Monastero e chiesa di Santa Lucia – Trevi (PG)


 

Cenni Storici

Nell’anno 1344 un certo Nardulo di Accursuccio per assecondare il desiderio di sua moglie Lucia e delle loro figliole che volevano consacrarsi a Dio vivendo secondo una Regola approvata, chiese e ottenne dal vescovo di Spoleto, il fiorentino Bartolo de Bardis, di trasformare in monastero un insieme di casette di sua proprietà.
Dal nome della moglie, Lucia, il Monastero di Santa Luciae la chiesetta annessa furono dedicati alla martire siracusana.
La moglie e le tre figlie vi si ritirarono sotto la regola benedettina, forse perché una figlia dell’Accorsucci si chiamava Scolastica, come la sorella di San Benedetto.
Numerose giovani accorsero ben presto al Monastero, prima come semplici oblate, poi come monache secondo la regola di San Benedetto.
Passarono nel Monastero, nel corso dei secoli, come confessori e predicatori i più illustri personaggi del tempo, come per esempio San Leonardo.
Mons. Pietro de Lunel, vescovo di Gaeta, visitò il monastero il 27 novembre 1571, trovò che la chiesa e gli arredi erano in ordine, il cappellano era D. Pompeo Magnonus di Trevi.
Giudicò le grate non adeguate e dispose che fossero rinforzate e duplicate.
Il monastero fu trovato non solo piccolo, ma anche mal disposto; vi era una sola porta di accesso, ed anche scomoda ed era difficile trovare il posto per un’altra.
Trovò che il dormitorio era scomodissimo, diviso in tante stanzette nelle quali le monache dormivano due a due; ordinò di ridurlo a dormitorio comune con una porta ben serrata.
Nel monastero trovò 20 professe e 6 novizie.
Le monache dovettero abbattere quelle casette appoggiate le une alle altre per costruire una nuova struttura che avesse aspetto e funzionalità di monastero.
La piazzetta antistante fu sistemata nel 1586, quando il vescovo, cardinal Visconti, succeduto al cardinal Orsini, passò in visita il 4 agosto del 1602 vide i lavori in corso e dispose anche per altri interventi.
La chiesa non era molto grande, e sulla parete di destra vi erano due finestre con le grate ad uso di parlatorio, ed una, più vicina all’altare, che serviva sia per la comunione che per la confessione ed anche per ascoltar la messa.
Vi era anche la ruota, usata anche per la sagrestia.
Entrando trovò la clausura ben munita; il monastero era stato quasi tutto demolito e ricostruito negli anni precedenti; il dormitorio, su due piani, era stato già ricostruito.
La chiesa fu interamente ricostruita nella forma attuale nel 1635 per volontà di Lorenzo Castrucci, vescovo di Spoleto dal 1617 al 1655, anno della morte, eletto dopo le dimissioni di Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII.
Durante l’invasione napoleonica il Monastero fu soppresso e le monache disperse.
Nel 1815 le superstiti poterono rientrare e riprendere la vita monastica insieme ad un gruppo del vicino Monastero di Santa Croce.
Il 1° ottobre 1837 fu eletta badessa Donna Maria Luisa Prosperi.
Dopo l’unita d’Italia il monastero, fu posto all’asta e poi ricomprato, tramite un prestanome, dalle monache stesse, che riuscirono ad evitare di uscire di nuovo.
Nel 1963 fu unito a Santa Lucia il Monastero di Sant’Alo di Spoleto, fondato dalle benedettine di Spoleto dopo che era stato incamerato quello di Sant’Agata al quale erano pervenute da San Paolo inter Vineas e da San Giovanni della Porta d’Annibale.
 

La Chiesa

Il portale architravato con timpano triangolare ripete ancora in pieno secolo XVII schemi rinascimentali, reca sull’architrave la scritta: DEI OPTIMI PROVIDENTIAE D. LUCIAE TUTELAE LAURENTII CASTRUCCI EP . SP. VIGILANTIAE / AGNES ABB ET MONIALES P. A .D . MDCXXXV.
Al centro del timpano è scolpito lo stemma di Lorenzo Castrucci.
 

Interno

L’interno, a navata unica di stile barocco, ha tre altari, con tele seicentesche.
A sinistra la pala raffigura una Crocifissione, ai piedi del Crocifisso San Giovanni e la Maddalena che sorregge la Madonna svenuta.
All’altare maggiore il Martirio di Santa Lucia, con la firma di un pittore straniero, purtroppo indecifrabile, a destra con l’Assunta, gli Apostoli e vari Santi.
Nell’attiguo coro monastico, ammodernato nella prima metà del secolo XIX per volontà di Donna Maria Luisa Prosperi, che non ne vide il completamento, si ammirano eleganti stalli lignei rinascimentali, sulla cui cornice corre una lunga iscrizione intarsiata in avorio:
HIC .SEDEAS .SUPEROSQ(11e) . ROGES .HIC .CERNUA . VIVUM NOCTE .DIEQ(ue) . VELIS. FLECTERE .VOCE . DEUM SIRACUS ANAE VIRGINI .HIERONIMA .MINERVA .A . TREBIA MONASTERII .ABBATISSA .ET . THOMASSA ET .SERAFINA .EIUS .CAMERARIE .SORORES. FECERUNT ANNO. DNI . M. D. LXII.
Importante l’opera di un certo P. Giovanni Battista Cancellotti della Compagnia di Gesù, insigne predicatore, il quale avendo raccolta un’immagine della Madonna del Bell’Amore, di carta, abbandonata sul lido di Livorno, la donò al Monastero.
Anche ora è molto venerata, posta nel coro delle Monache a destra del Cancello.
Nel retro del parlatorio principale c’è un bellissimo affresco trecentesco, di autore ignoto, staccato da una parete del Monastero e rappresentante una Natività.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la gentilissima Madre Superiora e le consorelle per avermi aperto la chiesa e consentito di fare foto.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Trevi lungo la Flaminia, Itinerari Spoletini 5, Spoleto, 1979

http://www.protrevi.com/protrevi/slucia01.asp

http://www.monasterosantalucia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=47&Itemid=55

 

Mappa

Link coordinate: 42.876318 12.744962

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