Palazzo Vescovile – Città della Pieve (PG)

Il Palazzo, oltre adiacente all’Oratorio della Confraternita dei Bianchi dove c’è il capolavoro del Perugino “L’adorazione dei Magi“, è accanto alla Porta Fiorentina nel quartiere del Casalino, dove insiste anche la Torre del Vescovo, i Camminamenti e gli orti dova oggi è stata allestita la Taverna del quartiere.

 

Cenni Storici

Prima che Clemente VIII dichiarasse Sede Vescovile Città della Pieve, aveva qui la sua residenza un Vicario, con autorità delegata dal Vescovo di Chiusi, lo stesso vi si recava frequentemente ed aveva qui la sua residenza temporanea.
Da un documento del 1438 si apprende che fin d’allora esistevano al “Castello della Pieve“, così si chiamava il paese prima che fosse elevato a “Città“, le “Case del Vescovo“, e in esse era vi pure la grande “Sala delle udienze“.
Le stesse “Case del Vescovo” vengono ricordate anche in altri documenti, del 1500 e del 1558; il 28 di Aprile di questo anno è riportato nei Registri d’Amministrazione della Cattedrale di un prestito di 1500 mattoni fatto a Mons. Figliucci Vescovo di Chiusi, per la “fabbrica dell’Episcopato“; nello stesso Registro il 16 settembre è annotata una spesa “per far condurre dal Vescovato al Chiostro della Chiesa mattoni 500, per parte de 1500 che la Chiesa aveva prestati a Mons. Figliucci, Vescovo di Chiusi, per le fabbriche delle case del Vescovato“.
La Diocesi di Città della Pieve fu creata da Clemente VIII nell’anno 1600 e in tale occasione l’antica Sede Vescovile fu adattata alle nuove esigenze, poiché sappiamo che del resto non doveva essere di grandi proporzioni ma piuttosto modesta, infatti in un documento si legge che l’abitazione del Vescovo, Mons. Paolucci “in commodiorem formm redegit“.
Il 29 aprile 1772 era ridotta però in cattive condizioni; quindi Monsignor Stefanini informa il Capitolo di avere ottenuto dalla Santa Sede un beneficio di 1600 scudi, da impiegarsi tutti nel restauro al Palazzo Vescovile “insuffìciente, improprio, che sembra una cattiva osteria di campagna o un albergo di cavalli“.
Mons. Stefanini dunque lo ampliò, lo rese più comodo, più decente, ma non vide la fine dei lavori perché morì nel 1775 quando i lavori erano soltanto incominciati, il progetto fu proseguito dal suo successore Mons. Mancini e portato a termine nel 1780.
I lavori interessarono anche la facciata, realizzata, come tutto il resto, da Andrea Vici allievo del Vanvitelli con le eleganti mostre delle finestre in stucco le paraste, i marcapiani in finto travertino che originariamente risaltavano su un intonaco riportante illusionisticamente l’orditura del mattone stesso.
Di particolare interesse e tipico del suddetto architetto lo scalone monumentale di accesso al Piano
Nobile, di gusto vanvitelliano.
Ulteriori lavori di abbellimento furono eseguiti dal Vescovo Mons. Severa durante la visita del Pontefice Gregorio XVI nel 1841 che si adoperò per accoglierlo quanto più fosse possibile degnamente, ed ospitarlo nell’Episcopio.
Per l’occasione fu data internamente una forma più conveniente al fabbricato abbellendolo con pregevoli decorazioni specialmente nella Sala Maggiore dove il pittore Ferdinando Valeri di Santa Fiora, eseguì i finti stucchi da sembrar di rilievo.
Altri ampliamenti e migliorie furono apportate da Mons. Paolo Gregari, nell’anno 1892.
 

Interno

La parte visitabile consiste in un salone di rappresentanza con ricca decorazione del soffitto e un pavimento in cotto sullo stile dei maestri Comacini.
Accanto un’altra sala con soffitto decorato e una una piccola cappellina privata del Vescovo.
Nel resto delle stanze del Palazzo è collocato l’Archivio della Diocesi pievese.
 

Curiosità

Al piano terra del Palazzo Vescovile di Città della Pieve, si conservano due piccole celle, che hanno ancora integro gran parte dello scialbo di intonaco con numerosissime incisioni ed iscrizioni, con molte date e rifermenti, le più antiche della metà del XVII secolo.
Si ritiene siano state le stanze di detenzione del Tribunale ecclesiastico che aveva sede nella città.
 

Spazio Kossuth

Al Piano terra del palazzo le rimesse sono state restaurate e sono diventate sede del nuovo Spazio Kossuth, inserito all’interno dell’itinerario di visita del circuito museale di Città della Pieve.
Lo Spazio è nato come omaggio alla poliedrica personalità del maestro Wolfgang Alexander Kossuth e alla città da lui scelta come luogo di ispirazione e di produzione artistica, città dove oggi riposa.
 

Fonti documentative

F.Dufour V. Bittarello – Città della Pieve Città d’arte – 2007
V. Bittarello – Guida di Città della Pieve Città d’arte – 1994
Mons. Fiorenzo Canuti – Nella patria del Perugino – 1926

https://www.umbriasotterranea.it/citta-della-pieve/

https://sistemamuseo.it/pdfCreate.php?tipo=articolo&id=5&idDettaglio=2778

 

Mappa

Link coordinate: 42.955048 12.003783

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