Ponte e Passo della Paglia – Budino di Foligno (PG)

Un posto quasi insignificante ai più, ma che contrariamente nasconde una grande e interessante storia.

 

Bonifica di Budino

Per parlare dell’argomento in oggetto è necessario fare il quadro della situazione della piana di Foligno nella parte del confine con Bevagna e Cannara dove per secoli hanno dominato vaste aree paludose e sottoposte a numerose alluvioni causate dagli straripamenti del Topino tanto che sin dal 1400 si sono studiati piani di contenimento e addirittura di spostamento dell’alveo del fiume per evitare alluvioni.
La pianura di Budino e Fiamenga, interposta fra il Topino e il Chiona costituisce un basso piano a forma di delta con il vertice in prossimità del Passo della Paglia, il lato a valle costituito dall’argine destro del Topino, quello a monte dall’argine sinistro del Chiona e la base di unione di detti lati dalla strada che, muovendo dal Topino, traversa l’abitato di Budino e raggiunge il Chiona per una superficie di ettari 275.
Anteriormente al 1875 le acque del comprensorio di Budino erano immesse, mediante collettori denominati S. Niccolò e S. Feliciano, nel Chiona, a circa un Km e mezzo a monte dello sbocco di questo torrente nel Topino e cioè in prossimità dei Passo della Paglia, tutte questi canali confluivano nel Chiona.
Questa sistemazione dava luogo a molti inconvenienti causati soprattutto dai rigurgiti del Topino, anche in occasione di modeste piene; rigurgiti, che alzando il livello delle acque del Chiona e quindi dei collettori di Budino, determinavano frequenti inondazioni nella campagna fino a Fiammenga, il cui livello sovrastava di poco quello di normale portata degli antichi scoli.
Un primo progetto di bonifica prevedeva l’innalzamento della piana di Budino colmandola per oltre un metro attraverso depositi fatti confluire dallo stesso Topino, ma questo fu fortemente osteggiato dai possidenti e dalla comunità che si oppose tenacemente.
Successivamente a cura del Consorzio Topino e su progetto in data 27 febbraio 1875 redatto dall’lng. Antonio Angelini, furono eseguiti i lavori di sistemazione dei canali di scolo della piana di Budino, sistemazione la cui caratteristica essenziale consiste nella immissione delle acque del nuovo collettore non più nel Chiona, bensì direttamente nel Topino.
L’immissione del nuovo collettore nell’alveo del Topino fu scelta in corrispondenza della confluenza di questo fiume con il Timia 4 chilometri a valle dell’antico sbocco, evitando quindi il pericolo di debordamenti per rigurgito, anche in occasione di piene.
Va sottolineato che in quella zona sia il Chiona che il Topino sono pensili e scorrono diversi metri più in alto rispetto al piano di campagna.
Per fare questa operazione fu necessario far passare il canale collettore sotto il Chiona; in un primo tempo si pensò ad un sifone, poi valutato che le pendenze naturali lo permettevano, fu realizzato un sottopasso chiamato botte lungo 58 metri.
Il canale della botte raccoglieva le acque della piana di Budino che si riversavano in 4 canali che prendono il nome della Fossa, Forma S. Feliciano, Formetta S. Nicolò e Formetta di Fiume, poi le convogliava a scopo irriguo nelle terre di Cannara e Spello; questo progetto però non passò senza polemiche in quanto i folignati lamentarono che il beneficio che ne traevano questi due comuni era conseguente ad un danno che ne subivano loro in quanto attraverso tutti gli scoli asciugavano i terreni e non erano propensi a dare agli altri l’acqua che serviva a loro nella stagione estiva.
Oltre a ciò fu spostata anche la confluenza del Chiona che fu deviato e fatto confluire non direttamente nel Topino, ma molto più avanti.
Il nuovo collettore fu dotato di un edificio provvisto di un custode che doveva provvedere alla manutenzione e alla pulizia degli argini oltreché vigilare costantemente che non vi fossero imprevisti che potevano causare disastri in caso di piene, esempio buche di nutrie o sfaldamento o deterioramento degli argini; in pratica il suo ruolo era quello di un cantoniere che vigilava i fiumi in modo che nessuna trascuratezza mettesse a repentaglio sia il territorio che l’integrità della vita delle persone che vi gravitavano; questo per evitare che tali territori subissero danni che si andavano ad aggiungere ai tanti altri subiti nel corso dei secoli precedenti.
Questo edifico fu abbandonato nei primi anni del secolo scorso ed ora è in fase di crollo.
 

