimento del Trasimeno, Circondario del Trasimeno.
Nel 1847 papa Pio IX consegnò Ferentillo alla famiglia francese Montholon, conferendogli il titolo di “principi di Umbriano e di Precetto“.
Al momento dell’Unità d’Italia, nel 1860, Ferentillo divenne comune ed ebbe un sindaco, dapprima di nomina regia, poi eletto da parte del consiglio comunale.
Con il regime fascista fu abolito il sistema elettivo e, dal 1926, fu istituito un podestà di nomina regia che assommava in sé le funzioni esercitate dagli organi amministrativi di origine elettiva e quelle del sindaco in qualità di ufficiale di governo.
Caduto il regime fascista, il R.D. 4 aprile 1944 n. 111, ripristinò il sindaco e la giunta municipale, attribuendo al prefetto il compito di provvedere temporaneamente alla nomina del sindaco e degli assessori, in attesa di poter indire le elezioni per la ricostituzione delle amministrazioni locali.
Con il decreto legislativo luogotenenziale del 7 gennaio 1946 n. 1, come in tutti i comuni italiani, venne ricostituita l’amministrazione su base elettiva.
Oggi i due castelli sono tornati di proprietà del comune di Ferentillo.
Con i due castelli abbarbicati sulle pendici dei monti Gabbio e Sant’Angelo, separati dal fiume Nera, ancor oggi Ferentillo conserva le affascinanti atmosfere dei due antichi borghi medievali, splendide gemme incastonate in una natura contaminata solo dal verde degli ulivi.
Rocca di Matterella
Tra i due nuclei abitativi che costituiscono l’abitato di Ferentillo, il più antico è Matterella, sorto ai piedi del vecchio castello avente al centro il cassero quadrato e bastioni cilindrici.
Il borgo originario, risalente al 1200 circa, si adagia sulla costa rocciosa e scoscesa del Monte Gabbio con un intrico distrette vie gradinate che scendono dal cassero e collegano tra loro le antiche case in pietra fino a valle, seguendo la tormentata morfologia della montagna.
All’interno del borgo è di notevole interesse la chiesa di San Giovanni Battista nata contemporaneamente al castello per consentire le pratiche devozionali alle genti che lo abitavano.
Palazzo Silvani-Loreni, affacciato su Piazza Garibaldi, è disposto su tre livelli.
Vi si accede tramite un imponente scalinata la quale immette in un atrio che divide il giardino dal piano nobiliare.
Il salone di rappresentanza, enorme negli spazi presenta il soffitto a cassettoni ed un ciclo di affreschi rinascimentali ancora ben conservati.
Eccezionale è la raccolta libraria custodita nella biblioteca e la collezione di armi esposte nella omonima sala.
Fu la sede governativa e legislativa fino al XVII secolo.
Di fronte al Palazzo Comunale si trova il Complesso Cybo, un imponente caseggiato una volta sede di funzionari e religiosi che da piazza Garibaldi si estende quasi fino alla chiesa di Santa Maria.
Sul lato esposto verso Via della Vittoria si può ammirare un affresco rappresentante lo Stemma della Famiglia Cybo-Malaspina.
Più avanti sorge l’antica Collegiata di Santa Maria.
Lungo la vecchia strada per San Mamiliano e Spoleto si trova l’antico Convento di Santo Manno, fino al XVIII secolo era occupato da una comunità di Frati Minori Osservanti, ora è trasformato in abitazione privata e non visitabile.
Rocca di Precetto
Precetto, tipico castello di pendio, ha forma triangolare, con al vertice una torre pentagonale di vedetta.
Arroccato sul pendio di Monte Sant’Angelo, la parte più antica ancora oggi rimane circondata dal fitto bosco e dalle mura difensive,merlate alla guelfa, che racchiudono il borgo in un triangolo al cui vertice si erge la torre di avvistamento.
Nella parte interna alle mura, subito sotto la torre pentagonale, si possono ammirare gli antichi terrazzamenti con degli ulivi ancora oggi coltivati.
