Nottoria – Norcia (PG)
Il posto è famoso per la presenza della monumentale quercia pluricentenaria fra le più grandi d’Italia ed è considerato “l’essere vivente” più grande e longevo dell’Umbria.
Cenni storici
Nottoria è una villa agricola posta all’estremo limite di una piccola valle, propaggine del Piano di Santa Scolastica, sull’antico percorso per la valle del Tronto.
Provenendo da Norcia si entra a Nottoria attraversando un bellissimo viale contornato da querce plurisecolari.
In questo luogo la presenza della quercia è sorprendente, gli abitanti di Nottoria sembrano nutrire una simpatia speciale, quasi un religioso rispetto, per questo splendido albero.
Le roverelle stanno lì, giovani, vecchie, plurisecolari, decadenti, a formare un bellissimo paesaggio.
La quercia intorno a Nottoria forma anche cospicui massicci boschivi e non è solo una reliquia.
È il caso di Monte Mùtaro, un blocco di bosco denso di roverelle staccato dagli altri; oppure le pendici di Cima Solemonte e di Monte Serra, con estesi querceti di roverella che circondano il territorio di Nottoria, con versanti ripidissimi e incombenti.
Una così alta presenza di roverella è giustificata dall’esposizione occidentale del luogo, con chiusura totale a oriente e settentrione, e dal suolo xerico-termofilo essenzialmente detritico.
Prima di entrare nell’abitato, in posizione leggermente defilata, lungo strada che porta a Frascaro, si erge maestosa, solitaria e silenziosa la più grande quercia plurisecolare di tutto il comprensorio.
Di straordinarie dimensioni, ha un’altezza di 22 metri., una circonferenza del tronco di 5,40 metri, mentre quella della sua chioma supera abbondantemente i 30 metri.
Si stima abbia circa 300 anni.
Imponente e maestosa, nonostante la sua veneranda età, la grande quercia si è ancora forte e vigorosa, con la sterminata cupola ad ombrello, le enormi branche ed il gigantesco tronco.
I suoi rami che si intrecciano come in un gioco di linee orizzontali sembrano toccare il cielo e le sue radici penetrano in profondità nella terra in cerca della linfa vitale e preziosa che la rende vigorosa e lussureggiante.
Per la sua austerità, il suo portamento elegante e la sensazione di forza e sicurezza che essa trasmette, merita sicuramente una visita e sarà impossibile non soffermarsi a lungo per contemplarla.
La grande Quercia non è sola, sulla stradetta, sui campi e perfino nel bosco circostante, altri esemplari torreggiano imponenti, pur senza raggiungere la sua eccezionalità.
L’abitato è distinto in due nuclei, il più antico in condizioni statiche precarie e con numerosi edifici in abbandono, il più recente ove sono stati approvati interventi di risanamento e costruiti nuovi fabbricati, ma che è stato severamente danneggiato dal terremoto del 2016.
All’interno del primo nucleo si trova una piccola chiesa devozionale, intitolata alla Madonna di Loreto.
Chiesa di Santo Stefano
A Nottoria esisteva una chiesa antica intitolata a Santo Stefano, primo martire della religione cristiana, situata ai piedi del Monte Terrìa ma, purtroppo, oggi si presenta in condizioni pessime e sotto forma di rudere con muri pericolanti e seppellita dalla vegetazione.
Il decadimento progressivo e la lontananza dal paese, portarono al suo abbandono totale ed alla costruzione di una nuova Chiesa all’interno dell’abitato intitolata a Santa Maria della Cerquiglia che assunse anche il nome di Chiesa di Santo Stefano.
Eretta nel XVI secolo presenta una larga facciata a capanna con due oculi posti frontalmente ed un piccolo campanile a vela.
Sul lato destro invece, posto sotto un tetto, è posta una targa a ricordo dei concittadini che con onore hanno combattuto e perso la vita durante la Prima Guerra Mondiale.
L’interno si presenta suddiviso in due navate; in quella di sinistra è possibile ammirare un grande fonte battesimale del XVI sec. ed un altare barocco dedicato a San Francesco mentre in quella di destra si trova l’altare principale con tele e dipinti del 1600, realizzati da artisti dell’epoca, raffiguranti Santo Stefano, la Madonna Addolorata di Norcia, Santa Scolastica e San Benedetto che sorregge un modellino di Norcia.
La tela Il perdono di Assisi del pittore francese Jean Lhomme è stato vigliaccamente trafugata dopo il terremoto del 2016.
Alcuni elementi sono stati recuperati dalla vecchia chiesa di Santo Stefano come per esempio il sostegno della mensa e l’acquasantiera posta accanto, così come le due colonne ottagonali con capitelli romanici addossate al muro.
Fonti documentative
Toscano B., Giacchè L., Ragni B., (1977), L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.