Oppidum di Bellona – Monte Murlo di Preggio (PG)

I reperti, in gran parte interrati per scoraggiare scavatori clandestini, sono presenti in una proprietà privata quindi difficilmente visitabili.

 

Cenni Storici

L’età del Ferro vede questo territorio collocarsi sulla linea di contatto tra la cultura umbra e quella etrusca lungo cui si sviluppano e si intensificano i traffici e gli scambi interculturali.
L’influenza etrusca trova in questo territorio, in quanto zona di pertinenza all’incrocio tra Cortona, Perugia e i centri umbri, l’area di espansione naturale verso i territori padano-romagnoli e l’area adriatica del Piceno.
Un elemento che ha fortemente caratterizzato lo sviluppo di insediamenti umani è il fiume Tevere che ha rappresentato, oltre che una fonte di approvvigionamento e di ricchezza, anche una rigida linea di confine tra l’Italia centrale occidentale e quella orientale; infatti in età arcaica le aree alla destra del Tevere sono considerate tradizionalmente etrusche mentre quelle a sinistra erano insediate dagli Umbri.
L’organizzazione territoriale prevedeva un’occupazione con insediamenti sommitali, sia come centri abitati (ad es. La Cerchiaia sulle pendici di Monte Acuto) sia come santuari (ad es. Monte Murlo e Monte Acuto), controllati da una classe principesca locale a carattere guerriero che accumula e ostenta beni di lusso come affermazione del proprio ruolo e del proprio prestigio all’interno di una società in rapido processo di urbanizzazione.
Questi insediamenti sommitali posti a distanza anche ravvicinata, garantivano un efficace controllo della valle e delle vie di comunicazione verso l’interno ed erano grossomodo distribuiti lungo un asse montuoso che va da Monte Tezio, Monte Acuto, Monte Migianella, Monte Bastiola, tutti interessati dalla presenza di fortificazioni sommitali a vallo ed aggere disposti in comunicazione visiva tra loro su un’area che va dal territorio perugino, a quello del Trasimeno, a quello cortonese.
Il monte Murlo (818 m s.l.m.), conosciuto localmente come Monte di Bellona, per la presenza di un fosso con tale nome, prende probabilmente il nome dal termine murulus, muro emergente, per la presenza di una cerchia muraria sulla sommità, occupata da un insediamento fortificato di età preromana.
Bellona o Bellonia costituiva un importante snodo stradale, giacché si trovava lungo la via più breve che congiungeva Perugia a Cortona, e sulla strada che unisce l’Alta Valle del Tevere al Lago Trasimeno.
Gli scavi e le indagini furono effettuati negli anni 1969-1970, a seguito dei lavori per la lottizzazione del monte; le opere avevano già interessato e distrutto un tratto di muratura, e nel 2003-2004, hanno scoperto lunghi tratti di mura, che originariamente circondavano tutta la sommità e che, pur nell’attuale stato di conservazione, consentono di ricostruire il percorso del recinto e l’estensione dello stanziamento.
La cerchia muraria, lunga 520 m circa, ma purtroppo mancante nel settore meridionale, è costruita con blocchi di pietra arenaria, in parte squadrati e sovrapposti in filari regolari, in parte solo sbozzati, posti a secco, e impostati sulla roccia.
L’insediamento ha forma pressoché ellissoidale, ed occupa un’area di 11.000 metri quadrati, piuttosto scoscesa e già difesa naturalmente da forti pendii.
Le indagini condotte all’interno dell’oppidum hanno permesso di individuare nella parte più alta i resti di un edificio, purtroppo notevolmente danneggiato dai clandestini e dalla fitta boscaglia; addossato alla cerchia muraria, a pianta rettangolare, è costruito con blocchi di arenaria messi a secco, e occupa un’area di 20 x 10 m; sono state individuate tre murature, due si incontrano ad angolo retto e verso est due blocchi recano segni di posa di colonna.
Si potrebbe trattare, considerata la posizione più elevata rispetto al resto, di un posto di avvistamento e di controllo, che, in determinati ambienti boschivi, acquista anche un carattere sacro.
Nella zona meridionale gli scavi hanno messo in luce due tratti delle mura, nel settore meglio conservato, che si incrociano ad angolo retto; lunghi 4,50 e 8,30 m, spessi 1,10 e alti circa 0,80 m presentano due filari sovrapposti di blocchi con zeppature in laterizio e paramento regolare sul davanti.
