Molino di Pollo – Assisi (PG)

A poche centinaia di metri più a monte del molino di Buccilli, alla confluenza del Fosso del Vettoio, la cui sorgente è detta anche “acqua gelata“, con il Fosso dell’Anna, si trovano i resti del molino di Pollo che una pianta del 1772 indica come molino di Salari, così come confermato nel Catasto Gregoriano del 1835.

 

Cenni Storici

Il molino si trova nei pressi della frazione di Armenzano e di Notiano, lungo il Fosso dell’Anna che segna il confine tra Assisi, Spello, Nocera Umbra sul versante sudorientale del M. Subasio nei pressi della località le “Cerque Grosse“.
Nel 600 nella balìa di Armenzano era presente il toponimo “Il Molino” (Santucci F.
Ambiente e uomini … pag 105) e ciò ci testimonia la presenza di un opificio sin dal XVI sec.
Nel 1772 il molino sul Fosso dell’Anna apparteneva al Signor Salari, insieme all’altro Mulino, oggi detto di Valentino o Buccilli, posto sul fondovalle del fosso dell’Anna; proprietario dell’impianto anche nel 1816 (menzione nelle Bollette del Macinato di quell’anno Amministrazione del Macinato 1816).
Nel 1893 il molino era dotato di una diga in sassi e legno, la caduta era di 5,1O m e la portata ordinaria di 126 l/sec.
L’opificio poteva macinare 6 mesi all’anno in regime di portata ordinaria e per 4 mesi in regime di massima.
Nei pressi del molino era costruito un secondo molino di ripresa (Armenzano II) che sfruttava una caduta di 4.70 m.
Questo molino aveva una portata di 140 litri e poteva macinare tutto l’anno in regime di portata ordinaria.
I tre distinti corpi di fabbrica, denominati Mulino l, Mulino 2 e casa, sono allineati lungo il versante di destra della Valle dell’Anna, in direzione ortogonale al percorso dell’omonimo fosso.
Nella parte alta del complesso sono visibili i muri in pietra e i rilevati in legno e terra, che costituivano le sponde dell’accolta, la cui pianta è a forma di V per poter ricevere, attraverso due distinti canali, da sud le acque del fosso Vettoio e da nord quelle dell’Anna. Attraverso la cateratta in pietra, anch’essa ben visibile, l’acqua entrava nell’adiacente Mulino l con una caduta, rilevata nel 1893, di 5,10 m e una portata di 126 l.
L’acqua, dopo aver alimentato l’unica mola a grano, di cui rimane quasi integro il retrecine in legno, era raccolta nella seconda vasca, di pianta circolare, completamente realizzata in pietra e perfettamente intonacata all’interno con malta idraulica.
Da qui, con un salto di 4,70 m e una portata di 140 l, entrava nel Mulino 2 la cui unica macina era funzionante per tutto l’anno contrariamente a quella superiore che rimaneva attiva solo per sei mesi, nel periodo di massima portata dei due torrenti.
Intorno alla metà dell’Ottocento, la data non è precisata, il mulino fu “regalato” a Francesco Buccilli.
Nel 1928 il molino Armenzano (così sempre indicato nei fascicoli della Camera di Commercio) veniva restituito dall’affittuario Rosati Gioacchino al proprietario ovvero il Signor Buccilli Giuseppe.
Nel 1929 l’impianto era dotato di 2 macine e un buratto.
Il molino che risultava della pendenza di 8HP era in funzione soltanto durante l’inverno e nel periodo di forti piogge, macinando tutte le 24 ore il molino poteva raggiungere una produzione di 8 quintali. Il proprietario e mugnaio Buccilli Giuseppe non abitava più nell’edificio.
Era domiciliato a Spello, nella frazione di S. Giovanni in Collepino il cui parroco era don Carlo Buccilli, lasciando la conduzione dell’opificio in mano ad affittuari, fra cui si può supporre il mugnaio “Pollo“, da cui il mulino prende il nome, noto in zona per la sua proverbiale inedia
che si manifestava nel portare le scarpe non allacciate per evitare la fatica di chinarsi.
Nel 1934 il molino aveva una potenza di 6HP e le 2 macine, una per il grano ed una per il granoturco, avevano un diametro di 150 cm.
La produzione oraria di ogni macina e del buratto era di 60 kg di farina.
Il molino in seguito ad una ispezione risultava in buone condizioni igienico-sanitarie.
La macinazione poteva avvenire comunque solo a beneficio di consumatori diretti.
La produzione complessiva relativa all’anno 1937 era stata di 125 q di frumento, nel 1938 di 160 q di frumento e 40 q di granoturco, nel 1938 era stata di 11O q di frumento e 20 q di granoturco.
Nel 1940 il proprietario del molino risultava essere Buccilli Giuseppe fu Leopoldo mentre il conduttore era Buccilli Giuseppe fu Enrico.
Il molino era formato da 2 ambienti e i muri non erano intonacati, era provvisto di due macine del diametro di 120 cm e di un buratto.
Buccilli Giuseppe fece funzionare le due macine e il buratto fino al 1947 anno in cui, a causa della legge che vietava la produzione di farina nei mulini sopra i 500 m di quota sul livello del mare, fu chiuso perché classificato di alta montagna e quindi non facilmente controllabile dalle autorità preposte; l’ultima licenza a molire è datata 1949.
Nella carta topografica IGMI (Valtopina) l’opificio viene chiamato: “Molino di Pollo“.
 

Aspetto attuale

A differenza del mulino di Buccilli, questo è stato per anni abbandonato e ciò che resta ai nostri giorni sono solo un ammasso di rovine; fino a qualche anno fa si riusciva ancora ad intravedere il lago di raccolta dell’acqua, la presa di captazione delle pale e la grotta dove i cucchiai dell’albero di trasmissione che erano mossi dall’acqua.
Nelle vicinanze c’era anche una macina in pietra che è stata prontamente trafugata.
 

Fonti documentative

Tesi di Laurea di Alessandra Costantini (2000-2001).
A. Melelli F. Fatichenti – L’Umbria dei Mulini ad acqua – 2013
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio la Signora Buccilli Maria Giulia per il suo interessamento e per aver fornito le notizie storiche.

 

Mappa

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