Mulino Spoletini – Sassoferrato (AN)

Cenni Storici

Il mulino, collocato in via Cafabbri in frazione di Cabernardi, risale al XIV secolo e alcuni studi recenti attestano che Dante Alighieri vi soggiornò per un breve periodo. Il mulino è stato in funzione fino agli anni Cinquanta, la fine della sua attività coincide con la chiusura della miniera di Cabernardi. Fino ad allora era in vigore una convenzione che sanciva la collaborazione reciproca tra i due enti; il mulino offriva l’acqua e la miniera in cambio offriva la corrente elettrica. Codesto accordo terminò nel 1952, il mulino fu abbandonato per nove anni e fu ristrutturato, riaperto nel 1962 da mio padre. Il mulino va ad acqua e nonostante gli studi elementari, mio padre, per portare il livello dell’acqua a regime e procurare l’energia idroelettrica, costruì una diga ed una complessa rete di canali. L’acqua sbattendo sul ruotone con le pale di legno produce energia che fa girare le macine, però durante i periodi di siccità il mulino va ad energia elettrica. È l’unico mulino ad acqua con le macine di pietra rimasto nel circondario; per riscoprire le tradizioni popolari molte scolaresche vengono a visitarlo. Il torrente che lo alimenta è il Rio Nevola, Adelaide ha il disciplinare rilasciato dal Genio Civile di Ancona datato 16 dicembre 1963, esso sanciva l’avvio dell’attività. La macina è di pietra di Cantiano. Esistono due tipi di macine; una che trita (utilizzata per procurare la farina di orzo, mais), l’altra che sfarina (utilizzata per produrre la farina di grano). Mulino a palmenti uso zoo-tecnico per animali e macina qualsiasi cereale (orzo, granturco). Il proprietario, fino al 1952 del mulino era Marco Galeotti.

Marino Spoletini

Mio padre è nato il 5 agosto 1920 a Gaville, ma il ceppo originario della nostra famiglia è a Magnadorsa di Arcevia. Mi ha raccontato che durante la II Guerra Mondiale era in Jugoslavia, l’8 settembre era in Grecia e tra molte difficoltà ritornò a Magnadorsa nel settembre del 1946. Dal Medioevo i Spoletini hanno sempre esercitato la professione di mugnai, addirittura mio nonno Nazzareno non partecipò al I Conflitto Mondiale perchè produceva la farina per i militari. Nel dopo guerra i membri della numerosa famiglia patriarcale degli Spoletini, per vivere, si sono stanziati nei vari mulini della zona. Tutt’ora, infatti, il mulino di Magnadorsa è gestito da mio cugino Erinaldo Spoletini e macina prodotti biologici. Invece io, mio padre, mia madre e mia sorella ci siamo stanziati qui. I miei genitori, con grande coraggio e buona volontà, trasformarono i ruderi del preesistente mulino abbandonato in una struttura dignitosa e funzionante. Per vivere mio padre andava con il mulo a prendere il grano a domicilio dai contadini della zona e lo riportava macinato; in cambio si prendeva il 3% del prodotto finito. Nonostante i sacrifici, svolgiamo il nostro lavoro con passione; addirittura, il 27 dicembre 1976, a mio padre è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere. L’attestato è stato firmato dal Presidente della Repubblica Leone e dal Presidente del Consiglio Giulio Andreotti.

Articolo di Valentina Artegiani con la collaborazione di Adelaide Spoletini
 

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