Oratorio della Carità – Fabriano (AN)

Cenni Storici

Le Confraternite: origini e sviluppo

L’origine delle Confraternite affonda le sue radici in epoca carolingia quando cominciarono a formarsi le prime associazioni di laici. La loro esistenza è documentata dal sec. XIII, in piena età comunale, quando come corporazioni, composte soprattutto da fedeli laici, canonicamente erette e governate da un superiore, promossero la vita cristiana attraverso la pratica di opere buone dirette al culto divino o alla carità verso il prossimo anticipando il moderno volontariato. Esse avevano, infatti finalità filantropiche, quali l’assistenza agli infermi, la solidarietà verso i poveri e gli stranieri, lo svolgimento dei funerali e riti di suffragio per i defunti. Ogni confraternita possedeva, a seconda della sua importanza, un altare, una cappella, una chiesa dove i confratelli avevano la possibilità di riunirsi per assistere a funzioni religiose. Dopo il Concilio di Trento (1545-1563) lo sviluppo di tali associazioni fu ulteriormente favorito dalla chiesa che, nel suo processo di rinnovamento, intensificò l’attuazione di forme caritative e assistenziali sopperendo in tal modo l’assenza di politiche sociali e dì istituzioni civili. Nell’ambito delle attività delle confraternite confluirono l’insegnamento del catechismo, la diffusione della frequenza dei Sacramenti, le riunioni di preghiera ecc. La Compagnia aveva una propria organizzazione, statuti, poteva accettare lasciti,possedere beni immobili, amministrare la propria cassa, gestire patrimoni notevoli, avere quindi la possibilità di commissionare opere e arredi sacri di notevole valore con cui arricchire sedi e oratori.

LA CONFRATERNITA DELLA CARITÀ A FABRIANO – L’ORATORIO DELLA CARITÀ

Nata a Salò nel 1542 la Confraternita della Carità fu fondata a Fabriano dal monaco camaldolese Benedetto; i suoi statuti furono definiti su quelli della confraternita dei Pellegrini costituita da S. Filippo Neri. Nel 1587 personaggi facoltosi e di comprovate qualità morali eressero l’Oratorio su un terreno comunale precedentemente appartenuto al convento di S. Francesco la cui splendida chiesa sorgeva vicino. L’edificio fu ultimato nel 1597 e nel 1598 iniziarono i lavori di decorazione plastica ad opera di Pietro Ricci di S. Arcangelo e quelli di decorazione pittorica commissionati all’urbinate Filippo Bellini coadiuvato dall’anconetano Fedele Palazzini. Nel 1602 l’opera terminò, dopo qualche problema con il pittore che non si era accontentato del prezzo pattuito (e per questo dopo la decorazione dei due primi riquadri interruppe i lavori) e infatti ricevette 50 scudi in più per un totale di 575. La volta a botte originale affrescata da Fedele Palazzini crollò a causa del sisma del 1742. L’Oratorio è proprietà del Comune di Fabriano, essendo stata sciolta nel 1798-99 la Confraternita ed è aperto al pubblico dopo il restauro successivo al sisma del 1997 perché precedentemente era deposito della biblioteca comunale. Il grande edificio si presenta in forma rettangolare, con soffitto a capriate che risale al secolo scorso, una banconata lignea che corre lungo le pareti coperte da riquadri affrescati. Sopra la porta d’ingresso, la cantoria, con la mostra d’organo su cui sono raffigurati vari personaggi biblici legati alla musica a monocromo su tela. L’organo è stato tolto all’inizio del secolo XX così come l’altare con paliotto in legno dorato, decorato da Ambrogio Basiliano monaco greco, che era posto alla base della tela della Deposizione e sono entrambi conservati altrove… La struttura fu rinforzata lateralmente nel 1624 con le sale attigue e l’attuale ingresso e subì notevoli restauri al tetto e ai muri perimetrali. A metà ottocento fu chiusa la porta di accesso alla cantoria e per questo una parte del primo affresco a sinistra è sostituta da pittura su tela. All’esterno il portale gotico (sec.XIV )proviene all’antico Monastero di S. Antonio fuori le mura.

FILIPPO BELLINI

Filippo Bellini urbinate (1550-1603), allievo di F. Barocci (1535-1612), conobbe l’opera degli Zuccari, degli artisti che facevano capo al manierismo romano, dei pittori veneti e di quelli fiamminghi operanti nelle Marche, Ernest van Schayck, Hans Rottenhammar, Dionigi Calvaert (come si può notare nelle scene di fondo particolarmente riuscite, ricche di dettagli veristici e narrativi). Buone qualità disegnative, genialità d’invenzione, agilità dei movimenti fanno ritenere Filippo Bellini seguace non indegno degli Zuccari e del Barocci (R. Sassi – Oratorio della Carità – Rassegna Marchigiana,1923). Negli affreschi confluisce la complessa vena degli umori del pittore, che dà luogo ad una felice fusione tra gusto pittorico profondamente inteso e virtù disegnative (G. Donnini L’Azione 29 Marzo 1997). Come altri pittori marchigiani, Filippo Bellini predilige i cicli decorativi a stucchi e affreschi e la sua opera all’Oratorio, dimostra capacità di organizzare superfici (scene su più piani), padronanza di strutture spaziali, minuzia descrittiva, gusto nell’esecuzione e un certo distacco dallo stile baroccesco. I migliori risultati pittorici si notano sui fondi trattati con spirito e vena anedottica a lievi e rapidi tocchi, in luci evanescenti (B. Molaioli Guida artistica di Fabriano). F. Bellini dipinse in Urbino nel 1576 e dai 1581 al 1583, a Ostra, Osimo, Loreto, Ancona nel 1586, Recanati nel 1592, Jesi nel 1595, Macerata nel suo ultimo anno di vita. Mori in Ancona nel 1603.

Per approfondimenti maggiori: www.fabrianoturismo.it

 

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