Monastero di San Simeone – Stroncone (TR)
Cenni Storici
Uno dei monumenti più significativi di Stroncone inserito in uno splendido paesaggio naturale, San Simeone si trova ai piedi di monte Rotondo, davanti si apre sulla valle ternana, mentre alle sue spalle si trovano scoscesi burroni.
È immerso nel verde e nel silenzio di cui hanno fatto esperienza i celti e i romani che hanno lasciato i resti dei loro culti e dei loro templi.
La storia dell’insediamento inizia forse ancora prima del cristianesimo, come luogo di culto romano o addirittura celtico.
Si ignora la data della sua fondazione, secondo un’ipotesi il monastero risale al IV secolo, quando fu costruito un oratorio dedicato a San Silvestro papa i cui resti sono incorporati nelle mura dell’attuale edificio.
Il primo documento testimoniante la sua esistenza si trova nel “Chronicon Farfense”, ovvero un “testamento” nel quale si specifica la donazione al monastero di San Simeone alcuni fondi rustici da parte di un certo prete Giovanni di Pietro nell’anno 1012.
Il Monastero, che ospitava i Benedettini, era alle dipendenze dell’Abbazia di San Benedetto in Fundis.
Nel XV secolo i monaci benedettini abbandonarono il monastero, che passò ai Canonici, un’antica tradizione, riportata nel 1817, dice che in quarant’anni nel Monastero di San Simeone di Stroncone si alternarono varie famiglie monastiche e canonicali, finché, nel 1472, convertito in Convento, fu concesso ai Clareni.
Nonostante la bolla di unione del 1517 li avesse incorporati nell’Osservanza, alcune frange dei Clareni perseverarono nella divisione fino ai tempi di Pio V che, nel 1568, li costrinse alla fusione con gli Osservanti.
Un verbale di sacra visita canonica del 1724 dà notizie di ristrutturazioni ed ampliamenti eseguiti tra il 1648 e il 1712, data della costruzione del nuovo campanile.
Non si conosce, invece, quando fu fondata la Chiesa che, tra il 1712 e il 1723, fu ulteriormente ornata.
Nel Convento non v’erano né infermeria né spezieria e gli infermi venivano trasferiti al Convento di San Francesco di Stroncone; per questo servizio San Simeone versava a titolo di contributo annuo la cifra di tre scudi.
Dal carteggio del periodo post napoleonico conservato in archivio, si apprende che nel 1847 il Convento era abitato da una famiglia religiosa composta da quattro laici e tre sacerdoti, fra cui padre Giuseppe da Stroncone, insigne filosofo e teologo che ha lasciato numerose opere di alto contenuto spirituale.
Da una relazione del Guardiano frate Angelo da Greccio, sempre del 1847, si apprende che vi stavano molto comodamente:”(…) nel mezzo di questo chiostro vi è un pozzo con acqua, e in tutto l’interno del portico vi sono n. 11 vani (…).Il secondo piano ha tre dormitori, in cui vi sono n. 19 camere“.
Nel gennaio 1867 il Convento fu soppresso ed i frati furono espulsi. Fu quindi venduto all’asta e acquistato dalla famiglia Genuini che concesse ai frati di continuare ad abitarlo gratuitamente.
Nel 1880 tuttavia il monastero fu definitivamente abbandonato e dopo circa trent’anni, nel 1911, fu venduto alla famiglia Massoli venendo diviso in quattro parti nel 1946 fra gli eredi dell’acquirente.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, San Simeone offrì ospitalità a numerose famiglie di “sfollati”, che vissero qui per gran parte della durata del conflitto al riparo dai bombardamenti che investirono Terni.
Dopo la seconda guerra mondiale ha vissuto un abbandono progressivo, con sottrazione di opere d’arte e sembrava destinato a cadere in rovina.
In effetti fino a qualche anno fa tra due montagne e a ridosso di un angusta fenditura ne rimanevano praticamente solo i ruderi.
Si può vedere come era la chiesa in tale periodo dalle immagini del prezioso sito di Bill Thayer.
L’intervento dei Ricostruttori ha consentito il ripristino delle antiche mura.
Oggi restaurato conserva, nella chiesa, un’interessante decorazione barocca e alcuni affreschi.
Il luogo è ricco di tradizioni popolari.
Presso la chiesa si trova il cosiddetto “Sasso cantale” forse così chiamato perché intorno a esso si riunivano i monaci per cantare. Una leggenda racconta di un enorme e vecchio serpente che vive tra i rovi.
Un’altra ricorda che nella chiesa si vedono spesso vagare dei lumi.
Fonti documentative
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=42139&RicProgetto=reg-umb
http://www.italiamappe.it/arte_cultura/chiese_luoghi_religiosi/121656_Monastero-e-Chiesa-di-San-Simeone
http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Umbria/Terni/Stroncone/S.Simeone/church/home.html
http://www.fratellofrancesco.org/www.fratellofrancesco.org/pdf/stroncone_orme.pdf
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.