Museo della Ceramica – Casteldilago di Arrone (TR)
Cenni Storici
Durante dei lavori di ristrutturazione sono stati rinvenuti, all’interno di un “butto“, antica cisterna utilizzata come discarica, numerosi oggetti di uso comune: cocci in ceramica, ossi provenienti da resti alimentari, oggetti in metallo e pezzi di vetro.
Si tratta in particolare dei seguenti reperti: maioliche, di ottima qualità, decorate con stemmi di famiglie nobili (Orsini, Medici, Lauri, Clementini); ceramiche da cucina; frammenti di calici, di bottiglie e di bicchieri di vetro.
Inoltre sono stati ritrovati degli oggetti curiosi, come ad esempio: giocattoli, fibbie e bottoni, due campanelli, uno di ceramica e uno in metallo per le mucche o i maiali, un salvadanaio, qualche piccola moneta e due grandi vasi da notte del XVI secolo, uno dei quali quasi intatto.
Le maioliche ritrovate provengono tutte da fabbriche di ceramica dell’Italia centrale: Deruta, Gubbio, Spoleto, Todi, Acquapendente e Bagnoregio.
Inoltre sono presenti pezzi provenienti da due o tre fornaci locali non ancora identificate.
Gli oggetti sono stati puliti, conservati e catalogati da Timothy Clifford, studioso inglese ed ex direttore della galleria nazionale di Scozia, lui stesso abitante di Casteldilago, e che, con grande perizia scientifica, ha contestualizzato i reperti nei rispettivi periodi storici.
Di particolare interesse i reperti provenienti dalla fornace di Spoleto, sconosciuta prima di tali ritrovamenti.
In data 1° dicembre 1540 la fabbrica di Mariotto di Cristoforo da Deruta e Tommaso di Pietro da Faenza stipulò un contratto con i fratelli Lorentino e Girolamo Grassi per aprire una fornace per la maiolica a Spoleto nella contrada della Valle, vicino al monastero del Palazzo, oggi Via dell’Anfiteatro.
Duccio Marignoli, presidente della The Marignoli di Montecorona Foundation, durante i lavori per risistemare una fogna ha trovato degli scarti di fornace con gli stessi disegni.
Infine molti pezzi sono stati trovati nella Rocca di Spoleto, ma alcuni anche in quella di Narni e confermano la presenza di una produzione locale.
Per le visite
Per prenotare visite al museo contattare il signor Enzo Dionisi 3209017976.
Curiosità
Diomede, un esponente della famiglia Lauri, una delle più cospicue di Spoleto, è stato notaio e cancelliere a Casteldilago nel 1563 ed il suo stemma si ritrova nel museo.
Legata alla famiglia è una bella storia d’amore.
Fiordespina Lauri, vissuta nella prima metà del 1500, era la bella moglie di Filolauro Lauri.
La leggenda vuole che tale Antonluigi Migliorelli se ne innamorò al punto da molestarla e poiché ne era respinto organizzò un attentato a Filolauro, di notte, vicino casa.
Fiordespina udendo le urla scese in strada con una piccola lancia e, vedendo il marito sul punto di soccombere, trafisse il Migliorelli a morte.
L’indomani il podestà, in quell’epoca lucchese, fece arrestare i due Lauri e torturò Fiordespina per farle confessare il delitto, ma lei non parlò.
Allora iniziò a torturare suo marito, già ferito nella notte, ed a quel punto Fiordespina confessò. Scoperta la colpa il governatore chiamò il padre di Antoluigi Migliorelli e questi riconobbe le colpe del figlio e diede il perdono a Fiordespina, che poté così far ritorno a casa col marito e guarirlo.
Fonti documentative
SIR TIMOTHY CLIFFORD, Majolica made in Spoleto finally identified, in Spoletium n. 48/4 2012
https://www.aboutumbriamagazine.it/2017/12/05/quando-i-cocci-diventano-arte/
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia il signor il signor Enzo Dionisi per la sua cortesia e disponibilità, nonché per le preziose informazioni fornite.