Monastero di San Giovanni – Stifone di Narni (TR)

Le coordinate del sito sono state di proposito omesse per la pericolosità di accesso alla struttura.

 

Cenni Storici

Il Monastero di San Giovanni o Eremo di Santa Betta, si trova abbarbicato tra le rocce della propaggine sud di Monte Santa Croce.
I ruderi sono appena visibili da Taizzano, solo quando l’inverno inoltrato sfoltisce la vegetazione e tra le rocce si può scorgere l’archetto a mattoncini dell’edificio.
Dell’insediamento religioso non è stata rintracciata documentazione, né si hanno notizie.
Il complesso è stato riscoperto dal gruppo speleologico UTE di Narni in epoca abbastanza recente, come ricordato in una pianella con iscrizione datata 4-1-78.
Il sentiero fino all’eremo non è agevole; si può salire da Stifone, ma si può anche partire da Montoro da dove una strada imbrecciata, percorribile con una jeep arriva quasi sopra il monastero; si scende poi tramite un ripido e scivoloso sentiero, non facile da individuare.
Lungo tale sentiero si trovano antichi enigmatici muri di recinzione.
Solo da un punto la fitta vegetazione si apre mostrando una vista mozzafiato sul Nera, con di fronte Taizzano sopra gli speroni rocciosi dall’altra parte della valle.
Giunti al sito si incontra un muro, probabilmente la recinzione dell’insediamento.
Appena dopo si scorge tra la vegetazione l’abside a terminazione tronca della chiesa.
La muratura appare molto disomogenea e presenta indubbi indizi di rimaneggiamenti e rifacimenti, probabilmente la struttura originaria era di più piccole dimensioni.
Si accede all’interno della chiesa tramite un portale romanico con arco a tutto sesto, dall’apparenza duecentesca, forse inserito in un secondo tempo poiché non appare omogeneo con il resto delle murature.
L’interno è ad aula unica, con volta a botte quasi integra; in origine era intonacato, probabilmente era interamente affrescato, ne rimangono labili tracce sulla parete opposta a quella d’altare, su cui un tempo si apriva una porta, ora murata.
Sulla parete sinistra, addossata alla roccia, si trovano due nicchie.
Sul lato destro della volta si apre una finestra, sotto, lungo la parete, ve ne era un’altra, ora murata.
Di fianco si trova l’edificio del Monastero, che ha completamente perso la copertura e il piano rialzato dove era ubicato presumibilmente il dormitorio.
L’esterno è caratterizzato da due grandi arcate in laterizio, nella prima, ora tamponata, si apre una porticina architravata che consente l’accesso al primo ambiente un tempo in collegamento diretto con la chiesa.
Sulla parete addossata alla roccia si apre un passaggio che introduce a un ambiente ipogeo voltato a botte, ove probabilmente era localizzato l’insediamento eremitico originario.
Al secondo ambiente si riconosce ancora un locale cucina e refettorio, con un forno per la cottura.
Il terzo ambiente è caratterizzato da alcune nicchie, se ne ignora la funzione.
Sopra al monastero si trova una grotta, probabilmente pertinente al primo insediamento eremitico; al di sotto si trovano resti di altri ambienti.
Il problema dell’approvvigionamento idrico, non essendovi sorgenti nel luogo, era stato risolto con la costruzione di alcuni pozzetti collegati a una grande cisterna per la raccolta di acqua piovana, scavata nella roccia, di cui rimane ancora intatto il pozzetto di accesso.
 

Nota precauzionale

La difficile accessibilità del luogo, la problematica individuazione del sentiero con rischio di trovarsi senza quasi accorgersene in bilico sull’orrido del Nera induce a non dare la precisa localizzazione dei ruderi, si raccomanda in ogni caso prudenza anche per la precaria condizione statica delle alte murature e la presenza di aperture non protette.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia l’amico Marco Barbarossa, preziosa guida al sito
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

http://utecnarni.altervista.org/il-monastero-di-san-giovanni/

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