Mulino e Ponte Romano – Amandola (FM)
Cenni Storici
Mulino
L’edificio venne costruito intorno al 1429 da mastro Venanzio Lombardo Veneziano sul sito di un mulino preesistente, risalente all’inizio del XIV secolo, che versava in gravi condizioni di degrado. Riparazioni di danni bellici vennero effettuate tra il 1436 e il 1438. Altre riparazioni sono documentate nel 1462-63 e nel 1496. Restauri al camino e al portico vennero realizzati tra il 1523 e il 1524. Passato in proprietà di Nunzio Ricci Spadoni nel corso del XIX secolo, il mulino cessa la sua attività tra il 1910 e il 1915 per dare spazio ad una filanda. Tra il 1296 e il 1297 il Comune di Amandola acquista da privati 17 mulini esistenti lungo il fiume Tenna allo scopo di distruggerli e costruirne uno solo al quale tutti erano obbligati a macinare. Nel corso del XIX secolo la loggia che originariamente riparava l’ingresso al mulino fu demolita per far posto ad un piccolo edificio a due piani con tetto a capanna e scala esterna. Nei primi anni del Novecento fu costruito sul lato sud-est della struttura fortificata un piccolo edificio contenente locali di servizio alla piccola centrale idroelettrica che utilizza l’antico canale di derivazione del mulino.
Ponte Romano
Il Ponte restaurato sul fiume Tenna nel 1425 sotto la direzione di Savino di Stefano Pucci si trovava sulla via di collegamento tra il centro di Amandola e il suo territorio meridionale. Prima che venisse costruito il nuovo ponte detto della Centrale elettrica, che collega attualmente Amandola con Comunanza, questo ponte in stile romanico-gotico rappresentava la principale via d’accesso per Amandola. La costruzione, principalmente in mattoni e pietre di fiume, ha la caratteristica struttura a schiena d’asino ad unica campata. Sotto di esso scorre il Tenna, il cui nome trae origine da una parola probabilmente picena, tinne, che significa squillante, fragoroso, come appunto è il fiume nei giorni di piena a causa delle numerose an.se che caratterizzano il suo percorso. Si racconta che su questo ponte sia avvenuto uno dei miracoli del beato Antonio di Amandola, quando una compagnia di ventura proveniente da Comunanza stava per assalire il paese. Il Beato apparve all’improvviso in tutto il suo splendore, facendo arrestare i cavalli sul ponte e consentendo alle truppe amandolesi di passare all’attacco e respingere gli invasori. Sul lato sinistro del fiume fu costruito un mulino fortificato, sulle cui pareti sono tuttora visibili le aperture circolari per le bocche di fuoco.