Mulino Vincenzo Rastelli – Santa Vittoria in Matenano (FM)

Mulino della Famiglia Rastelli, molto sensibili al loro mulino e alla sua conservazione, ottime persone che vi faranno ritornare al passato con la loro storia

Cenni Storici

Il mulino trecentesco, inglobato in un complesso composto da vari corpi di fabbrica risalenti ad epoche successive, si presenta come una struttura a pianta rettangolare che si sviluppa su tre piani.
Nel piano terra troviamo gli apparati molitori in un locale intonacato voltato con botte a sesto acuto. Si entra attraverso un fornice a tutto sesto che si apre attraverso mura spesse oltre un metro. All’interno sul lato d’ingresso rimane la traccia di una feritoia della quale però non si ha corrispondenza all’esterno.
Nei due piani superiori si trovano invece i locali adibiti, in passato, ad uso abitativo.
L’intera struttura è realizzata con pietre arenarie squadrate e murate a secco, mentre la presenza di inserti di muratura in laterizio risultano da trasformazioni più tarde.
Elementi decorativi: a sinistra del portone d’ingresso, che si apre sul lato sud dell’edificio, si trova una iscrizione in calcare bianco, bordata da mattoni in cotto, in caratteri romani e grafia gotica che reca la data “MCCCLXXXXII” (1392).
Nella costruzione adiacente, dove ora sorge il nuovo mulino a cilindri, si trovava un maglio per la lavorazione del rame azionato da una ruota verticale, in funzione fino ai primi anni ’60 del secolo scorso (vi lavorava la famiglia Tanucci) e una gualchiera detta folla, utilizzata per dare compattezza e resistenza ai tessuti.
Da un rapporto del 1852 si può appurare che circa una sessantina di famiglie contadine e circa 600 abitanti del paese ne erano fruitori.
Alla fine del XVIII secolo il mulino figurava tra i possessi del Comune di Santa Vittoria e da un inventario risulta avesse due macine, di cui una nuova e l’altra usata.
Il 3 aprile 1766 venne concesso in enfiteusi a Pancrazio Pasquali fino alla terza generazione mascolina, mentre il maglio annesso venne affittato il 26 gennaio 1788 da Andrea Mariani di Force.
Nel 1801 la proprietà del mulino e del maglio passarono dal Comune all’Amministrazione de’ Beni Ecclesiastici e Camerali che riscuoteva annualmente l’affitto corrispondente a 18 scudi e 40 bajocchi dal Pasquali.
Nel 1822 il mulino, con relativo maglio, venne venduto definitivamente alla famiglia Rastelli che ancora ne è proprietaria.
Il mulino conobbe un lungo periodo di inattività per cause legate forse a problemi connessi ai diritti di uso sulle acque, poiché il canale passava per i terreni dei canonici.
Nel 1852 il mulino ritornò in funzione con ben tre macine, di proprietà del dottor Pacifico Rastelli, che cedendolo in affitto al mugnaio Ermenegildo Cinti ne ricavava un utile di 100 scudi.
Il maglio invece venne ceduto in affitto al “magliante” Alessandro Tanucci, che garantiva al Rastelli una rendita di 50 scudi annui.
Nel 1853 troviamo che Tanucci riforniva di rame circa quaranta famiglie di ramai nel vicino comune di Force ed era in grado di produrre circa 40.000 libbre di rame lavorato ogni anno.
Strumenti rilevati: serie di martelli per la battitura delle macine.

cenni storici avuti dalla Famiglia Rastelli

 

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