Ponte della Paglia

Per analizzare nello specifico il Ponte della Paglia occorre analizzare le antiche mappe che lo rappresentano e si scopre che questo non era dove lo troviamo ora.
In una mappa del XVII secolo che rappresenta la “Pianta della Valle dell’Umbria da Trevi a Cannara” che è la più antica immagine cartografica della Valle Umbra conservata a Roma, è rappresentato il Ponte della Paglia; il ponte infatti non è ancora situato dove è oggi, bensì sul Topino, il cui corso attraversa (in quel periodo) il territorio di Bevagna lasciando a secco la Fossa Renosa: questo canale, che fungeva da confine tra territorio di Spello e di Bevagna, era una antica diversione del Topino, nata per mettere a secco i molini o controllare il flusso idrico; il suo interrimento sarebbe causa ed anche effetto del successivo mutamento di letto del fiume adottata dopo il 1600.
Nelle mappe successive non si troverà più il Ponte della Paglia sul Topino, ma in seguito si troverà solo un “Passo della Paglia“; con ogni probabilità il ponte fu travolto dalle prime piene del Topino nuovo, e ricostruito sulla più controllabile Chiona, resa raggiungibile dal Ponte Nuovo sulla Flaminia.
Quello che vediamo oggi è solo un ponte in mattoni fatto dopo la bonifica della fine dell’800 in concomitanza alla realizzazione della “Botte” sotto il Chiona e utile per raggiungere il “Guado” omonimo e che serviva ai contadini per raggiungere le terre oltre il fiume.
Proprio in questo tratto il fondo del Topino sembra più che altrove soggetto ad interrimento e di conseguenza all’innalzamento del suo letto quindi crea un condizione tale che il suo letto possa essere attraversato a piedi per gran parte dell’anno ed in particolar modo durante la stagione estiva.
 

Il Toponimo

Per comprendere il toponimo bisogna valutare testimonianze di quadri ambientali che hanno subito profonde trasformazioni nel tempo; nel nostro caso la derivazione paglia nasce dalle coltivazioni estensive a cereali in particolare grano che arrivano da aree fertili di recente bonifica in cui venivano anche predisposte apposite aree per la trebbiatura.
Va tenuto conto del fatto che l’area alla sinistra del topino da secoli è stata vocata allo sfruttamento intensivo sin dai tempi dei romani e la deviazione del fiume e la relativa bonifica nella parte destra dello stesso altro non ha fatto che aumentare l’estensione terriera da sfruttare e spesso le aree coltivate erano in larga parte proprietà dei Folignati e si estendevano in entrambi i piani separati dal fiume.
Questo necessitava di uno spostamento dei lavoratori dei campi e in particolare mietitori che nel periodo della mietitura del grano erano impegnati nella raccolta e nell’accatastamento del grano per le trebbiature che si svolgevano proprio in questa piana magari anche in aie fittizie dove vicino venivano realizzati pagliai.
Questa paglia era necessaria ai Folignati che la ricavavano dalle loro proprietà in loco, ma erano anche una notevole fonte di reddito perché veniva venduta.
Gli acquirenti erano molti, infatti si allevavano animali anche all’interno dei centri abitati, si vendeva la paglia ad uso delle numerosissime stalle private e degli stallatici pubblici che esistevano nella città quanto l’unico mezzo di locomozione possibile era quello animale.
Il toponimo “Paglia” quindi è legato ai lavori agricoli, ma potrebbe anche derivare dalla variazione del vocabolo “taglia” che nello specifico della mietitura del grano è stato trasformato appunto in “paglia” sempre però legato ai mietitori che con falci provvedevano al taglio delle spighe.
La dimostrazione comunque che in loco venivano effettuate le operazioni di trebbiatura è la presenza del Lago Aiso, che secondo la leggenda si è formato dallo sprofondamento di un’aia durante la trebbiatura in quanto tale attività veniva effettuata nel giorno di Sant’Anna dove per fede non si doveva fare.
Al di là della leggenda comunque questa è una testimonianza che la trebbiatura in quei posti era prassi comune.
 

