Museo civico e Foro romano – Assisi (PG)

Cenni Storici

Accanto alla tradizionale immagine di una Assisi medievale, legata alla figura di San Francesco, c’è quella di una Assisi romana, altrettanto interessante, che ha impegnato molto la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria nei suoi compiti di ricerca e salvaguardia. Assisi passò sotto la sfera di influenza romana a partire dal III secolo a.C. per un trattato che la impegnava a fornire contingenti militari e nel 90 a.C. divenne municipio. Parte del territorio, dopo il 41 a.C. venne confiscato e assegnato alla vicina Spello. Negli stessi anni Assisi diede i natali a Properzio, uno dei massimi poeti elegiaci del tempo. La collezione archeologica pertinente al municipio si trova nel Museo del Foro Romano, in parte ospitato nella cripta di San Nicolò ma che si estende sulla superficie sotto la piazza, fino a giungere in una sala in cui è visibile il lastricato della zona meridionale dell’antico foro.

La collezione archeologica
Il primo nucleo della raccolta risale al 1790-1794, quando circa 40 iscrizioni romane provenienti dalla città vennero esposte all’interno del colonnato del tempio della Minerva. Ulteriori acquisizioni si ebbero a partire dal 1826 fino ai primi decenni del Novecento ad opera dell’Accademia properziana e in primo luogo attraverso donazioni di privati. L’incremento di oggetti costrinse a portarne una parte in alcune sale del Comune, finché nel 1890 l0intera raccolta venne collocata nel Convento di Sant’Antonio da Padova. L’istituzione di un vero e proprio museo civico risale al 1904. Nel 1934 ci fu il trasferimento degli oggetti alla cripta di San Nicolò, che per l’occasione fu integralmente sistemata e collegata all’area archeologica sottostante la piazza del Comune. Oltre alle lapidi di modeste o grandi dimensioni, di particolare interesse sono alcuni manufatti notevoli, come altorilievi, sculture e statue, nonché alcune urne cinerarie. Nel 2008 è terminato l’intervento di ristrutturazione e risanamento conservativo dietro del foro Romano di Assisi dietro la direzione della Dottoressa Maria Laura Manca (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria)e con il progetto dell’Architetto Leonardo Del Piccolo, così è stato riaperto al pubblico il foro romano ovvero l’antica piazza della città di Assisi, da www.studiodelpiccolo.it: “il progetto ha avuto lo scopo di rendere facilmente accessibile il sito archeologico, tramite una passerella in vetro, che ha garantito a tutti la sicurezza nell’intero percorso facendo ammirare l’antica pavimentazione originaria. Le murature sono state bonificate dall’acqua ed è stato collocato un idoneo impianto di deumidificazione; una nuova illuminazione valorizza sia le strutture murarie del foro che i materiali in esso conservato. È stata aperta al pubblico la “sala delle volte” che permette una visione completa del foro. Procedendo dal lato corto orientale, dove erano collocate le tabernae, si arriva di nuovo al lato lungo della piazza dove è stata rimessa in luce gran parte della pavimentazione originaria. All’interno del Museo vi è un modello scala 1:50 del tempio della Minerva e del foro (proveniente dal Museo della Civiltà romana di Roma) completa l’aspetto didattico del sito.

Il Foro Romano
Con il termine “foro” si intende lo spazio destinato alle manifestazioni civili e sacre, allo scambio di commerci, comizi, dibattiti… che ad Assisi coincideva con parte della terrazza meridionale, comprendente anche il tempio e un’area sacra circostante. Il visitatore deve compiere un piccolo sforzo di immaginazione nel concepirne la struttura, in quanto ciò che fu realizzato nel I secolo a.C., oggi si trova in parte sotterraneo alla Piazza del Comune: in età comunale, infatti, si decise di ricoprire i resti dell’antica città romana e costruire un nuovo centro cittadino. Pur in assenza di una documentazione precisa che certifichi l’effettiva funzione di foro o di santuario, possiamo ragionevolmente presumere la prima, per la presenza del tribunale (suggestum), in grandi parallelepipedi di calcare rosa, a tre gradoni, sui quali è possibile leggere delle incisioni: la struttura avrebbe dovuto ospitare i sedili destinati ai sette magistrati, i quinqueviri e i due quattuorviri iure dicundo. Di fronte alla pedana del tribunale, al centro della piazza, si trova un basamento con iscrizione, che sorreggeva, tra quattro colonne poste agli angoli (tetrastilo) le statue raffiguranti i Dioscuri, Castore e Polluce (inizi I secolo d.C.). A queste divinità, figli di Giove, probabilmente era dedicato l’intero complesso sacro. Un muro di travertino in opus quadratum collegava il piazzale sottostante alla terrazza superiore su cui si ergeva il tempio; successivamente furono costruite delle gradinate simmetriche per facilitarne il passaggio, visibili (ma non accessibili) dal percorso degli scavi. Sono altresì riscontrabili due fontane o cisterne, antica testimonianza dell’importanza che l’acqua ricopriva per Assisi. Una di queste è pienamente riconoscibile in quanto pressoché intatta, con una camera dalle pareti lisce e voltata e un parapetto con funzione di argine. L’altra, invece, è inglobata nel muro della Chiesa di San Nicolò ed è identificabile solo in parte.

Per approfondimenti maggiori:
www.sistemamuseo.it
it.wikipedia.org

 

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