Oratorio di Santa Margherita della Métola – Mercatello sul Metauro (PU)
Cenni Storici
Il modesto edificio sorge ai piedi del crinale dove si eleva la torre del castello della Mètola in posizione dominante sulle valli del Metauro e del fiume Mètola appunto.
La storia di questo edificio religioso è legato alla vita di Santa Margherita detta a torto di Città di Castello ma che invece è originaria di questo castello infatti fu battezzata nella chiesa parrocchiale di Mercatello sul Metauro, la stessa che circa 400 anni dopo ospiterà il battesimo di un’altra Santa anch’essa nata qui cioè Santa Veronica Giuliani.
La storia racconta che la Santa era la figlia del castellano, un nobile a cui apparteneva sia il castello che le terre; la famiglia si aspettava un figlio maschio per tramandare la discendenza, invece nacque una femmina per di più cieca e deforme perché paraplegica; il padre vergognandosi della figlia la nascose, dapprima la fece rinchiudere in una piccola cella costruita a ridosso della chiesa del castello, poi la allontanò in un edificio fuori dal castello e la fece accudire da un religioso che le diede i primi rudimenti di istruzione, poi dopo i cinque anni fu portata a Città di Castello dove fu abbandonata.
Ricordiamo che in quel periodo era facile far sparire una neonata deforme, affidandola per pochi spiccioli a qualche contadino di fuori zona o a persone senza scrupoli.
Ora pare che l’edificio, lontano dal castello dove visse la sua prima infanzia la Santa, sia proprio questo.
Per lontana tradizione, si diceva essere stata la casa paterna della Beata, in memoria della quale l’ultimo conte di Metola Raimondo Santinelli (morto nel 1774), a sue spese, aveva eretto un oratorio.
Una volta che il castello fu abbandonato e la chiesa di Santa Maria custodita entro le mura crollò, la devozione popolare si spostò in questo edificio dove venne venerata la Santa, venerazione che dura fino ai nostri giorni, anzi, ora che il processo di santificazione ha avuto il suo corso la fede e l’attaccamento a Santa Margherita è cresciuto a tal punto che il luogo sta assumendo la connotazione di un piccolo Santuario.
L’edificio è stato restaurato il 13 aprile 1920 nel centenario della morte della Santa (1320), come è ricordato da una lapide affissa all’interno.
Oggi questo Oratorio è mantenuto dalla pietà dei fedeli e da una Associazione, costituita di recente, con lo scopo di promuovere
tutte quelle iniziative (preghiere, celebrazioni, pellegrinaggi, pubblicazioni, ecc.) dirette a far conoscere la vita della Beata e a diffonderne il culto.
Aspetto esterno
L’edificio, se è il luogo dove realmente è vissuta la Santa, sicuramente non è lo stesso dell’epoca ma ha subito diverse trasformazioni e riadattamenti, in quanto parliamo dell’epoca medievale intorno al XIII secolo.
Si tratta di un corpo principale a cui è stato addossata una struttura ora adibita a cucina e locale di servizio; il tetto è a capanna con un campanile a vela in asse con il portale; la muratura non fa pensare ad un edificio medievale, ma molto più tardo.
Interno
L’interno è ad aula unica con l’altare addossato alla parete la quale, oltre all’immagine di Santa Margherita, contiene numerose immagini sacre ed ex voto.
La parete destra presenta una finestra che illumina la modesta navata mentre la parete sinistra non ha finestre in quanto in corrispondenza con il l’attiguo locale di servizio e sacrestia.
Accanto all’altare a sinistra si nota una statua della Santa Titolare.
In controfacciata sotto ad una finestra del viandante c’è un tavolino con un registro dei devoti che lasciano traccia del proprio passaggio; accanto all’altra finestra un’acquasantiera semi incassata alla parete.
Via Crucis
Il percorso che dalla vale sale fino alla chiesa è segnato dalle stazioni della Via Crucis piantate su pali di legno; questo è il frutto di una donazione fatta da una devota di nome Rossella Bernardini che ha anche realizzato una nicchia con la Vergine sul sagrato della chiesa nonché dei rosari particolari a forma di margherita per i non vedenti, il tutto ispirato da un sogno che ha cambiato la sua vita; infatti Rossella aveva ricevuto una piccola eredità da una sua zia non vedente che era venuta a mancare e attraverso un messaggio della Santa comunicato attraverso il sogno ha deciso di dedicare questo lascito per valorizzare la figura di Santa Margherita e allo stesso tempo lasciare un segno materiale a coloro che avevano delle disabilità sia fisiche che interiori come la Santa che ne era patrona.
