Palazzo Ducale – Urbania (PU)
Cenni Storici
Il Palazzo Ducale di Urbania è uno dei capolavori voluti dal Duca di Urbino Federico II da Montefeltro: un luogo d’arte e dello spirito che un attento restauro ha riportato all’antico splendore. L’edificio ospita il Museo Civico, la Biblioteca, la Pinacoteca e l’Archivio Storico con pregevoli raccolte di disegni, manoscritti, incisioni (tra gli autori Barocci, Zuccari, Carracci) e i famosi globi geografici di Gerardo Mercatore. L’architetto Francesco di Giorgio Martini progettò l’impianto generale (uno splendido complesso monumentale di 6.000 mq ) e Gerolamo Genga le sale più belle del Palazzo, compreso il camminamento sul fiume Metauro che svela un’incantevole scenario sulle caratteristiche anse del fiume, sulle colline e sulla parte trecentesca di Casteldurante, con le case fondate sulle rocce di arenaria e che si ergono sul Metauro. Si accede al Palazzo Ducale attraverso lo splendido Cortile d’onore rinascimentale, della seconda metà del ‘400, con un loggiato che si apre tra ventidue colonne di travertino che ricorda quello del Palazzo Ducale di Urbino. Salita la scalinata si giunge al piano nobile e qui si entra immediatamente nella Sala Maggiore, grande opera di Gerolamo Genga con splendido soffitto dalle volte a vela. Questa era la sala destinata alle festività e solennità cortigiane. Oggi il Palazzo Ducale ospita il Museo Civico. Affascinante è la sala dei Cavalieri dove sono esposte tele pregevoli del tardo ‘500 e i due rari globi del Mercatore, il più grande geografo del Rinascimento: la sfera terrestre (1541) e la sfera celeste (1551).
Di grande fascino è l’incisione monumentale de Il Corteo trionfale di Carlo V, lunga 12 metri e realizzata in occasione dell’incoronazione imperiale e del corteo a Bologna insieme al Papa Clemente VII (1530).
All’interno del Palazzo si trova la Pinacoteca Comunale con una pregevole quadreria che raccoglie opere di artisti di cultura manierista. Le altre sale del Museo sono riservate alle collezioni di grafica di noti maestri dal Rinascimento al ‘900, ad alcune ceramiche di Casteldurante, prodotte tra il ‘400 e il ‘700 e ad una raccolta di quasi mille disegni d’età tardo-rinascimentale collezionati dai Conti Ubaldini. Negli ultimi tre decenni ci sono state importanti donazioni che si riannodano idealmente alle opere precedenti.
Fra queste ricordiamo la donazione Carlo Ceci, uno dei maestri della gloriosa “Scuola del Libro” di Urbino, che ha lasciato circa 50 opere; la donazione Nadia Maurri Poggi, che comprende, oltre ad una raccolta di grafica contemporanea, un significativo corpus di quasi 1.000 manufatti di ceramica popolare; la donazione Enrico Galluppi che conta oltre 1.300 opere di grafica dal ‘500 al ‘900. Fra le tante mostre ricordiamo quella del 2005 dedicata a Trento Cionini, il maestro della banconota, (Urbania 1919, Roma 2005) considerato il protagonista della microincisione e della storia della lira in Italia. Nel 2008, per celebrare i 400 anni di fondazione della Biblioteca da parte dei duchi Della Rovere (1607-2007), sono stati realizzati incontri e conferenze, oltre una mostra a stampa “Nelle Stanze del duca” che esponeva rari volumi provenienti dalla prestigiosa Biblioteca Alessandrina di Roma e dalle collezioni del Fondo Antico ducale, oltre all’esposizione delle 14 schede del conclave per l’elezione di Papa Alessandro VII.
Le ceramiche del Museo Civico
Nelle sale di ceramica durantina sono esposti reperti dal ‘400 al ‘700 e frammenti rinvenuti in Urbania, nella varietà di forme (boccali, ciotole, crespine, piastrelle) e stili (dal severo al compendiario). Oltre a disegni di ceramisti e pittori legati all’ambiente ceramistico (i “cartoni” utili alla realizzazione degli istoriati, dal ‘400 al ‘700), troviamo anche un disegno del Piccolpasso, trattatista della ceramica del ‘500.
Federico Melis Da ricordare le opere del ceramista sardo Federico Melis a cui va il merito del rilancio della ceramica in Urbania negli anni 1950-1960. È conservata anche una notevole quantità di frammenti, frutto di recenti scavi sotto le mura. Dal 2008 il torrione coperto ospita la collezione Maurri-Poggi con oltre 1000 manufatti di terrecotte d’uso italiane. Il Museo Civico provvede alla ricerca, produce strumenti multimediali e pubblicazioni, organizza mostre sulla ceramica e sulle raccolte roveresche e collabora con enti del ramo ceramico e con studiosi come ad esempio il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, tra cui il ceramologo Giancarlo Bojani, lo storico dell’arte John T. Spike ed altri. Non si può lasciare il Palazzo Ducale senza aver prima visitato le Cantine quattrocentesche, dov’è allestito il Museo di Storia dell’agricoltura, dove si possono ammirare i reperti della civiltà contadina della valle del Metauro, sapientemente ordinati nel ciclo del grano e del vino. La raccolta è collegata al Circuito dei Musei Partecipati dell’Alto Metauro, una serie di luoghi dove sono esposte le collezioni della cultura materiale delle terre del Montefeltro. Infine, proseguendo nella passeggiata per le cantine, si arriva alla suggestiva Rampa elicoidale sopra il fiume Metauro nell’interno della torre progettata da Francesco di Giorgio Martini.