Monastero di Santa Maria de Caresta – Treggio di Foligno (PG)

Quello che resta dell’antico monastero è la fonte che ha preso il suo nome.

 

Cenni Storici

La costa dove sorge Treggio agli inizi del duecento fu luogo fertile per il sorgere di bizzocaggi e monasteri e stando alle fonti pare che siano stati addirittura fondati dalla stessa Santa Chiara che a Foligno trovò un vescovo ben disposto ad assecondarla.
Infatti è strano tutto questo fiorire di cenobi nel territorio di Foligno, quando in altre città dell’Umbria non successe la stessa cosa, ad esempio Perugia, Spoleto e Todi, vantano, per il periodo delle origini, un solo monastero di clarisse.
E’ strano che una comunità di poche migliaia di abitanti ospitasse così tanti monasteri per di più Clariani.
A questo punto va accertato se davvero Santa Chiara abbia abbandonato Assisi e sia stata veramente a Foligno.
Dai documenti che finora sono stati trovati, in particolare lo Jacobilli, (vedi post Monastero di Santa Caterina del monte Sinai) pare proprio di si e a Foligno ne fondò addirittura 5 e fra questi, nel 1232 eresse il monastero di Santa Maria dell’Eucarestia detta “di Caresta” o “Carista” o corrottamente “di Crastia” che alla fine divenne “Crastica“.
Questo cenobio è in stretta relazione con quello appena a quota più alta di Santa Caterina del monte Sinai o di fra Pace dove entrambi condividono la posizione, cioè sulla strada antica che saliva a Treggio, e che passava per il Castiglione raggiungeva il convento dei Clareni di San Lorenzo Vecchio e proseguiva fino alla Valtopina.
Anche questo fu fondato più o meno nello stesso periodo, solo qualche anno dopo, ed entrambi poi furono costretti a trasferirsi in città, e a scomparire per sempre sia come edificio che come entità spirituale; ma andiamo per ordine.
Agli inizi del 200 si assiste ad un vivace il movimento penitenziale femminile detto delle “encarcerate” dal “carcere” dove le “religiosae mulieres” spontaneamente si ritiravano “ad poenitentiam peragendam“; queste persone non si lasciavano monacare, in tal modo le adepte conducevano uno stato di vita bizzocale riconosciuto, senza obblighi di clausura, con proprietà privata, senza voto di obbedienza, ma solo con la promessa di vita religiosa in comune, con libertà di ritorno alla vita laicale.
Questa anomala forma fu regolata da una Bolla di Clemente IV che sotto la spinta dell’abbadessa di San Claudio obbligava le comunità religiose ad assumere una regola.
Difficile stabilire la posizione giuridica di queste religiose chiamate bizzoche o beghine, in quanto non erano né laiche, né monache; non monache, poiché non seguivano una delle religioni approvate, non tutte professavano i tre voti (di castità e di obbedienza e dell’osservanza), o almeno non lo facevano in maniera solenne (per questo portavano il velo bianco), e infine in nessuno di questi conventi si osservava la clausura come previsto dalla regola di Niccolò IV).
Un ibrido che, nonostante i successivi interventi pontifici, durò fin oltre il concilio di Trento.
Il bizzocaggio di Santa Maria dell’Eucarestia, situato sotto la Villa di San Sebastiano, esisteva ben prima che fosse fondato come monastero da Santa Chiara e le sue due compagne Marsebilia e Cristiana sotto l’ordine delle Damianite.
Il più antico documento che riporta lo Jacobilli su questo monastero riporta la data 1256 e parla di “d. Illuminata abbatissa monasterii S. Mariae de Caresta“; questo monastero fu approvato da Clemente IV nel 1267, il che costituisce una rarità in quanto, di norma, in una città operava un solo monastero clariano mentre Foligno ne contava almeno tre.
Il riconoscimento papale giunse il 10 giugno 1267, dove un breve diretto “abbatisse et conventui monasterii Sancte Marie de Caresta, Ordinis Sancte Clare, Fulginaten. Diocesis“, il pontefice concede che le monache non siano molestate circa gli indulti e i privilegi loro concessi.
Come per altri monasteri, anche per S. Maria “de Carista” mancano documenti che attestino l’anno di fondazione, ma non a caso i rispettivi documenti più antichi coincidono con gli anni che videro in Umbria una prolificazione di monasteri femminili, e sono anche gli anni in cui la città di Foligno, per essere passata dalla parte all’imperatore Federico II (1240) gli fu tolta la Diocesi da parte di papa Innocenzo IV.
E a farne le spese fu proprio il vescovo Egidio che fu l’artefice del sorgere di tanti monasteri a Foligno e dopo la decisione del papa fu trasferito a Nocera dove vi morì nel, 1243.
Non tanto tempo dopo le religiose di Caresta si trasferirono entro le mura della città infatti nel 1273 già hanno abbandonato il monastero ai piedi di San Sebastiano, prospiciente alla fonte che tutt’oggi ancora è attiva.
All’interno delle mura cittadine le religiose si insediarono presso il rione Pugilli a breve distanza dal monastero di S. Lucia, nelle vicinanze del ponte di S. Giacomo (attuale Porta Firenze) dove in una pianta di Foligno del 1635 compare una chiesa denominata ancora come Santa Maria Casta.
A conferma che l’insediamento urbano delle suore fosse proprio questo, corre in soccorso una determinazione datata 22 agosto del 1273 che stabiliva i confini della parrocchia di S. Giacomo dei Servi di Maria, la carta nel determinare i limiti della nuova chiesa dice che si trova confinante con “[ … ] domus et casalenum olim Vevani, quam et quod nunc tenent moniales monasterii sancte Marie de Caresta“.
Quindi la chiesa di San Giacomo e il monastero erano confinanti.
Intanto continua l’ostinazione delle religiose di Santa Maria di Caresta a rientrare nella regola stabilita da Niccolò IV per cui il giorno “11 giugno del 1287 maestro Ranno, priore di S. Giovanni Foris Flamma, diocesi di Fuligno e vicario di Berardo vescovo di questa città, scomunica le moniche di S. Maria dell’Eucarestia, dell’Ordine di S. Damiano, perché non volsero accettare la riforma e la visita“.
Il Lattanzi riportando un legato disposto nel 1365 da certo Francesco da Foligno, risulta che il monastero di S. Maria dell’Eucarestia era retto da un’abbadessa di nome Sara Benedetta.
Alcune soppressioni e accorpamenti porteranno, verso la fine del Quattrocento, i monasteri femminili di Foligno al numero di 11 e fu così che il vicino monastero di San Claudio assorbì il monastero di Santa Maria di Caresta.
Oggi tutti questi istituti religiosi sono scomparsi.
 