La Passonata

Che questa tratta del fiume Topino sia stato un punto sensibile è dimostrato dal riaffioramento nel 2012 di una massiccia ed articolata struttura in legno di quercia nella parte sinistra della golena del fiume Topino proprio all’altezza del Passo della Paglia.
Si tratta di tre file di pali (passoni) di legno conficcati nel letto del fiume: i pali sono disposti a poca distanza l’uno dall’altro e su di essi sono incastrati degli spessi tavoloni di legno (le cosiddette catene) con fori quadrangolari e terminazioni, in qualche caso, a coda di rondine.
Tra i pali sono ancora visibili i resti delle frasche, che venivano intrecciate per dare maggiore solidità e fungere da contenimento degli argini.
Il sistema era poi rinforzato da altre catene di tavoloni, posti nel senso della profondità; l’opera così realizzata veniva completata mediante il riempimento con terra pressata.
Si tratta di un assetto idraulico operato in era moderna (secc. XVI XVII) per regolamentare il non stabile corso del Topino che in quel tratto era portatore di catastrofiche esondazioni e quindi causa del reimpaludamento di quei terreni, recuperati con fatica all’agricoltura.
La “passonata” è legata alla deviazione del fiume che proprio nel XVI secolo fu deviato nei pressi di Cantagalli dirottandolo direttamente verso Cannara senza passare per Bevagna com’era in precedenza.
Quest’opera serviva per proteggere il corso d’acqua da frane e dilamazioni delle ripe e degli argini, onde evitarne l’interrimento ed il conseguente e dannoso rallentamento della corrente specialmente in caso di piene.
 

Passo della paglia e Devozione popolare

Questo guado doveva essere particolarmente importante per i contadini che frequentemente lo dovevano attraversare visto che sia a destra che a sinistra del fiume sono state costruite ben due edicole mariane, la prima dalla parte di Bevagna proprio all’inizio della via, da dove si scorge la stretta valle sottostante e si vede l’argine del Topino, la seconda dalla parte opposta prima di superare il ponte della Paglia e il successivo guado.
La costruzione di queste due edicole rappresenta efficacemente la fede, la devozione popolare e l’auspicio che affidando il guado alla Madonna sicuramente avrebbe mantenuto un livello dell’acqua basso e avrebbe protetto tutti coloro che lo attraversavano per i lavori agricoli; non solo si auspicava anche una protezione ai raccolti e ai campi al fine di allontanare il pericolo di alluvioni o altre calamità.
I contadini che dovevano continuamente attraversare il fiume da una parte all’altra per i raccolti, dovevano trovare le condizioni buone, altrimenti non potevano fare i lavori agricoli e i raccolti potevano andare in malora provocando fame e carestie.
La Madonna doveva vegliare sul loro lavoro e garantirgli le condizioni migliori.
Entrambe le edicole hanno subito un recente restauro; la prima edicola lato Bevagna è realizzata in laterizio con timpano, conserva un mattone con incisa la scritta “1837 L.C“, da riferirsi probabilmente a un intervento di restauro, avvenuto dopo il terremoto del 1832 che distrusse Bevagna.
L’affresco originario del XIX secolo è andato perduto, quello che si vede oggi è stato realizzato il 31 maggio 2003 da Luigi Frappi.
La seconda lato Budino fu realizzata, a bonifica ultimata, secondo le informazioni locali di preciso fu edificata nel 1961 da un certo Bastianelli Ruggero e successivamente fu restaurata nel 1985 da Fantauzzi Pietro; nel 2022, un ulteriore restauro della maestà e degli spazi adiacenti è stato portato a termine dagli Amici del Presepe di Budino con la collaborazione della famiglia Diotallevi.
L’inaugurazione dei nuovi lavori è stata fatta con una festa organizzata dalla Parrocchia del SS. Primo e Feliciano di Budino con una messa celebrata con la presenza delle autorità e dei fedeli il giorno 17 settembre 2023; questa data non è casuale, ma strettamente legata ad un evento che ha segnato la vita della comunità, infatti è stata fatta in memoria di un evento catastrofico avvenuto il 18 settembre, ma visto che nel 2023 il giorno prima (17) era domenica tutta la manifestazione è stata anticipata, ma la data è fortemente simbolica, poiché si ricorda l’alluvione del 18 settembre 1836 che fu di gran lunga la più disastrosa delle precedenti e, oltretutto, avvenne nella notte.
I testi raccontano che:
Il fiume cominciò ad esondare da ambo i lati già a monte di Foligno, inondandone il quartiere occidentale e allagando le campagne.
A valle della città l’immensa fiumana si apriva a ventaglio sia sulla destra che sulla sinistra; l’onda destra investiva i villaggi di Cave, Maceratola, Fiamenga, Budino e, scavalcando il Chiona, si dirigeva con ampia curva verso nord-ovest, cioè nell’area delle antiche paludi di Assisi; quindi ripiegava tornando nel fiume lungo un tratto di vari chilometri, fra Cannara ed il Chiascio.
La fiumana sinistra si allargava investendo Scafali, Borroni e Casco dell’Acqua immettendosi poi nel Timia lungo un vasto tratto.
Altra acqua entrava nel Timia verso Cantagalli, provenendo da un’ulteriore rotta che, dalla curva artificiale del fiume, ne ripercorreva l’antico tracciato fino in vista di Bevagna.
Vaste estensioni di pianura furono ricoperte da detriti e fanghiglia; fossi e canali risultarono intasati, alberi sradicati, raccolti distrutti, bestiame asportato
“.
Caso volle che il Timia raccolse tutta l’onda devastatrice nel sua alveo e la massa d’acqua si riversò per intero oltre la sponda destra salvando miracolosamente Cannara che ne uscì illesa.
Oggi le due edicole regnano su un paesaggio rimasto simile ma con una realtà completamente differente, dove i mezzi di trasporto veloci non hanno più bisogno del Passo o del Guado della Paglia per passare da una parte all’altra del fiume, però restano li a memoria di una condizione difficile e di gente tenace che affrontava le difficoltà con forza e con spirito di sacrificio oltreché carichi di una profonda fede che confidava nell’aiuto divino alle loro quotidiane difficoltà.
 

