Palazzo Marulli – Ostra Vetere (AN)
Museo delle olive e del vino
Museo civico parrocchiale – foto autorizzate dalla Diocesi di Senigallia
Cenni Storici
Museo civico parrocchiale
Il Museo civico-parrocchiale di Ostra Vetere ha sede nell’ala principale dell’ex convento di S. Lucia, che ha ospitato l’Ordine delle Clarisse dal tardo Medioevo all’Ottocento. Successivamente all’annessione delle Marche al Regno d’Italia, a cui veniva fatta seguire nel 1810 la soppressione delle corporazioni religiose, il complesso conventuale fu messo all’asta ad eccezione della limitrofa omonima chiesa. Dall’edificio sacro, rimasto aperto al culto, fu tuttavia requisita la pala dell’altare maggiore raffigurante il Martirio di Santa Lucia di Giampietro Zanotti (1674-1765), inviata a Milano con lo scopo di incrementare le collezioni della costituenda Pinacoteca di Brera. Il mancato ingresso del dipinto nel museo milanese ne ha decretato sin dal 1874 il trasferimento nella parrocchiale di Pusiano (Como). L’esecuzione del quadro di Ostra Vetere da parte del noto pittore bolognese nel 1703 si ricollega alla ristrutturazione della chiesa e del monastero che risale agli stessi anni. Alla radicale trasformazione dell’interno della chiesa nelle forme attuali, corrispondono nel convento interventi di ammodernamento significativamente attestati, nell’area interessata dall’allestimento del Museo, dall’elegante scala che conduce al primo piano Nell’ambiente del piano terreno, di fronte alla scala, la presenza di alcuni manufatti, riconducibili alla lavorazione delle olive e alla produzione del vino, documentano la trasformazione del convento nella sede di un’azienda agricola, a seguito della messa all’incanto dei locali che furono acquistati dalla famiglia Marulli. Nel 2000 il Comune di Ostra Vetere ha acquisito la proprietà dell’ex monastero promuovendone il restauro e delle Sale destinando una parte dell’ampio complesso architettonico a sede del museo, dell’archivio storico comunale e della biblioteca civica. Tali istituzioni sono chiamate ad agevolare, in primo luogo, la comunità locale nel riappropriarsi e nel tutelare il proprio patrimonio culturale. Tenendo presente questa esigenza, si è scelto di riunire opere d’arte di proprietà comunale e parrocchiale, nell’interesse prioritario di un recupero quanto più ampio possibile e della rilettura globale dell’eredità storica. L’importanza della ricomposizione dei contesti originari trova l’espressione più significativa nel riordinamento e nella valorizzazione delle opere d’arte della chiesa conventuale di S. Francesco, abbattuta all’inizio del Novecento, e della biblioteca storica del Frati Minori Riformati, affidata alla cura del comune nel 1869. È doveroso rievocare l’incuria e il disinteresse, negli anni successivi all’Unità d’Italia, nei confronti di tali beni dopo la liquidazione dell’asse ecclesiastico e la secolarizzazione dei due conventi. Il varo del nuovo museo risarcisce Ostra Vetere della mancata partecipazione delle autorità locali dell’epoca al rinnovo delle istituzioni culturali di fine Ottocento, quando l’urgenza conservativa del patrimonio secolare uscito dai conventi soppressi, determinò l’apertura e la distribuzione capillare sul territorio nazionale di biblioteche e musei civici.