Monastero di Santa Chiara – Sassoferrato (AN)

Cenni Storici

A Sassoferrato, nel cuore delle Marche, dal 1253 è presente una fraternità di “Sorelle Povere”, la cui forma di vita è: “osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza senza nulla di proprio e in castità” (Regola di S. Chiara). La nascita del Monastero di S. Chiara di Sassoferrato si ricollega a quel vasto movimento religioso femminile che si diffuse in tutta Europa nel XIII secolo; non abbiamo tuttavia una documentazione contemporanea sulla sua origine a causa di un incendio che distrusse l’archivio del Monastero nel XV. sec. Dal 1253 il monastero è stato sempre abitato; attualmente sono presenti 5 suore. Oggi la piccola comunità continua a vivere in letizia la Regola di S. Chiara, offrendo a tutti la possibilità di un contatto con la Parola di Dio e di un’esperienza spirituale condivisa. Il progetto di ristrutturazione e sistemazione delle foresterie prevede la realizzazione di un accesso dall’attuale orto. Nella parte già sistemata sono presenti una sala congressi e una foresteria. La foresteria è dotata di camere con bagno privato, per una capacità complessiva di 12 posti. Di fronte all’ingresso della Chiesa è disponibile inoltre un’altra foresteria su due piani (dotata di piccola cucina con sala pranzo), caratterizzata da un arredamento moderno, semplice e funzionale, in grado di ospitare 15 persone e gruppi autogestiti. Il Monastero dispone inoltre di un mini appartamento (utilizzato a volte dalle stesse Suore) , che accoglie prevalentemente religiosi nel periodo estivo. La Chiesa di Santa Chiara, annessa al duecentesco monastero, custodisce due importanti opere pittoriche: la “Vergine orante, Mater dolorosa” e l'”Annunciazione” di Giovan Battista Salvi, il pittore del ‘600, universalmente conosciuto come Il Sassoferrato.

All’interno della chiesa di S. Chiara si trova il piccolo Santuario diocesano che custodisce la venerata effigie della Madonna col Bambino. La sua storia risale al XVIII secolo, quando Suor Chiara Maria, favorita dal dono di apparizioni e colloqui con la S. Vergine, ne onorava un’immagine esposta in un loggiato del monastero. Desiderando che l’olio della lampada ardesse giorno e notte, la sorella si rivolse alla Madre di Dio. L’ampolla si riempì e il prodigio continuò per quindici giorni. Quando si scoprì che l’olio aveva effetti curativi, la notizia si diffuse rapidamente e i malati che accorrevano ne sperimentarono l’efficacia miracolosa. Una notte la Madonna chiese alla clarissa di costruire una cappella a lei dedicata, e le assicurò aiuto e protezione per il monastero e per quanti l’avrebbero invocata. Aumentando il numero dei devoti, si moltiplicarono i favori concessi dalla Beata Vergine e già allora i fedeli le tributarono il titolo di “Madonna delle Grazie”. Fra i pellegrini giunse il Marchese Giovanni Battista Ercolani, uomo di pietà e grande generosità, grazie al quale sorse il santuario che venne inaugurato il 28 giugno 1752. Due secoli più tardi, in segno di riconoscenza a Maria per la fine della guerra, le sorelle anticiparono il secondo centenario dell’inaugurazione al 1947. I cittadini vi aderirono con entusiasmo e l’immagine della Vergine fu portata in processione dal Castello al Borgo, in mezzo al popolo in festa. Nel 1950 l’effigie fu decorata con una corona d’oro, che la dichiarava Regina di Sassoferrato.

 

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