La Torraccia – Morro di Foligno (PG)
Cenni Storici
I pochi resti della fortificazione sorgono su un rilievo conoide posizionato proprio nel mezzo del fosso della Terminara proprio sotto l’abitato di Morro; si tratta di una torre di avvistamento a controllo della sottostante strada medievale, ora pressoché scomparsa, che dalla valle del Menotre risaliva il suddetto fosso fino nella parte alta delle sorgenti, poi arrivava sul crinale dove incrociava la strada di cresta che da Orsano, attraverso Biscina, Croce di Morro, Acqua S. Stefano, Vallupo, Civitella e la Maestà di Cancelli giungeva a Sassovivo per proseguire poi verso Foligno.
Un percorso quindi molto importante e trafficato nel medioevo sia dalle merci che dalle mandrie transumanti che durante lo spostamento estivo migravano verso i pascoli d’altura, inoltre era una strada necessaria per i numerosi abitanti della montagna che raggiungevano il fondovalle per la molitura dei cereali prodotti in altura e macinati nei numerosi mulini a ridosso dei corsi d’acqua del fondovalle.
Inoltre queste aree godevano di una fiorente economia, basata soprattutto sulla produzione di carbone, sul taglio del legname, sulla pastorizia e sull’allevamento del bestiame, ma anche e soprattutto, nei tempi remoti, sulla produzione di calce, che nonostante le discordie e le frequenti scaramucce, era acquistata anche dagli abitanti di Orsano e dai paesi che ruotavano intorno alla sua orbita.
Una via quindi che necessitava in quei tempi di un controllo capillare al fine di evitare che le mire espansionistiche dei comuni limitrofi potessero invadere o distruggere i mulini necessari per la sopravvivenza degli abitanti, inoltre i castelli, gli avamposti fortificati ed i presidi militari, come appunto la presente torre, avevano il compito di rallentare l’avvicinamento del nemico.
Siccome queste terre erano di pertinenza di Foligno e quindi sottoposte alla giurisdizione dei Trinci è facile supporre che tale struttura sia stata edificata da questa famiglia nell’ambito della massiccia opera di fortificazione della montagna al fine di contenere le mire espansionistiche di Spoleto che premevano nel versante di Orsano; l’incastellamento della montagna folignate avvenne nei secoli XIII e XIV, quando i locali feudatari, i conti di Alviano, erano in crisi e invece i comuni di Camerino, Foligno e Spoleto erano in espansione.
La torre era posizionata in un punto altamente strategico e godeva di una difesa naturale dovuta al ripido pendio della collina distribuito su tre quarti della superficie e con un unico punto di accesso comodo posizionato a monte quindi facilmente difendibile.
La sua posizione inoltre le permetteva una comunicazione visiva con il castello di Morro che dall’alto della montagna a sua volta poteva diffondere le comunicazioni con altri castelli.
Morro, infatti, paese di frontiera, era considerato un importantissimo baluardo contro le scorribande delle popolazioni confinanti; a tal proposito si sa che, punto nevralgico delle dispute, fu la vasta area compresa tra il Fosso Terminara e Monte Puro, costituita dal piano della Spina, dal Puro di Cervaria, dalla Costa di Orsano, dai Purelli, dal Colle dell’Amandola, dal fossato “Pedis coste” e da Armalupo (Vallupo).
Per quest’area, si fronteggiarono più di una volta, da una parte, sostenuti da Foligno, gli uomini di Rasiglia, Verchiano e Morro e dall’altra, sostenuti da Spoleto, gli uomini di Orsano e dei paesi posti nella sua giurisdizione.
Con il passare del tempo sia il castello di Morro che la torre di vedetta, non dovendo più svolgere l’importantissima funzione di castello posto a protezione del vicariato dei Trinci vide pian piano sminuire la sua importanza strategica ed in particolare la torre, avamposto e presidio militare, cominciò il suo stato di abbandono.
Aspetto
Se fino a qualche anno fa dal paese di Morro si poteva scorgere un brandello di torre che sovrastava gli alberi sulla cima della collina, oggi del manufatto non resta che miseri brandelli di mura perimetrali alte meno di un metro.
Ne resta solo una buca quadrata che è ciò che resta dell’interno della torre, circoscritta da alcune pietre.
L’abbandono ed i terremoti hanno fatto si che ora, non solo non si vede più nulla da lontano, ma è difficile persino avere un’idea chiara della sua perimetrazione anche da vicino.
Nota di ringraziamento
Ringrazio sentitamente Domenico Filipponi di Morro esperto del territorio per avermi accompagnato in questa ricerca.
Fonti documentative
Sandro Capodimonti – Il Menotre e la sua valle: Borghi genti acque e sorgenti – 2017
Mario Sensi – Vita di Pietà e vita civile di un altopiano tra Umbria e Marche (secc. XI-XVI) – 1984
Mappa
Link alle coordinate: 42.943860 12.850007