Rocca di Lie’ o di Pasanello – Foligno (PG)
Cenni storici
Il Castello sorge su una punta montuosa caratterizzata da dei ripidissimi calanchi davanti l’abitato di Liè, una frazione del Comune di Foligno sovrastante l’abitato di Belfiore, tuttora ha poche famiglie, ma dove era (ed è) presente una piccola chiesa, in onore di S. Egidio abate, assai antica e che viene ricordata nelle relazioni con l’Abbazia di Sassovivo.
In un contratto di affitto privato, sono nominate le quattro località di «S. Titii, Fragnani, S. Victoris, Liei». L’anno a cui si riferisce questa notizia è del 1364.
Ma alcune notizie storiche fanno ritenere il centro abitato molto antico.
La rocca di Pasanello è ricordata negli antichi documenti, ma di questa fortezza non restano che alcune pietre squadrate, tracce di muri e cenni della sua originaria planimetria.
La rocca era di giurisdizione della nobile famiglia dei Merganti di Foligno, famiglia di antiche origini, ha infatti il suo capostipite originario dalla Germania prima dell’anno 1000, questi erano anche padroni della chiesa di S. Egidio di Lié, questo possesso durò dal 996 al 1590.
L. Jacobilli afferma nelle sue Cronache di Foligno che «la famiglia dei Merganti edificò nel 996 una rocca con una chiesa in onore di S. Egidio, in un monte nelle vicinanze di Belfiore, di Ravignano, e Lieo».
La famiglia Merganti si imparentò con la famiglia degli Unti e degli Onofri.
Lo Jacobilli (1598-1664) ricorda nei suoi scritti la rocca di Pasanello, ma ai suoi tempi era già in rovina ed era di proprietà degli Elisei, famiglia nobile folignate, proprietaria di beni, tra cui un palazzo in Pale.
Lo stesso così la descrive «Pasanello era un piccolo castello o forse rocca appresso le ville di S. Vittore e di Ravignano, e al monte di Lieo, fu posseduta con titolo di Contea dalla famiglia Merganti di Foligno, questa rocca ormai diruta si possede al presente dalla famiglia Elisei».
Il colle di S. Egidio evidenzia tuttora l’importanza difensiva e strategica della sua posizione dominante la valle del Menotre e quella del Topino.
Personaggio illustre di questa piccola frazione di Lié sotto la rocca di Pasanello è Graziano Ventura, ricordato dallo Jacobilli nella «Vita dei Santi e Beati dell’Umbria».
La nuova chiesetta, dedicata a Sant’Egidio fu fatta costruire nel 1690 da un certo Curzio Onofri di Foligno che aveva lassù delle proprietà terriere sopra il paese.
Della Fortezza e tanto meno della vecchia chiesa non rimangono che ammassi di pietre che a stento fanno pensare ad una vecchia costruzione, oramai sopraffatta dalle piante, sterpi e rovi.
E’ ancora riconoscibile una spianata davanti al castello che si affaccia sui calanchi.
Nella memoria dei vecchi abitanti però c’è ancora un’immagine di un Mastio e del perimetro di stanze dove sono fiorite leggende di tesori e di demoni custodi.
Lapide del Castello
Nelle vicinanze della Rocca fu rinvenuta una lapide che aveva una iscrizione che il Pontano citò nella sua opera e dice così:
EX VOTO DONUM
POSUIT C. SETTIUS FESTUS
PRO SE ET SUIS
L DDD
Secondo il Pontano, questo potrebbe essere il significato:
un certo Caio Settio Festo sciolse un voto (alla divinità) per sé e per i suoi (parenti, genitori, familiari).
Non è dichiarata la motivazione del voto, né tanto più gli obblighi che c’erano verso la divinità.
Il fatto che la pietra fosse trovata vicino a un luogo sacro, costruito forse per un altro più antico e sempre sacro, spiega l’importanza del voto.
Le quattro lettere finali L DDD, secondo sempre il Pontano dicono:
LOCUS DATUS DECURIORUM
cioè che quel Festo, con grazia e licenza dei Decurioni o consiglieri del luogo aveva lasciato quella memoria.
Questo linguaggio giuridico, in un certo senso, ci fa vedere di quanta autorità fossero nei municipi e colonie questi Decurioni, chiamati senatori a Roma e così diversamente fuori Roma.
Altra interpretazione ne da lo Jacobilli all’inizio delle sue Cronache di Foligno: «il significato è che: Caio Festo per voto fatto, pose il dono, e adempì nel Tempio, che era nel luogo, ove stava questa pietra, e il voto fece per sé e per la sua famiglia: e quel sito ove stava la pietra, fu concesso a lui con grazia, e licenza dei Decurioni, cioè senatori e consiglieri della città di Foligno»
Fonti documentative
Don Luciano Gregori – La Valle del Menotre – 1990
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