Le cave farnesiane di Caprarola – Caprarola (VT)

Le grotte sono il risultato dell’estrazione del materiale necessario per l’edificazione del Palazzo Farnese di Caprarola.

 

Cenni Storici

Arrivati a Caprarola agli inizi del 1500 i Farnese decisero di rivoluzionare totalmente il paesino esistente.
Per garantire un accesso prestigioso al loro maestoso palazzo pentagonale tagliarono a metà il paese con una grande via diritta, cosicché chi proveniva da Roma lo potesse ammirare già entrando a Caprarola e per tutta la ripida salita che portava al suo ingresso, ottenendo un grande effetto scenografico.
Ciò comportò la demolizione di larga parte del nucleo abitativo medievale e la costruzione di due grandi ponti per garantire l’andamento perfettamente rettilineo della via.
Per la costruzione del palazzo erano necessarie ingenti quantità di materiali e fu ritenuto vantaggioso reperire nelle vicinanze le cave da cui estrarli.
Ne vennero scavate due che, alla fine dei lavori, risultarono molto grandi: una a est della via Dritta (oggi via Filippo Nicolai), nel rione chiamato Sardegna (grotta di Marzecca), e l’altra a ovest nel rione detto Corsica (grotta Giocarelli).
 

Grotta di Marzecca

La grande cava orientale del rione Sardegna si trova in via Sterpeta ed è conosciuta, praticamente da sempre, come grotta di Marzecca.
La grotta di Marzecca offriva una struttura tipica e ideale per l’estrazione dei materiali da costruzione.
La squadra di scavo, guidata dagli architetti Antonio da Sangallo il Giovane prima (1530-1546) e da Jacopo Barozzi, detto “Il Vignola“, poi (dal 1559 fino a compimento dei lavori) estraeva, scavando in profondità dalla parte inferiore, la pozzolana di qualità molto fine necessaria agli impasti cementizi e dalla parte superiore i blocchi di tufo per la costruzione dei muri di contenimento dei giardini inferiori e superiori.
Alla fine dei lavori per la costruzione del Palazzo Farnese residuava una cavità di circa 7.000 m3. Dopo il suo utilizzo per l’estrazione dei materiali da costruzione, nei secoli la grotta fu usata come stalla, come rifugio per briganti, in tempi più recenti come rifugio durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e, negli anni 60, come fungaia.
La grotta fu poi abbandonata in quanto difficilmente raggiungibile dai moderni macchinari pesanti quali trattori o auto.
In epoca recente (2009) la cresta tufacea nella quale era la grotta ha subito ampi cedimenti del terreno e dato che questi smottamenti rischiavano di compromettere il sovrastante acquedotto delle Tre Cannelle, l’area fu oggetto di importanti opere di consolidamento; fu così che la grotta e la sua storia furono riscoperte.
Negli anni che seguirono il sito fu poi nuovamente dimenticato.
Da qualche anno la grotta di Marzecca è stata riscoperta da me e da alcuni avventurosi esploratori.
Con il supporto del Comune di Caprarola e di Legambiente abbiamo ripulito il sentiero di accesso e la grotta stessa.
Soprattutto nel periodo estivo portiamo molti escursionisti a vedere questa bellezza nascosta e ad ascoltare la sua storia.
I partecipanti si dichiarano molto entusiasti della visita e sarebbe quindi auspicabile renderla fruibile a un pubblico sempre più vasto.
Per migliorarne l’accesso sarebbe necessario mettere in sicurezza il sentiero che porta alla grotta dotandolo di adeguate protezioni.
Durante ricerche d’archivio abbiamo trovato un bellissimo disegno di Ludovico Carracciolo (1761-1842) che ritrae la grotta di Marzecca.
Questo grande paesaggista italiano evidentemente scoprì la grotta arrivando a Caprarola per la via dei Castagneti.
Rimase impressionato dal grande ingresso nel costone tufaceo e decise così di ritrarla; il suo disegno appare ora riprodotto all’ingresso della grotta di Marzecca.
Proseguendo lungo la forra tramite un sentiero da me aperto tra spini e felci a mo’ di giungla amazzonica, si arriva a una seconda cavità molto più piccola, sempre usata per l’estrazione di pozzolana e tufo, ma che consente di accede all’antico acquedotto delle Tre Cannelle che portava l’acqua di varie piccole sorgenti dal versante basso dei monti Cimini all’omonima fontana sita in Piazza Sicilia, di fronte al Castello dei Di Vico, nella confluenza delle tre contrade di Corsica, Sardegna, Aquilone e il Borgo Vecchio.
La fontana è in pietra, si trova incastonata in un arco, ha tre cannelle ed è fiancheggiata da un abbeveratoio per gli animali da soma.
Contiene due stemmi, il più antico mostra in basso una quercia sostenuta da due capre, ovvero lo stemma dei Della Rovere unito a quello di Caprarola, dove le capre però sostengono un giglio; infatti, fu realizzata intorno alla metà del XV secolo dalla famiglia della Rovere che, in quel periodo, aveva il vicariato di Caprarola.
In alto, successivamente, fu aggiunto lo stemma del cardinale Raffaele Riario, con il cappello cardinalizio che sovrasta la rosa a cinque petali, emblema della famiglia; lo stemma è fiancheggiato da due volute di fattura differente, forse una delle due è stata riscolpita in epoca più tarda perché danneggiata.
La famiglia Riario, verso la fine del secolo XV ampliò l’acquedotto, che raccoglie le acque di alcune sorgenti dei monti Cimini.
La Fontana Tre Cannelle risale al XV secolo, è quindi uno dei pochi monumenti di Caprarola antecedente alla dominazione della famiglia Farnese.
Proseguendo ancora si trova un vecchio ponte pedonale, il quale necessiterebbe di urgenti lavori di restauro, che consente all’acqua di superare la forra di Fosso Scuro.
 

Grotta Giocarelli

Completamente dall’altro lato del paese, sul costone occidentale, si trova la grotta Giocarelli.
È accessibile direttamente accanto alla Chiesa di Santa Teresa, in zona Pilo.
La grotta Giocarelli, per scongiurare un probabile crollo, negli anni ’90 è stata consolidata con una gigantesca struttura in cemento armato con nervature a volta; tale intervento è stato giustificato dal fatto che, diversamente dalla grotta di Marzecca, la grotta Giocarelli è localizzata in un’area più vicina al centro abitato e soggetta a piccoli e grandi smottamenti.
Recentemente (novembre 2024) proprio in Via Pilo si è verificata una frana di importanti dimensioni.
La sua grandezza e la temperatura interna sono molto simili a quelle della Grotta di Marzecca.
 

Nota

Foto e testi di Pierluigi Capotondi.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Santa Lucia
Chiesa di Santa Maria Assunta
Stazione di Posta sulla Via Francigena
Palazzo Farnese
 

Mappa

Link alle coordinate: Grotta di Marzecca 42.3306931684891, 12.236087376935352
Link alle coordinate: Grotta Giocarelli 42.32750551282063, 12.237030305417697

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