Mulino fortificato della Ricavata – Urbania (PU)
Cenni Storici
Nel XII secolo i frati becchiniani, scalzi e vestiti di pelle di montone, attraversavano in barca il fiume Metauro per venire al mulino a macinare il loro grano. Non si chiamava Mulino della Ricavata, ma forse già qualcuno aveva trovato delle pagliuzze d’oro nel fiume. A metà del ‘400, quando Federico da Montefeltro iniziò la costruzione del Barco, il nome era “Mulino di Orcavati” e così anche nei secoli successivi durante i quali i Duchi di Urbino risa1ivano in barca il fiume dal Palazzo Ducale al Barco, residenza di caccia. Di sicuro il suo nome era “Mulino di Arcavata” nel 1861, quando Terenzio Grossi e la sua banda di briganti lo assaltarono. Si chiama “Mulino della Ricavata”, ha smesso di macinare, è diventato un agriturismo, un luogo dove riposare e ristorarsi. Il corpo più basso dell’edificio era adibito a mulino, quello più alto ad abitazione dei proprietari. Possedeva anche un frantoio per olive e un’ingualchiera. Vi è presente un orologio solare. Delle lapidi segnano il livello raggiunto da piene particolari, una nel 1728, altre nel XIX secolo a partire dal 1805. Notizie su questo mulino risalgono al 1336. Era detto Arcovata di Sotto (o Arcavata di Sotto) per distinguerlo da un’altro, Arcavata di Sopra, ubicato sul vicino Fosso di Battaglia e ormai scomparso (LUCERNA 2007). In prossimità dell’altra sponda si trova il Barco di Urbania. Il Mulino della Ricavata sorge su un’ansa del fiume Metauro appena a monte di Urbania. È un esemplare degli antichi mulini idraulici della vallata, restaurato nel 1997, rispettandone l’aspetto e gli ambienti interni. Il Mulino della Ricavata offre alloggio in quattro camere arredate con mobili d’epoca. Particolarmente curata è la cucina che propone numerosi e non consueti piatti della tradizione del Montefeltro , come, ad esempio, tagliatelle al tartufo, ravioli con boraggine, pane e crescia cotti nel forno a legna, bostrengo.