Le due murature sono legate da un piano di calpestio formato da blocchi di arenaria.
A ridosso delle strutture una fossa circolare di circa 3 m di diametro, profonda circa 2 m è identificabile come fornace, per la presenza lungo il perimetro di uno spesso strato di bruciato, di concotto con estese tracce di vetrificazione.
Dall’area provengono moltissimi laterizi e frammenti di orci; sono stati rinvenuti inoltre anche se in numero molto esiguo alcuni frammenti di ceramica comune, un fondo di patera a vernice nera, alcune pareti di sigillata italica e pareti sottili, che insieme ad alcune monete forniscono dati per la cronologia del sito, inquadrabile tra il II sec. a.C. ed il I sec. d.C.
Sei sono le monete rinvenute, tra queste si segnalano due d’argento: un quinario di T. Cloulius databile al 98 a.C. ed un denario di C. Vibius C. f C. n. Pansa del 48 a.C., rinvenuto nel terreno di riempimento della fornace.
Tra le monete di bronzo, per lo più illeggibili, è degna di nota la presenza di tre assi della serie sestantale-onciale di cui due dimezzati.
Questi ultimi sembrano fornire un termine cronologico per la frequentazione del sito almeno fino all’ultimo quarto del I sec. a.C.
Nel corso degli scavi è venuta inoltre alla luce, a poca profondità al di sotto del piano di calpestio una statua frammentaria, già ricavata in un solo blocco di arenaria, la cui superficie risulta solamente scalpellata (alt. 0,90 m); priva della testa ha le braccia aderenti al corpo e conserva solo la parte del torso che va dalla base del collo all’attacco delle gambe.
Forse la testa si potrebbe individuare in un reperto frammentario (una testa) in arenaria murata in una parete di una abitazione in località Celle che potrebbe forse essere pertinente alla statua.
All’esterno del recinto murario nel settore nord-ovest, all’interno del bosco, è una struttura a pianta rettangolare (8,40 x 8,70 m), formata da muretti costruiti con blocchetti di arenaria disposti a secco, le cui fondazioni si trovano a circa 1,10 m dal piano di calpestio.
Dalla zona proviene anche un blocco in arenaria ben squadrato con un simbolo mercantile sul davanti, croce con monogramma ad indicare una frequentazione del luogo tra la fine del XIII e il XV secolo.
L’oppidum fortificato databile alla tarda età ellenistica-primo imperiale presenta un rilevante interesse archeologico e topografico, ubicato in una posizione strategica molto importante, in una zona di confine tra i territori etruschi di Perugia e Cortona e quelli abitati dalle popolazioni italiche, lungo la via verso il Trasimeno, svolgendo quindi un ruolo notevole per i collegamenti nelle varie zone.
La sua fama continuò nei secoli come farebbe pensare la dedica votiva alla dea Fortuna di una donna Flavia Epictesis, su due lucerne bronzee, rinvenute in una non lontana località e che attestano la presenza di un luogo sacro nella zona.
Durante gli scavi del tratto di mura della zona meridionale si sono rinvenute diverse tipologie di materiali. Dall’area provengo tegole a pianta trapezoidale, alcune delle quali recano impresso sul piatto un marcato segno circolare praticato a crudo con la spatola.
Si sono rinvenuti inoltre frammenti di orli e pareti di orci, legati molto probabilmente ad un’attività produttiva connessa alla presenza della fornace.
Dall’esame preliminare di alcuni materiali, fin ad ora rinvenuti, è possibile datare la frequentazione del sito fra il II sec. a.C. e il I sec. d.C..
 

Fonti documentative

Luana Cenciaioli – l’Oppidum di Monte Murlo ad Umbertide – In “La città murata in Etruria” Atti del XXV Convegno di Studi Etruschi ed Italici Chianciano Terme – Sarteano – Chiusi 30 marzo – 3 aprile 2005
Sergio Occhiolupo – Vecchie e nuove acquisizioni ad Umbertide: le testimonianze dal territorio e lo scavo di Piazza del Mercato – Accademia EDU
Università degli Studi di Perugia, accademia Properziana del Subasio di Assisi – Assisi e gli Umbri nell’antichità – Atti del Convegno Internazionale Assisi 18-21 dicembre 1991

https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-preggio-umbertide-pg/

 

Da vedere nella zona

Tomba Etrusca di Sagraia – Preggio (PG)
 

Mappa

Link alle coordinate: 43.252352 12.246155

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