Miniera di Zolfo di Cabernardi – Sassoferrato (AN)
Cenni Storici
Circa sette milioni di anni fa, durante l’era geologica del Miocene, in seguito all’abbassamento del livello marino, iniziò la deposizione gessoso-solfifera che diede forma ad una sinclinale estesa da Percozzone a San Giovanni. Gli strati di questa deposizione si trovano a Cabernardi in senso subverticale, ciò spiega lo sviluppo della miniera in profondità. L’importanza di questa formazione, che si presenta come un insieme di grandi bacini, aventi un’estensione che può raggiungere anche i 10 km., discende dal fatto che essa contiene abbondante zolfo allo stato nativo, il quale è stato oggetto di attiva ricerca e intenso sfruttamento industriale per molti decenni. Il lavoro nella miniera negli anni 1910-15 (Archivio Montedison)Lo studio della zona solfifera di Pergola e Sassoferrato, condotto effettuando rilievi geologici, era già in corso, come testimoniano ad esempio le cronache del 1884, da parecchi anni, che registrano concessioni di continuazione nell’indagine mineraria. Il bacino solfifero di Cabernardi forma un’ellisse allungata che si estende dal Torrente Cesano (Pergola) alla valle del Sentino (Sassoferrato). Lo sfruttamento della zona nord della falda orientale, la prima ad essere esplorata, diede luogo alla concessione Percozzone, nel 1877. Successivamente, fu indagata più a sud, dal signor Dell’amore, la zona detta Cafabbri, che risultò ancora più fortunata poiché si rinvenne uno strato verticale abbastanza potente e riccamente mineralizzato. Essa originò la Miniera di Cabernardi, attiva dal 1887 e in grado di produrre, fra il 1889 ed il 1899, 325.638 tonnellate di minerale dal quale si ricavarono 65.517 tonnellate di zolfo greggio.
A partire dal 1870, con l’occasionale scoperta della presesenza di minerali di zolfo in prossimità del piccolo borgo agricolo ai Cabernardi è iniziato lo sfruttamento minerario dell’area, dapprima su iniziativa della ditta tedesca Buhl -Deinhard, successivamente dalla “Società Miniere Solfare Trezza e Albani, infine dalla Società Montecatini (1917-1954). Il bacino minerario divenne uno dei più importanti poli per l’estrazione dello zolfo a livello europeo e diede impulso allo sviluppo sociale e demografico della zona: nel 1932, periodo del suo massimo sviluppo, risultavano impiegate 3.085 unità lavorative.
Le attività erano distribuite su circa 1000 ettari, suddivisi nelle diverse concessioni:
– le gallerie si estendevano per oltre 15 km e raggiungevano la profondità di 800 metri, 500 metri sotto il ivello del mare
– a Cabernardi i pozzi Donegani e Boschetti davano accesso alle gallerie di estrazione del minerale, nei calcaroni e nei forni GUI si svolgevano le attività di lavorazione e fusione
– a Vallotica , nella miniera di Percozzone, il minerale veniva estratto e fuso
– a Bellisio Solfare erano situate le raffinerie
– il sottosuolo di Caparucci era percorso dalle gallerie accessibili dai pozzi di Cabernardi.
La presenza della miniera ha originato un insediamento complesso dotato dei servizi per l’estrazione e lavorazione del materiale e ci quelli sociali ed organizzativi di supporto alla vita dei lavoratori, determinando una radicale trasformazioni dei luoghi e del paesaggio. L’alta mole dei pozzi, gli edifici in mattoni dei servizi di superficie una parte delle strutture dei forni, le abitazioni dei minatori, la chiesetta di Santa Barbara dedicata ai 130 morti sul lavoro, restano a testimoniare la storia della comunità, mentre la vegetazione ha ripreso possesso delle aree che le fotografie dell’epoca raccolte nell’Archivio Fotografico della Miniera ci mostrano desertificate e arse dall’anidride solforosa. La cessazione dell’attività per l’esaurimento del giacimento fu fortemente osteggiata dai lavoratori che nel 1952 occuparono la miniera per difendere il loro diritto al lavoro: il ridimensionamento delle possibilità di impiego in loco produsse un intenso fenomeno migratorio verso le miniere del Nord Europa ed una nuova trasformazione della società e del territorio. Su iniziativa della Associazione Culturale “La Miniera ONLUS” nel 1992 è iniziata la raccolta dei materiali esposti nel Museo. L’allestimento di una porzione della “Galleria della memoria” rappresenta un primo passo per la riqualificazione del Museo stesso e per la realizzazione di un più ampio progetto di valorizzazione nell’ambito del “Parco Nazionale delle Miniere di Zolfo” – che si propone la doppia finalità di conservare la memoria storica e di offrire nuove occasioni di sviluppo al territorio.
www.minieracabernardi.it
www.comune.sassoferrato.an.it
www.sassoferratoturismo.it
www.sassoferratocultura.it