Nota di ringraziamento

Questo posto mi è stato fatto scoprire da Assunta Parziani e Terzilio Andreoli entrambi di Cannara e che mi ha subito affascinato; li ringrazio per la loro sensibilità e per la grande passione per il loro territorio, spero che la mia ricerca sia di loro soddisfazione e appaghi la loro curiosità.
 

Nota fotografica

La mappa dei 4 fossi è tratta dal libro:
Relazione del Dott. Francesco Fazi sui lavori eseguiti e in corso di esecuzione per la definitiva bonifica del piano di Budino
 

Fonti documentative

Don Angelo Messini – Il fiume Topino e la Bonifica idraulica del Piano folignate attraverso i secoli – Consorzio Idraulico del fiume Topino Foligno 1942
Alcune osservazioni sopra un progetto per l’apertura di un canale d’irrigazione e bonificamento traendo l’acqua dal fiume Topino a benefizio dei terreni situati a destra del fiume; ing. Alessandro Spezi – 1862
Emilio Vetturini – Terre e Acque in Valle Umbra; Storia idrografica della pianura – 1995
Consorzio della Bonificazione Umbra di Spoleto – Il Governo delle acque nella Valle umbra – 1993
Consorzio idraulico del fiume Topino e Consorzio per la bonifica di Budino – Relazione del Dott. Francesco Fazi sui lavori eseguiti e in corso di esecuzione per la definitiva bonifica del piano di Budino – 1885
Consorzio idraulico del fiume Topino – Il fiume Topino e la Bonifica idraulica del Piano folignate attraverso i secoli; Notizie storiche raccolte da Don Angelo Messini – 1942
Consorzio della Bonificazione Umbra ed altri – La Valle Umbra; Disegni e piante dalla Visita ai fiumi alla bonifica; Catalogo della mostra a cura di P. Buonora – 1994
Francesco Guarino – Rocco da Vicenza (1494-1526) e le acque. Fiumi ponti e bonifiche nel primo Cinquecento in alcune zone della Valle Umbra – 2015
La passonata sul Topino al passo della paglia.pdf

https://www.montagneaperte.it/edicolesacre/bevagna-bevagna-via-passo-della-paglia-madre-di-dio-madre-nostra-bev003/

 

Mappa

Link alle coordinate: 42.961282 12.613069 Passo della Paglia

Link alle coordinate: 42.962332 12.612967 Ponte della Paglia

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