Lo schema semicircolare con cui sono disposte le abitazioni in pietra tutte collegate tra loro si adatta perfettamente alla conformità della roccia, creando un unico corpo attraversato solamente dalle numerose vie gradinate percorribili unicamente a piedi che giungono fino alla torre.
Anche Precetto come Matterella prosegue a svilupparsi verso la pianura con edifici posti in parallelo, il cosiddetto borgo.
Qui, nel 1702,fu ricostruita a cura di Odoardo Cybo, la Chiesa della Madonna del Gonfalone, come inciso sulla lapide nella controfacciata.
Al suo interno è conservata una tela raffigurante l’Immacolata e Due Santi, dipinto di gusto Marattesco proveniente dalla Cappella dei Principi di Umbriano del XVI secolo.
Sull’altare Maggiore è presente un dipinto su tavola della Madonna del Gonfalone del XVII secolo.
Più in alto la Chiesa di Santo Stefano con il Museo delle Mummie.
Sempre nel borgo del Precetto, vi è un raro esempio di architettura seicentesca, il Palazzo del Principe di Montholon, residenza degli ultimi governatori di Ferentillo.
Varie decorazioni come greche e grottesche abbelliscono le pareti interne dove si può osservare lo stemma di Alojsio Desiderato Duca di Montholon ufficiale francese che partecipò alle campagne napoleoniche e che ricoprì la carica di governatore di Ferentillo fino all’Unità d’Italia.
Chiesa di Sant’Illuminata
Nei pressi del cimitero c’è la Chiesa di Sant’Illuminata, già annessa al convento dei Cappuccini, attivo fino agli ultimi anni dell’Ottocento.
L’abside è semicircolare, il campanile a vela, in posizione arretrata, è a un solo fornice.
Alla semplice facciata è stato aggiunto, nell’Ottocento, un portico a pilastri, con ai lati due cappelle padronali.
Sulla lunetta soprastante l’ingresso è affrescato San Francesco che riceve le stimmate e altra santa, opera settecentesca di non buona mano.
L’interno a navata unica è desolatamente spoglio, depredato di tutto quel che era possibile asportare. Sulla parete sinistra si aprono due cappelle padronali, adibite, agli inizi del Novecento a loculi cimiteriali.
Dalla parete destra si accede ai locali del vecchio convento, parzialmente ristrutturato e adibito a centro di educazione ambientale.
Rimane il piccolo portico col pozzo e una meridiana del 1649.
Poco distante da Ferentillo sorge l’Abbazia di San Pietro in Valle.
Fonti documentative
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FABBI ANSANO Storia dei comuni della Valnerina / Abeto (PG), presso l’autore, 1976
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https://it.wikipedia.org/wiki/Franceschetto_Cybo
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=33706
Nota
La galleria fotografica è di Silvio Sorcini e Alberto Monti, il testo è di Silvio Sorcini.
Da vedere nella zona
Collegiata di Santa Maria
Chiesa di Santo Stefano
Museo delle Mummie
Affreschi Rupestri
Chiesa della Madonna di Piedilago
Ampognano
Castellonalto
Castello di Castellonalto
Chiesa di Sant’Andrea
Dogana del Salto del Cieco
Chiesa di San Giovanni Evangelista
Eremo di Sant’Egidio
Castellonbasso
Colle Olivo
Colleponte
Chiesa di San Giovanni
Chiesa della Madonna delle Grazie
Gabbio
Castello di Gabbio
Chiesa di San Vincenzo al Gabbio
Chiesa (Edicola) di San Rocco
Le Mura
Lorino
Chiesa di San Giovanni Battista
Macenano
Abbazia di San Pietro in Valle
Chiesa di San Giovanni
Chiesa di Sant’Anna
Chiesa della Madonna delle Grazie
Monterivoso
Castello di Monterivoso
Chiesa di Santa Lucia
Chiesa di Sant’Antonio
Eremo di San Michele
Chiesa di San Nicola
Nicciano
Chiesa di San Michele Arcangelo
Sambucheto
San Mamiliano
Castello di San Mamiliano
Chiesa di San Biagio
Terria
Umbriano