Cenni Storici
Si trova all’interno della Necropoli di Norchia, tra le più interessanti della Tuscia viterbese e purtroppo tra le più maltenute; nei pressi degno di nota è il castello medioevale dei da Vico.
Una prima costruzione esisteva già nel IX secolo, citata in documenti col ruolo di pieve, fu poi rinnovata per volere di papa Adriano IV nel XII secolo, assumendo l’aspetto attuale.
Il declino dell’insediamento e della pieve Norchia inizia a a partire dalla metà del 1400.
La sua popolazione nel 1416, secondo una stima effettuata in base al pagamento della tassa del sale, contava 120 abitanti; nel censimento del 1701 risulterà completamente disabitata.
Aspetto
Risalendo dalla necropoli, da sud verso la chiesa, si incontrano ambienti ipogei e resti di mura.
La chiesa si incontra su un pianoro e le sue rovine si ergono ancora imponenti, ma in precario stato statico, occorre fare molta attenzione e non avvicinarsi.
La chiesa presbiteriale triabsidata è suddivisa all’interno in tre navate unite da due archi, la copertura è completamente crollata, così come il pavimento, lasciando in vista la cripta sottostante coperta da volticine a crociera ad archi tondi.
La zona presbiteriale, in gran parte conservata, è caratterizzata dalla presenza di tre absidi, con quella centrale molto più grande delle laterali.
La decorazione esterna è caratterizzata da una fitta nervatura di finte colonnine sfalsate su due distinti ordini, che si chiudono in alto a piccolo arco.
Le absidi laterali presentano una monofora nell’ordine superiore e una finestrella in quello inferiore. L’abside principale oltre la monofora centrale in alto ne presenta altre due affiancate in basso. Rimane in larga parte in piedi anche il fianco destro dell’edificio, con analoga nervatura esterna sui due ordini e tre finestre monofore centrali sul livello superiore.
Lo stile degli ornamenti, dei capitelli, delle colonne e dell’abside, richiama lo stile della Scuola lombarda.
Nelle immediate vicinanze di tale luogo di culto, nel 1973 sono emerse una serie di tombe antropomorfe riferite al periodo altomedioevale, prive di suppellettili.
Le tombe, poste all’altezza del piano di calpestio della cripta avevano forme tipologicamente diverse. Sulla struttura della loro copertura è probabile che la presenza di frammenti di terracotta in quel luogo possa far ritenere realistico l’impiego di tegole.
A ponente dell’abside si trova un colombaio bel conservato.
Nei pressi della chiesa si trova una serie di ambienti ipogei, disposti su più livelli.
In molti si notano tracce evidenti di adattamento antropico.
Alcuni degli ambienti sono stati chiaramente utilizzati come insediamento abitativo, non se ne è rintracciata traccia nelle fonti.
Degna di nota è la porta settentrionale dell’abitato, edificata sopra una precedente porta etrusco-romana situata in corrispondenza della Via Clodia.
La porta, ancora ben conservata, è caratterizzata da un arco a tutto sesto con sovrastante camminamento di ronda e feritoie, il tutto protetto da un avancorpo delle mura di cinta.
Nota
Testi e foto di Pierluigi Capotondi e Silvio Sorcini
Fonti documentative
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Mappa
Link alle coordinate: 42.34079148547962, 11.943237238694662