Museo archeologico – Nocera Umbra (PG)
Cenni Storici
Il Museo è ospitato in uno dei palazzi storici di pregio del borgo medievale, appositamente restaurato per accogliere il percorso espositivo. L’edificio, sorto dalla trasformazione del Seminario vescovile, che qui ebbe la sua sede primitiva tra il 1569 e il 1760, è stato a lungo sede del municipio di Nocera Umbra.
L’allestimento, finanziato con i fondi della Comunità Europea, è stato inaugurato il 18 dicembre 2010 e, insieme alla recente apertura al pubblico dell’Archivio Storico comunale, costituisce una nuova, importante iniziativa con la quale la città intende riappropriarsi della propria memoria storica, incrementando l’offerta turistico-culturale del centro a fianco della Pinacoteca, ospitata nell’ex chiesa di San Francesco.
La denominazione sottolinea l’intento di rendere il Museo sia luogo di esposizione di materiali archeologici sia centro attivo di promozione culturale, favorita dallo studio e dalla conservazione del patrimonio archeologico nocerino. A tale scopo la struttura dispone di un laboratorio di restauro e di un’aula didattica, nei quali avviare una reale valorizzazione dell’eredità culturale del centro attraverso eventi divulgativi mirati e percorsi educativi adeguati.
L’aspetto dinamico del Museo è enfatizzato dalla presenza, quale parte integrante dell’esposizione, di una sezione multimediale, nella quale il visitatore, oltre ad usufruire della visita virtuale del Museo stesso, ha la possibilità di accedere a monumenti e siti archeologici sparsi nel territorio e di consultare una banca-dati costituita da raccolte bibliografiche e documentarie, cartografia e schede dei reperti archeologici più significativi.
Il pianterreno ospita, oltre alla biglietteria ed il bookshop, la sala riunioni, collocata nei locali dell’ex sala consiliare, già Chiesa della confraternita della Madonna della Mattonata, dove si conservano un affresco raffigurante San Sebastiano, parte della decorazione originaria, e, sulla volta, pitture settecentesche con le tre Virtù Teologali.
Nel pianerottolo d’ingresso è in mostra il monumentale cippo-miliario da Casaluna, risalente al regno dell’imperatore Vespasiano, eretto lungo la “Prolaquense”, un braccio secondario della via Flaminia che transitava lungo la valle del fiume Potenza passando per Pioraco e San Severino Marche, fino a raggiungere il mare ad Ancona.
Al piano superiore si accede attraverso la grandiosa scala di accesso, dove figurano quattro testi epigrafici ottocenteschi che ricordano l’utilizzazione del palazzo come municipio: una dedica a Garibaldi, originariamente collocata sulla Porta Nuova, un’iscrizione in ricordo del garibaldino Dante Corbelli di Nocera, la lastra in onore del re Vittorio Emanuele (1884) e la targa in ricordo del sacrificio dei soldati nocerini morti nelle campagne d’Africa a Dogali, nel 1887, già sulla Porta Vecchia.
Il percorso espositivo si articola su più piani, facilmente accessibili grazie agli adeguamenti effettuati nella recente ristrutturazione, in quattro Sezioni (preistorica e protostorica, preromana, romana, altomedievale) che illustrano altrettante fasi del contesto storico ed archeologico dell’ampio territorio facente capo al centro antico di Nocera.
I materiali esposti sono il frutto di scavi condotti sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, delle ricerche di superficie effettuate dall’Istituto italiano di Paleontologia Umana e dalla Sezione di Studi comparati sulle Società antiche, Preistoria e Protostoria dell’Università di Perugia; altri reperti provengono dalla raccolta comunale, nella quale sono confluiti materiali recuperati nel corso degli anni da don Angelo Menichelli. Uno spazio particolare è riservato alla ricca collezione archeologica del nocerino Pietro Staderini, recentemente acquistata dal Comune, con materiali provenienti da necropoli sparse nel territorio.