E’ così che sono state realizzate le stazioni per coloro che con devozione iniziano la salita al santuario e allo stesso tempo ha realizzato un rosario che rappresentasse a pieno gli attributi di Santa Margherita sia per chi vede e per chi non vede; l’immagine del rosario raffigura il cuore con la rappresentazione della Sacra Famiglia che era il suo simbolo impresso nel suo cuore.
Allo stesso tempo è stato realizzato un opuscolo con la storia della Santa leggibile anche dai non vedenti.
Forte è la devozione di Rossella ma non solo infatti numerose persone si sono associate e seguendo il suo impulso hanno dato vita ad una associazione che cura il Santuario e organizza delle processioni periodiche.
Santa Margherita della Mètola
Il percorso biografico di Margherita da Città di Castello (1287 ca. – 13 aprile 1320), penitente/terziaria domenicana, poggia su di una legenda pervenutaci in due diverse redazioni latine.
Margherita nasce cieca e con altri handicap da nobili genitori (Parisio ed Emilia) nel castello di Metola nella Massa Trabaria da una famiglia della piccola nobiltà, il padre era castellano.
Nata cieca e deforme, fu rinchiusa dal padre in una piccola cella costruita a ridosso della chiesa del castello in modo che restasse nascosta agli occhi del mondo, infatti la famiglia che si aspettava un figlio maschio si vergognava di farla vedere.
Fu seguita sin da piccola da un religioso che oltre a prendersi cura di Lei la istruì e lei riuscì persino ad apprendere a memoria 150 salmi.
La fanciulla fin da sette anni avrebbe iniziato una vita di penitenza con digiuni e cilicio.
Nella speranza del miracolo della guarigione, i genitori la portano a Città di Castello presso il sepolcro di un frate Minore, pio e devoto, morto poco prima (il beato Giacomo); ma il miracolo non avviene e la fanciulla è abbandonata in questa città.
Margherita vive girovagando e mendicando fino a quando viene accolta nel monasteriolum di Santa Margherita; ma dalle religiose di questo luogo viene poi espulsa, trovando approdo nella casa dei coniugi Venturino e Grigia.
Qui comincia a operare miracoli vivendo in orazione, praticando forme penitenziali e adoperandosi per la pacificazione tra le famiglie.
Porta l’abito dei frati Predicatori e frequenta la loro chiesa.
Muore nella casa di Venturino e Grigia il 13 aprile 1320.
Il corpo, con grande concorso di popolo, è portato presso la chiesa dei Predicatori; nel cuore di Margherita vennero identificate tre pietre con immagini riferite alla Natività e allo Spirito Santo.
Margherita dovette godere fama di santità già in vita se è vero che a lei si riferisce Ubertino da Casale nel suo “Arbor vitae crucifixae Iesu” parlando di una “prudentissima virgo de Civitate Castelli“.
Nel 1395 a Città di Castello il culto e la devozione per la Beata dovevano essere già stati istituzionalizzati.
Il culto fu autorizzato da Paolo V nel 1609.
Nel 1988 è stata proclamata patrona dei portatori di handicap nelle rispettive diocesi dal vescovo di Città di Castello e dall’arcivescovo di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado.
Nel 2004 è stato depositato presso la Congregazione delle cause dei santi il materiale per l’eventuale canonizzazione.
L’11 dicembre 2019, papa Francesco, durante l’udienza concessa al cardinal Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzò la preparazione della “Positio super canonizatione aequipollenti“.
La Seduta dei Consultori Storici si tenne il 29 settembre 2020, con esito affermativo, seguita dal Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, celebrato il 26 gennaio 2021, con esito affermativo.
La Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi si riunì invece il 13 aprile 2021, con esito affermativo.
Il 24 aprile 2021, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco confermò le conclusioni della Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi e decise di estendere alla Chiesa universale il culto della Beata Margherita di Città di Castello, iscrivendola nel catalogo dei Santi dopo oltre 700 anni dalla sua morte.
Nota di ringraziamento
Ringrazio sentitamente Rossella Bernardini per la sua straordinaria devozione e per la sua smisurata disponibilità e pazienza nei miei confronti.
Fonti documentative
http://www.cittadicastello.chiesacattolica.it/beata-margherita-da-citta-di-castello/
AAVV – Guida storico-artistica alle Chiese i Sant’Angelo in Vado – 2005
Mappa
Link alle coordinate: 43.636436 12.377356