Passo d’Acera e chiesa di Sant’Egidio – Campello sul Clitunno (PG)
Cenni Storici
Anticamente era denominato Passo Sant’Egidio, antico “Hospitale” posto ai lati del vecchio tracciato dell’antica Via Plestia, che sin dall’epoca romana collegava Spoleto all’altopiano di Colfiorito e poi alla riviera marchigiana.
Sita anche su un itinerario di transumanza ha, nel corso dei secoli, offerto riparo anche ai pastori e alle loro greggi, come testimoniato da resti di recinti.
In epoca medioevale vi fu costruito un piccolo fortilizio longobardo.
La via e, di conseguenza, l’abitato riacquisirono importanza con il proliferare dei pellegrinaggi verso il santuario della Madonna di Loreto.
Il primo documento che attesta la presenza di un ospizio per pellegrini risale al 1468, il luogo fu per lungo tempo di proprietà della nobile famiglia Pianciani.
La chiesa parrocchiale è dedicata a Sant’Egidio, l’attuale edificio risale al XVII secolo, non è pertanto menzionato nel codice Pelosius e nella visita pastorale del De Lunel, ne fa solo una breve menzione il Lascaris.
Ora è completamente abbandonata e avviata a una totale rovina.
Aspetto esterno
La facciata è a capanna, con una finestrella posta a sinistra del portale.
Interno
L’interno, ad aula unica, si presenta completamente spoglio, derubato di ogni arredo, persino dell’acquasantiera che era murata a destra della porta d’ingresso.
Prende luce anche da due finestrelle disposte asimmetricamente sulle pareti laterali.
Sant’Egidio, un santo al quale spesso sono dedicate anche le edicole nei crocevia delle strade, perché considerato il Santo Eremita dei bisognosi e dei tribolati, è originario della Grecia, visse per lungo tempo in eremitaggio in un luogo deserto in compagnia di una cerva, che gli forniva il latte, poi trasferitosi in Gallia, costruì un monastero di cui divenne abate.
Il culto di Sant’Egidio divenne di dimensioni europee tra il X e il XIII secolo, era invocato per un gran numero di malattie, dalle febbri malariche, alla follia e i terrori notturni.
La fama di Sant’Egidio divenne tale che, si narra che Carlo Magno lo supplicò di pregare per lui per avere il perdono di una colpa che non osava confessare.
La domenica successiva apparve a Egidio un Angelo che depose un biglietto sull’altare, sul quale era scritto il peccato segreto del sovrano, che così poté essere perdonato.
Nel XIV sec. entrò nel novero dei “Santi Ausiliatori“.
Nell’iconografia cristiana è raffigurato con una cerva.
Protettore delle genti di mare, dei pastori e dei mendicanti, in qualche modo tutte figure legate al viaggio.
Nei pressi, è documentata dal codice Pelosius la chiesa di Santa Maria de Alvano, di cui si ha notizia fino al Settecento.
Era compresa nel plebato di Sant’Angelo in Capite di Pissignano.
Fonti documentative
Guerrini Giuseppe e Rambotti Luigi (a cura di)Spina e il suo territorio – storia ambiente e tradizioni popolari Quattroemme Editore Perugia 2013
https://www.spoletohome.it/?page=blog_detail&id=33&lang=eng
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.