Manoscritti Leopardiani – Visso (MC)
Cenni Storici
Chiesa di Sant’Agostino – Museo – Pinacoteca
Secondo alcuni autori la costruzione della chiesa (e del convento annesso) risalirebbe al 1338. Secondo altri la prima notizia certa dell’insediamento risalirebbe al 1357. Altri autori fissano il termine ante quem al 1388. La chiesa era all’interno della cerchia muraria, mentre il convento era all’esterno di essa. Nel sec. XV il pittore Paolo di Visso (attivo 1435-1482) affrescò una Pietà e, all’interno della cappella, una sequenza di santi di cui restano poche tracce. In B 03001338 e B 03001644 si menzionano pitture murali del 1574. Tra il 1610 e il 1628 il convento e il campanile vennero modificati per volere di papa Urbano VIII. La sacrestia, sulla quale si trova il campanile, fu ampliata e unita alla cerchia muraria. Dell’antica struttura è ancora visibile sulla facciata esterna un tratto di ‘muratura angolare’, non cucita col resto della muratura, alla distanza di circa un metro dalle mura urbiche. Secondo il Venanzangeli gli agostiniani abbandonarono il convento nel 1640, ma la data dovrebbe essere posticipata almeno al 1652 al tempo della soppressione innocenziana dei piccoli conventi. In una Relazione di visita, datata 27 marzo 1650, si dice infatti che a quel tempo vi erano due religiosi e due laici professi. Secondo B 03000698 invece il convento non dovette subire la soppressione innocenziana. Nel 1703, a causa di un forte terremoto, cedette l`arco trionfale e la volta dell’abside molto probabilmente crollò. Negli anni seguenti fu costruito all’interno dell’arco un muro di irrigidimento e, contemporaneamente, fu realizzato un solaio intermedio nell’abside, dove venne aperta una finestra sulla parete verso la navata. Nel 1860 la Pietà di Paolo di Visso fu staccata e trasportata nella vicina Collegiata di S. Maria, ritornò nel luogo di origine nel 1973. A partire dal 1972 fu allestito all’interno della chiesa il Museo-Pinacoteca inaugurato nel 1983. A seguito degli eventi sismici del 1972 e del 1979, tra il 1974 e il 1984, furono eseguiti alcuni lavori di restauro su tutto il complesso. Per quanto riguarda la chiesa nel 1984 fu completamente rifatto il tetto della navata. Il giorno 26 settembre 1997 ha inizio una serie di scosse sismiche che provoca nell’edificio i seguenti danni: lesioni di media entità sugli appoggi di alcune capriate ed in corrispondenza dell’intersezione tra la muratura dell’arco trionfale e quella longitudinale sinistra; lesioni sulla torre campanaria. Nella seconda metà del 1999 la Conferenza di Servizi approva il progetto di restauro che in particolare prevede le seguenti opere: consolidamento della torre campanaria col ripristino delle murature e la realizzazione di un `castello` in acciaio interno opportunamente spinato alle murature e irrigidito da due solai intermedi in acciaio e legno; sostituzione della capriata del campanile; consolidamento dell’abside e dell’arco trionfale mediante strutture in acciaio; intelaiatura in acciaio dell’arco `omeotetico` all’arco originale in pietra; sostituzione dell’impalcato dell’abside con solaio in acciaio e legno; realizzazione di un solaio, distaccato ma spinato alle murature, a quota + 3,92 per irrigidire l’abside e l’arco trionfale; incatenamento delle murature della navata e della cappella; incatenamento a croce di S. Anfrea delle capriate della navata; sigillatura delle fessurazioni della muratura. Il `Liber censuum Ecclesiae Spoletinae` del 1393 la elenca tra le chiese dipendenti dalla Pieve di Visso.
Il Museo-Pinacoteca Civico e Diocesano di Visso accorpa e conserva una vasta e variegata raccolta di opere d’arte a carattere sacro proveniente dal territorio vissano riconducibili ad un arco di tempo che va dal XII al XVIII secolo. La collezione comprende centottanta opere tra tele, tavole, sculture lignee ed oggetti liturgici, disposte in un percorso museale flessibile che ha sede nell’ex chiesa di Sant’Agostino ed in alcuni ambienti dell’ex convento adiacente, allestito per l’esposizione in otto sale. Sono in esposizione opere pittoriche della scuola della Valnerina – che vede come maggiore esponente Paolo da Visso, denominato appunto il ‘Maestro della Valnerina’, attivo nella seconda metà del ‘400; della scuola Mevalese degli Angelucci: pittori ed intagliatori di Mevale, attivi nel ‘500, il cui capostipite Gaspare Angelucci sembra provenisse dalla bottega di Raffaello, ed infine una serie di dipinti su tela riconducibili al periodo tra il ‘500 e il ‘’700 attribuiti a vari pittori quali: Simone de Magistris, Carlo Cignoni, Domenico Alfani, Antonio Viviani, un presunto Gentileschi, etc, per lo più repliche di autori maggiormente conosciuti quali Pontormo e Guercino. Il Museo contiene anche una ricca collezione di sculture lignee policrome attribuite principalmente alla “Scuola dei Petraioli ed Intagliatori Vissani” raffiguranti iconografie sacre, quali ‘La Pietà’, ‘La Madonna con Bambino’, ‘La Crocifissione'; ed una consistente raccolta di artigianato, oreficeria e suppellettili sacre: croci astili, reliquiari, candelieri, in lamina di argento, oro e rame e paramenti messali provenienti dalle varie chiese del territorio in prevalenza marchigiano ed umbro.
Il Complesso ospita, inoltre, il Museo dei Manoscritti Leopardiani. Risale al 24 marzo 1868 la vendita di ventisette manoscritti originali di Giacomo Leopardi all’allora Sindaco di Visso G. Antinori da parte del preside del Liceo Galvani di Bologna Prospero Viani. Il collezionista, trovatosi in difficoltà economiche, fu infatti costretto a disfarsi di una parte della sua collezione di opere leopardiane, e la cedette al Comune di Visso per quattrocento lire italiane. Si tratta di sei Idilli (tra cui “L’Infinito” e “La sera del giorno festivo”), cinque sonetti, l’Epistola al Conte Carlo Tiepoli, quattordici lettere scritte tra il 1825 e il 1831 all’editore milanese Stella e un commento alle rime del Petrarca. Sono esposte inoltre le Dodici Sibille, rappresentate in dodici tavole (110×80), attribuite a Nicola Amatore di Belvedere di Jesi.