Oratorio e Chiesa di Santa Maria dei Bianchi – Città della Pieve (PG)
ORATORIO
Fin dal secolo XIII, la sede della confraternita dei Disciplinati o dei Bianchi, le cui origini risalgono al XIII secolo, si trovava nella piccola chiesa dedicata alla Madonna annessa ad un minuscolo Ospedale che esisteva sulla Via del Casalino; gli adepti facevano processioni di penitenza, con canti e laudi sacre.
A queste confraternite affluivano numerose donazioni e lasciti che consentirono l’apertura di ospedali per i poveri malati e ricoveri per i pellegrini.
Fu poi trasformato nel 1818 su probabile disegno di Andrea Vici.
Il grande affresco che orna la parete di fondo fu commissionato ed eseguito nel 1504, come riferiscono le due lettere del Perugino, rinvenute nel 1835 durante i lavori di drenaggio della parete dell’affresco e riprodotte su targhe in marmo lungo le pareti laterali dell’Oratorio.
Il Vannucci richiede 200 fiorini, ma è disposto “chomepaisano” ad accontentarsi di 100 da pagarsi a rate.
Dopo le insistenze del Sindaco della Compagnia dei Disciplinati il Perugino riduce l’importo a 75 fiorini, ma chiede per rispetto della sua dignità di grande Maestro che gli sia mandata a Perugia “la mula col pedone che verrone a penctorà“.
Interno
L’oratorio, inglobato nell’aggregazione a schiera del tessuto urbano, ha pianta rettangolare quasi quadrata.
L’aula è coperta da volta a vela con quattro arcate ai lati, poggianti su di un cornicione interrotto solo sulla parete di fondo affrescata, mentre esse continuano e poggiano su paraste di ordine composito sulle pareti laterali.
Il grande affresco dell’Adorazione dei Magi realizzato da Pietro Vannucci, le cui cornici sono prova di una conformazione dell’aula di diversa ampiezza e maggiore semplicità, è tra le opere più ricche ed affollate del Maestro pievese: la storia è rappresentata come un grande corteo cavalleresco che si perde in lontananza tra uno dei più vasti paesaggi ideati dal Vannucci.
E proprio in questa visuale, che richiama secondo una rappresentazione ideale la vista che da Città della Pieve va verso il Trasimeno e la Val di Chiana, Pietro inserisce personaggi dalle positure e dai costumi di estrema eleganza che riecheggiano, nel loro rifarsi alla statuaria antica, un mondo neoellenistico e virgiliano.
Due porticine ai lati dell’altare consentono l’accesso ad una sacrestia di pari ampiezza e dalla quale si entra nella adiacente chiesa.
CHIESA
Nel 1600 mons. Dandini, inviato dal pontefice Clemente VIII, fu ospite qui e i confrati gli fecero conoscere come il piccolo oratorio, nelle grandi solennità, fosse incapace di contenere tanta gente e che fosse necessario costruire una chiesa di ampiezza maggiore.
Ben inserita nel tessuto urbanistico ne caratterizza l’edilizia lungo Corso Vannucci.
Interno
È ad aula unica con abside quadrata; è suddivisa in tre campate oltre all’abside.
Le pareti laterali, in prossimità dell’ingresso, contengono due ampie nicchie con altari.
La prima campata contiene due incavi murari in uno dei quali a sinistra vi è il fonte battesimale.
L’impianto è settecentesco, in aderenza all’oratorio dei Bianchi e con esso comunicante attraverso la sacrestia.
L’insieme architettonico, in stile composito, è caratterizzato da lesene e paraste con sovrastante trabeazione, da cui si dipartono arcate che delimitano la volta a crociera della parte centrale della sala, affiancata dalle volte a botte lunettate della prima e terza campata.
Fonti documentative
https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-69-perugia/2313-oratorio-di-santa-maria-dei-bianchi/descrizione#tab
http://www.cittadellapieve.org/site/7/musei/Oratorio_di_Santa_Maria_dei_Bianchi.html
http://percorsi.diocesi.perugia.it/projects/chiesa-e-oratorio-di-santa-maria-dei-bianchi-citta-della-pieve/
https://it.wikipedia.org/wiki/Oratorio_di_Santa_Maria_dei_Bianchi
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.