Aspetto

All’interno delle mura cittadine i monasteri di cui abbiamo parlato finora non esistono più, di san Claudio, lungo la strada che costeggia il fiume Topino resta la facciata con il portale, ma l’edificio è ridotto a case di civile abitazione; per quello che riguarda la sede primitiva invece, ogni singola traccia è scomparsa e, a differenza del monastero di Santa Caterina del monte Sinai, non è restato in piedi nemmeno una singola pietra.
Resta invece ancora attiva l’antica sorgente con la fonte che da allora ha preso il nome dell’antico convento infatti ancora è conosciuta e ben famosa come “Fonte delle Crastiche“, e tutti la conoscono con tale nome, solo che nessuno si immagina che questo appellativo è dovuto al primitivo termine “Eucarestia“, poi diventato “Caresta“, “Carista“, “di Crastia” e successivamente “Crastica“.
Tutti invece sono convinti che sia un appellativo associato alle “Crastiche“, termine in cui vengono chiamate nel dialetto folignate e spellano le averle, uccelli di passo a cui veniva in passato data la caccia e ad oggi quasi del tutto scomparse.
La fonte custodisce un’ottima acqua e fino a qualche anno fa era meta di persone che provviste di taniche e bottiglie ne facevano scorta.
La fonte si trova sulla vecchia strada che staccandosi da Via Romana Vecchia si inerpicava sulla costa per raggiungere Treggo.
 

Fonti documentative

Mario Sensi – Le clarisse a Foligno nel secolo XIII in Collectanea franciscana 47 (1977)
Mario Sensi – “Mulieres in ecclesia” Storie di monache e bizzoche – Tomo I 2010
Mario Sensi – “Mulieres in ecclesia” Storie di monache e bizzoche – Tomo II 2010
Mario Sensi – Visite Pastorali della Diocesi di Foligno: repertorio ragionato – 1991
Mario Sensi – Storie di bizzoche tra Umbria e Marche – 1995
Mario Sensi – Le osservanze Francescane nell’Italia Centrale – 1985
Roberto Tavazzi – Monasteri femminili a Foligno – BSCF 2005-2006
Bernardino Lattanzi – Storia di Foligno dalle origini al 1305 – 1994
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Sebastiano
Castello di Treggio
Tenuta il Castiglione
Monastero di Santa Caterina del monte Sinai
 

Mappa

Link alle coordinate
42.975359 12.707945

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