Sezione Preistoria – protostoria
Il percorso prende avvio con la ricca esposizione delle più antiche tracce della presenza dell’uomo nel territorio nocerino, quando la valle del Topino e la conca di Gualdo Tadino appaiono caratterizzate da un habitat umido di tipo fluviale o lacustre, notevolmente diverso da quello attuale.
Si segnalano, in primo luogo, gli strumenti in selce e in calcare, risalenti al Paleolitico inferiore da Pascigliano e quelli, riferibili al periodo di transizione tra il Paleolitico inferiore e quello medio, da Cordaia, Salmata e dal cimitero di Nocera, lungo i margini della conca segnata dal torrente Caldognola. A tali reperti si aggiungono un raschiatoio in selce rosata dalla cima di Monte Merlana, a quasi 1000 metri di quota, del Paleolitico medio e i reperti da Sorifa e Colle Croce, zone anch’esse dai caratteri marcatamente montani, forse anch’essi appartenenti a tale periodo.
Risalgono al neolitico iniziale manufatti in selce e ceramica impressa da Le Spugne, un basso terrazzo fluviale del Topino non lontano dalla confluenza con il Caldognola, che segnano, nel territorio nocerino, il passaggio da un sistema economico e insediativo basato sulla pratica della caccia ad uno legato all’agricoltura e alla pastorizia. Ad una fase più avanzata del medesimo periodo appartengono i ritrovamenti del Portone, a breve distanza da Nocera, dove si localizza un insediamento piuttosto esteso e munito di fossato, individuato alla fine dell’Ottocento nel corso degli scavi della necropoli longobarda.
Presenze umane sono testimoniate, per l’età del bronzo media e recente, dai ritrovamenti presso cavità e grotte naturali. È questo il caso dei manufatti dalla località La Cartiera, alle pendici del colle su cui sorge Nocera, lungo il corso del Topino, e ancora da Sorifa, un’area pianeggiante che affaccia a strapiombo sul fosso La Vena, lungo un antico tracciato che unisce Nocera con l’altopiano di Colfiorito. Dalla medesima zona, località i Bagni, provengono anche due cuspidi di frecce in bronzo. Tra i materiali di cui si ignora la provenienza, si segnalano strumenti per la filatura e la tessitura e un frammento probabilmente appartenente ad un crogiolo, che attesterebbe la pratica della metallurgia.
Sezione preromana
Fino alla conquista romana (inizi III secolo a.C.), il distretto nocerino è abitato dal popolo degli Umbri, stanziati nell’ampia porzione dell’Italia centrale compresa tra il fiume Tevere e la costa adriatica. Il centro di riferimento, Nuvkri, ovvero “nuova rocca”, era forse collocato sullo stesso colle su cui è sorta la Nocera medievale, in una delle zone più aspre dell’Appennino umbro-marchigiano e lungo un importante itinerario che collegava la costa tirrenica con quella adriatica nel tratto segnato dal corso dei fiumi Topino e Potenza, in una posizione di controllo che ha certamente dettato la fortuna del sito.
Indice dei contatti con le popolazioni vicine e del livello raggiunto dalla società dei Nucerini gli oggetti di artigianato locale ed etruschi d’importazione, rinvenuti nelle necropoli (Il Portone, Boschetto-Ginepraia, Colle Croce e Casaluna), che ricordano, per composizione e ricchezza, i corredi delle aree sepolcrali della limitrofa area plestina, sull’altipiano di Colfiorito.
L’allestimento presenta al visitatore, per la prima volta, anche alcuni materiali pertinenti a luoghi di culto. In mostra i resti di un sacrificio recuperati, negli anni sessanta del Novecento, dal santuario di Monte Pennino, che prende il nome da Iuppiter Appenninus, dio dei valichi e delle vette, posto sulla cima più alta del monte, dove è stata individuato, e poi disperso, il materiale del deposito votivo costituito da una grande quantità di bronzetti a figura umana.
Dal santuario di Campo La Piana, presso Lanciano, nella valle del torrente Caldognola, si presentano inoltre alcuni reperti pertinenti alla ricca stipe votiva, purtroppo anch’essa quasi interamente perduta.
