Museo Archeologico Statale – Spoleto (PG)


 

Cenni Storici

Il Museo Archeologico Statale di Spoleto è ospitato dal 1985 all’interno dell’ex monastero di Sant’Agata, sorto alla fine del XIV secolo nell’area del Teatro Romano.
Il monastero fu sede dal 1395 di una comunità monastica benedettina, che collegò le antiche abitazioni della famiglia Corvi, ereditate da una consorella, all’adiacente chiesa parrocchiale di Sant’Agata, edificata in età altomedievale sulla scena del Teatro Romano.
Nel piano terra sono conservati iscrizioni e lapidi funerarie, reperti provenienti dalla necropoli di Cortaccione, dall’area cimiteriale rinvenuta presso lo stabilimento di Coricelli, dalla villa Rustica di Eggi, dal monumento funerario della chiesa di San Lorenzo in Collerisana, dall’area di San Pietro.
Al piano terra del museo è allestita altresì la sezione dedicata al Teatro Romano, introduttiva alla visita dei resti del monumento, riportati alla luce tra il XIX e XX secolo in seguito agli scavi condotti dall’archeologo spoletino Giuseppe Sordini.
Si segnala una notevole ritratto di Augusto, di un personaggio locale, forse Calvisio Sabino, della cerchia di Giulio Cesare e probabile promotore della costruzione del teatro.

Il primo piano del Museo è dedicato alle testimonianze archeologiche di Spoleto: sono esposti reperti provenienti dal centro urbano e dal territorio circostante che raccontano le varie fasi di sviluppo della città, dalle origini nella media Età del Bronzo (metà del II millennio a. C.) alla fase preromana, quando divenne un importante insediamento del popolo degli Umbri, testimoniato dai ricchi corredi funebri del VII-VI sec. a.C. rinvenuti nella necropoli, all’arrivo dei Romani, con la fondazione della colonia latina nel 241 a.C. e la costituzione del municipium nel 90 a.C. Si ammirano reperti provenienti dalle necropoli di Piazza d’armi.
Una parte dell’esposizione è dedicata agli interventi archeologici effettuati sul colle Sant’Elia, dove sorge la Rocca Albornoziana.
Tra i reperti più interessanti si segnala un grande vaso biconico decorato con motivo a teste di uccello stilizzate e contrapposte.
La serie di bronzetti votivi databili tra VI e V secolo a.C. costituisce la più antica attestazione di un luogo di culto nell’area del colle Sant’Elia, dove in età romana fu eretto un tempio, testimoniato da frammenti di terrecotte architettoniche databili tra III e II secolo a.C. e da offerte votive in terracotta, raffiguranti parti del corpo umano e animali, solitamente prodotte per chiedere la guarigione dei soggetti rappresentati.
Gli oggetti, databili tra il III e il II secolo a.C. sono la tipica espressione della pratica religiosa dei coloni romani giunti a Spoleto nel 241 a.C.
Tra i reperti dal territorio di Spoleto sono esposti i blocchi in calcare (cippi) che segnalavano il limite di un bosco sacro dedicato a Giove; i due cippi, rinvenuti come elementi di reimpiego l’uno a Picciche, l’altro a San Quirico, località non molto distanti tra loro nella pianura di Spoleto, recano inciso un lungo testo in latino arcaico, la cosiddetta Lex Spoletina, che dettava le norme sul taglio degli alberi, consentito solo nel giorno destinato al sacrificio in onore della divinità.
L’esposizione utilizza il refettorio dell’antico convento, come testimoniato dall’affresco raffigurante l’Ultima Cena.

Nel successivo piano ammezzato si trova l’esposizione permanente dei reperti provenienti dalla necropoli di Piazza d’Armi, una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi anni in Umbria ed in Italia: risalente al VII secolo a.C., ha restituito oggetti di straordinario pregio ed unici in Europa, tra tutti i cosiddetti scettri dei Re.

Il secondo piano del museo è dedicato ai reperti provenienti dalla Valnerina, un’area che, pur avendo fatto parte nell’antichità del territorio sabino, aveva stretti contatti culturali con Spoleto.
A destra sono esposti i corredi funebri di età ellenistica (III-I sec. a.C.) provenienti dalla necropoli di Santa Scolastica, presso Norcia, con numerosi vasi in ceramica a vernice nera, la tipica ceramica da tavola che imitava nelle forme la più ricca suppellettile in bronzo e in argento.In fondo alla sala sono esposti reperti della collezione Canzio Sapori (1918-2002), medico spoletino appassionato di archeologia e paleontologia locale che acquisì numerosi materiali sul mercato antiquario o da rinvenitori occasionali.
Sul lato sinistro si trovano i reperti provenienti dalla necropoli di Colle del Capitano, nei pressi di Monteleone di Spoleto: cinerari della fine dell’età del bronzo (XI sec. a.C. e armi in ferro (spade e lance) che connotano i defunti come guerrieri, rinvenute in tombe principesche del VI secolo a.C. Dalla stessa necropoli proviene il celebre carro rivestito da lamine di bronzo sbalzate, attualmente conservato al Metropolitan Museum di New York.
 

Nota

La galleria fotografica è di Silvio Sorcini e Alberto Monti, il testo è di Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

Bruni N. – Weidig J – Strutture tombali plurime a Spoleto. Elementi di differenze cronologiche, sociali e gruppi familiari nel VII sec. a.C. in La delimitazione dello spazio funerario in Italia dalla Protostoria all’età arcaica. Recinti, circoli, tumuli – Atti del XXII Convegno Internazionale di Studi sulla Storia e l’archeologia dell’Etruria, a cura di Giuseppe M. Della Fina, Roma 2015
Costamagna L. – Museo Archeologico di Spoleto – Spoleto Il villaggio degli Umbri e la città dei Romani – 2015
L. Gentili – L. Giacchè – B. Ragni – B. Toscano – L’Umbria – Manuali per il territorio – Spoleto – Roma, 1978
Cartellonistica del Museo
Manca M. L.- Weidig J – Spoleto 2700 anni fa Sepolture principesche dalla necropoli di Piazza d’Armi – Guida alle mostre: I Piccoli principi di Spoleto Sepolture infantili dal 2014 necropoli di Piazza d’Armi – Gli Scettri del re Insegne di potere nella Spoleto preromana
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Sant’Agata
Teatro Romano
 

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