Madonna delle Sbarre – Capitone di Narni (TR)
Cenni Storici
Posta lungo la strada per Amelia, nei pressi di Capitone, frazione di Narni, al momento è in totale stato di abbandono, e l’incuria sta provocando danni che rischiano di diventare irreparabili.
La sua costruzione risale al XVI secolo.
Probabilmente edificata attorno a una precedente edicola contenente un’immagine della Madonna col Bambino oggetto di venerazione da parte della popolazione.
La Chiesa della Madonna delle Sbarre è fuori dell’antico Castrum Capitonis, così chiamata perché costruita nelle immediate vicinanze dei cippi che segnavano i confini tra Narni e Amelia ed è una delle sei chiese dedicate alla Madonna che s’incontrano lungo la strada che da Narni raggiunge Capitone.
È stata parte di una Confraternita e di una cappellania, vale a dire che in nome della Madonna delle Sbarre si operava per la diffusione del culto cattolico mettendo in campo una qualche disponibilità economica.
La Comunità amministrava la chiesa attraverso due santesi appositamente eletti dal consiglio, che dovevano redigerne regolarmente le entrate e le uscite e, più in generale, occuparsi della gestione di quello che, di fatto, era un giuspatronato laico della Comunità.
Aspetto esterno
Sul muro esterno lambito dalla strada provinciale, il solito imbecille ha scritto con la bomboletta spray una dichiarazione, utilizzando l’intera lunghezza della parete.
La facciata in laterizio è preceduta da un portico dello stesso materiale, accanto al portone vi sono due finestrelle, attraverso cui i devoti potevano venerare l’immagine della Madonna coperti dalle intemperie.
In alto v’è un finestrone che da luce all’interno.
Il Campanile a vela, disposto centralmente nella parte posteriore è a un solo fornice ed è privo di campana.
Interno
L’interno, abbandonato e spoglio, è a una sola navata, al centro della parete d’altare quel che rimane della venerata immagine rappresentante la Madonna col Bambino, in alto il monogramma Mariano.
Fonti documentative
http://umbriasud.altervista.org/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini, la foto di copertina è di Angelo Velatta.