Oratorio della SS. Trinità – Sassocorvaro (PU)

Cenni Storici

Nel 1722 da parte dell’Abate D. Gaspare Fabrini, su licenza del Vescovo diUrbania Castelli, fu eretto e fondato l’Oratorio della SS. Trinità, entro laterra Di Sassocorvaro, Diocesi di Urbania, Da un inventario notarileconservato in forma autentica nella curia vescovile di Urbania, del 1727 sirileva la dote di reliquie in possesso dell’oratorio tra cui il corpo diS. Valentino Martire, (cranio ed altre ossa) con sua autentica. Nel corso degli anni successivi la reliquia fu costantemente presente nellachiesuola di Sassocorvaro che subì la perdita (o vendita) di altre reliquienonché danni rilevanti a seguito di movimenti tellurici. Nei 1880, la chiesarestaurata, riprese a nuova vita, soprattutto per il culto diffuso da essa edalla preziosa reliquia del capo e delle ossa di S.Valentino martire evescovo romano di Terni, protettore degli innamorati, divenuto in base allacredenza diffusa nel Medioevo, specialmente in Francia ed in Inghilterra,che il 14 febbraio, festa di S.Valentino, gli uccelli inizino adaccoppiarsi. La presenza della Reliquia di S.Valentino martire, messe in particolareevidenza tra le molte esposte in venerazione nell’Oratorio della SS.Trinitàdi Sassocorvaro, è quindi costante a partire dalla prima citazione delle”molte reliquie” presenti nell’oratorio del 19 aprile 1726 e ripresadall’inventario del 1727. La storia della reliquia di San Valentino Martireci viene in parte svelata e documentata dall’autentica, rilasciata il 27ottobre 1747 dai Vicario Apostolico di Urbania e di S.Angelo in Vado,Eustachio Carotti, conservata in originale. Da l’autentica apprendiamo cheGiovanni Battista Fabbri (erede del fondatore Fabrini) di Sassocorvaropresenta a Monsignor Eustachio Carotti, dottore in ambo le leggi, laureatoin Teologia e filosofia, canonico teologo della Cattedrale di Urbania,Vicario Apostolico delle Diocesi di Urbania e di Sant’Angelo in Vado, ilcorpo di S Valentino assieme al suo documento di autenticità, dove sidichiara che quel corpo era stato estratto dal cimitero di San Calepodio erinchiuso in una cassetta di legno con grata dorata nella parte superiore,sigillata dal Padre Fra Pier Lamberto Ledrouhoyense vescovo titolare diPorfiro. Prefetto del Sacrario Apostolico di Roma. Giovanni Battista Fabbrichiede che “quella reliquia, a maggior gloria di Dio e venerazione delSanto, sia riposta in altra cassetta di Segno di colore nero ed impreziositadi comici dorate… ” Il Vicario apostolico acconsente alla richiesta,appone i suoi sigilli e firma l’atto. In questo modo ora la reliquia sitrova in Sassocorvaro con l’autentica dell’atto.

Don Marco Grenci

 

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