Oratorio del Sacramento – Eggi di Spoleto (PG)
Cenni Storici
Le prime notizie risalgono al 1571, in occasione della visita pastorale di Pietro de Lunel; della confraternita esiste una documentazione d’archivio molto limitata, si conosce uno statuto del 1795 e tre lacunosi registri ove sono annotate le entrate e le uscite dal 1589 al 1742.
Nel 1715 l’ospedale annesso alla chiesa e gestito dalla confraternita disponeva di 4 stanze “due per alloggiare i pellegrini e due per uso della spedaliera“.
L’ospedale chiuse nello stesso anno per ordine del vescovo Lascaris “attesi li gravi inconvenienti che nascono nelle stanze destinate per l’ospedale annesso alla suddetta fraternità“.
A fianco vi è l’ospedale, costituito dalla casa per l’ospitaliera, il cancello per delimitare l’isolamento, un ambiente vasto ad uso di corsia, una cucina ed altre stanze di servizio; al piano terra il magazzino del Monte Frumentario.
Aspetto esterno
La costruzione, in pietrame, ha la copertura a due spioventi.
Prende la luce da un oculo, posto in al centro della facciata, modesta all’esterno, è ornata da un unico portale in laterizio.
Interno
Al suo interno l’oratorio risulta spoglio ed essenziale, la parete di sinistra doveva essere interamente affrescata, ne affiorano tracce, tra cui una Madonna col Bambino del XV secolo.
La parete d’altare è decorata da una Deposizione, datata 1574, da attribuirsi a un Angelucci da Mevale.
Nella parete dietro l’altar maggiore, in un ambiente destinato a sagrestia e purtroppo non agibile, a sinistra la Resurrezione di Cristo, al centro il Cristo in Croce contornato dalla Madonna, dalla Maddalena, da San Francesco e San Giovanni Evangelista.
Sotto, a destra e a sinistra di una piccola nicchia corre una scritta che esalta la devozione in Cristo, con la data 1574, l’immagine di dieci confratelli vestiti nel tipico sacco di una compagnia di disciplina, sulla destra, in alto, la Natività.
Fonti documentative
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Trevi lungo la Flaminia, Itinerari Spoletini 5, Spoleto, 1979
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.