Sezione romana
La sezione romana offre le maggiori novità sulla storia e l’archeologia nocerina. La raccolta dei dati inediti sui ritrovamenti effettuati negli ultimi anni e la realizzazione di importanti scavi permettono infatti di presentare oggi al pubblico un quadro più ampio sul centro e sul suo territorio.
Della città romana, nota alle fonti per la sua vicinanza alla via Flaminia, che determinò il primo sviluppo urbanistico del centro, non si conosce purtroppo alcun monumento. La ricostruzione della realtà amministrativa e politica di Nuceria è affidata pertanto quasi esclusivamente alle iscrizioni pubbliche, grazie alle quali sono noti il senato locale e un amministratore delle finanze municipali, e a titoli onorari, che testimoniano le relazioni tra il centro e la casa imperiale.
Materiali reperiti casualmente e donati al Museo costituiscono la sezione riguardante gli insediamenti sparsi nell’area collinare e montana del nocerino.
Ricca di documenti epigrafici anche la sezione dedicata alle necropoli del centro, località La Valle e Maestà del Picchio, che offre in mostra anche oggetti appartenenti ai corredi delle sepolture.
Parte significativa dell’esposizione è riservata alla via Flaminia, spina dorsale dell’Umbria antica, che in pochi altri territori come in quello nocerino conserva monumentali infrastrutture, di notevole impatto architettonico. L’elevato numero di ponti, sostruzioni e chiavicotti mette in evidenza lo sforzo costruttivo messo in campo dai romani per la monumentalizzazione della via e l’attenzione riservata dai vari imperatori all’efficienza di una delle principali arterie stradali antiche.
In relazione con l’importanza della via, sono in mostra i materiali provenienti dagli scavi, inediti, condotti nel complesso de Le Spugne e nella residenza di Campodarco, dove indagini in corso hanno consentito la rimessa in luce di alcuni pavimenti in mosaico ed il recupero dell’eccezionale decorazione in stucco e in marmi policromi dell’edificio, di particolare rarità e suggestione.
Sezione altomedievale
Conclude il percorso espositivo del museo la ricca sezione altomedievale, che attraverso la ricostruzione del quadro storico ed archeologico, con particolare attenzione alla nascita della diocesi, dà ragione dell’importanza del centro di Nocera, testimoniata dagli eccezionali rinvenimenti più che dalle fonti letterarie.
Il ruolo svolto da Nocera all’interno del Ducato di Spoleto, dapprima quale presidio militare, quindi come centro amministrativo, è anch’esso legato alla posizione strategica sulla via Flaminia. La fama dello scontro celebrato a Tagina (Gualdo Tadino) tra Narsete, generale dell’imperatore Giustiniano, e il re dei Goti Totila, con cui si decisero nel 552 d.C. le sorti della guerra greco-gotica, testimonia infatti la vocazione militare mantenuta, nel tempo, dalla via e dai centri dislocati lungo di essa.
L’esposizione presenta una selezione dei materiali provenienti dalla necropoli longobarda del Portone, nota in tutti gli ambiti scientifici, nazionali ed internazionali, per essere una delle poche aree funerarie riconducibili ai primi gruppi giunti nella penisola italica alla fine del VI secolo d.C. In mostra preziosi monili (croci d’oro, collane in ametista e paste vitree, fibule in oro e argento) e oggetti legati all’armamento maschile di tipo germanico (spade, coltelli, sedie pieghevoli).
Ancora di epoca longobarda, ma appartenenti alla popolazione locale, i corredi di alcune sepolture della necropoli di Pettinara e delle tombe individuate, a Nocera, in piazza Medaglie d’Oro (vasellame, oggetti d’ornamento personale in bronzo, ferro e argento).
Arricchisce l’esposizione una scelta degli oggetti riportati alla luce in località Campodarco, in occasione di uno dei pochi scavi di insediamento di epoca altomedievale condotti in Umbria. Provengono dal sito della residenza di epoca romana, rioccupata e successivamente sostituita da un complesso religioso e funerario, vasi, monili e rari reperti numismatici, di età gota, longobarda e carolingia.
Testi di Matelda Albanesi e Maria Romana Picuti