La Cona di San Bernardino – Filettino (FR)

La Cona ricorda la presenza di San Bernardino nel paese di cui è anche patrono.

 

Cenni Storici

Filettino (527 abitanti) è il più elevato comune del Lazio (m 1063).
Si trova all’incontro dei monti Simbruini con i Cantari e gli Ernici; fa parte del Parco naturale regionale dell’Appennino-Monti Simbruini e della Comunità Montana Monti Ernici.
Nel suo territorio comunale nasce il fiume Aniene da varie sorgenti: una è quella che dà l’acqua alla Fontana delle tre cannelle, nella piazza “bassa” di Filettino; due (quella della Radica e quella dell’Acqua Corore) sgorgano alle falde del monte Tarino (m 1950) nella valle di Fiumata; un’altra, che è la più copiosa, nasce accanto al lago Pertuso, tra Filettino e Trevi nel Lazio.
A nord-est la strada Provinciale 30, superato il valico di Serra Sant’Antonio (m 1602), collega Filettino con il comune abruzzese di Capistrello (AQ).
Dal valico si può anche salire a sinistra per Campo Staffi, località turistica estiva e invernale, con impianti di risalita e piste da sci; prendendo invece a destra si va alla freschissima Fonte Moscosa (m. 1618) e al sentiero che sale in circa due ore al monte Viglio, bellissima montagna che è la seconda più alta del Lazio (m 2156).
Prima della conquista romana l’area di Filettino era popolata dagli Equi.
Per lo storico settecentesco Eleuterio Arquati il paese fu fedele a Roma nella battaglia delle Forche Caudine e durante la seconda guerra punica.
Notizie certe dell’insediamento iniziano nell’XI secolo quando papa Niccolò II soppresse la diocesi di Treba Augusta (Trevi nel Lazio) accorpandone il territorio alla diocesi di Anagni.
I primi edifici sorsero sul Cotardo, dove la difesa era più facile; il nucleo urbano si sviluppò a spina, adattandosi all’orografia.
È probabile che il toponimo del borgo derivi dalla caratteristica disposizione in fila delle abitazioni, oppure dal filictum latino derivato da filex (felce), oppure dal filacterion, termine con cui i bizantini definivano le postazioni fortificate a controllo di posizioni strategiche, spesso rese con il toponimo Filetto (in Abruzzo) o Filattiera (in Lunigiana).
Nel 1297 il paese passò alla famiglia Caetani fino al 1602 quando, con la condanna a morte di Prospero Caetani da parte di Clemente VIII, Filettino divenne Comunità immediate subiecta (fino al 1870) alla Camera Apostolica, che amministrava il patrimonio pontificio e concesse al paese uno Statuto Comunale (16 maggio 1604).
La Sacra Consulta inviava un governatore (podestà o pretore) che restava in carica uno o più anni e doveva vigilare sull’attività della Magistratura Civica per conto del Governo Centrale senza interferire con essa.
Dal XVII al XIX secolo Filettino prosperò grazie al fiorente commercio locale e all’allevamento di bovini, equini e ovini, questi impegnati anche nella transumanza trasversale dal monte al mare Tirreno (tra Nettuno e il litorale pontino) e viceversa.
In epoca fascista, dal 1938 al 1945 il comune prese il nome di Filettino Graziani in omaggio al maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani che vi era nato nel 1882.
Il 24 settembre 2011, per protestare del mancato pagamento da parte dell’ACEA dell’acqua attinta alle sorgenti poste sul territorio comunale, il Comune di Filettino si autoproclamò “principato” indipendente, anche se l’autonomia comunale non è stata riconosciuta.
Da vedere la chiesa di Santa Maria Assunta e alcuni palazzi.
A circa 3 km dal centro lungo la SP 28 verso Trevi nel Lazio si trovano le Mura Saracene; sono blocchi calcarei addossati a una parete di roccia, lunghi 37 metri e alti fino a 7 metri; la loro costruzione (di tecnica romana) o ripristino è attribuita ai Romani dopo l’estromissione degli Equi, o nel sec. IX alle incursioni saracene nella valle dell’Aniene.
Feste: l’Addolorata (ultima domenica di luglio) e il Nome di Maria a settembre.
Per secoli Filettino ha basato la propria economia sulla tradizione agro-silvo-pastorale, con il declino della quale (prima metà del XX secolo) è iniziato un rapido spopolamento.
Più recente è lo sviluppo turistico: escursionismo montano estivo e sport invernali a Campo Staffi.
A Filettino (m 1037) è sempre spiccato il culto al patrono San Bernardino da Siena (1380-1444) e all’interno del paese si può compiere un vero cammino storico-religioso bernardiniano.
1) Il punto di partenza può essere la parrocchiale di S. Maria Assunta, nel borgo antico; nella cappella di S. Bernardino (a sinistra dell’altare maggiore) si conserva la statua del Santo, un suo pregiato busto d’argento, la reliquia ex corpore, un pezzo dell’ultimo saio indossato dal frate prima dell’ultima ricognizione; una celebre “ghianda” di S. Bernardino (vedi miracolo del 19 maggio 1486); il cappelletto della ghianda; il cordone che la tradizione attribuisce al Santo; il quadro del pittore filettinese Ulisse Giacomini (Miracolo della pioggia di ghiande di ferro in località Cona S. Bernardino).
2) Scendendo in piazza Martino Filetico si visita la chiesa di S. Bernardino, sotto il Palazzo Comunale.
Essa ha quattro altari e numerosi affreschi, scoperti nel 1971; di rilievo quelli dell’abside e della volta, raffiguranti la Resurrezione, la Madonna col Bambino tra gli evangelisti Luca e Matteo.
Sono attribuiti a Desiderio da Subiaco già autore dei dipinti della Cappella di San Sebastiano a Trevi nel Lazio e risalgono alla seconda metà del ‘400, anteriori però al miracolo di S. Bernardino (1486) e all’intitolazione della chiesa al suo nome.
La chiesa, pur restando consacrata, ospita il Museo Parrocchiale di Arte Sacra, inaugurato nell’agosto 2016 e dedicato a Mons. Alessandro De Sanctis, parroco di Filettino dal 1942 alla morte (12 luglio 2017).
L’ingresso è gratuito a offerta spontanea (tel. parrocchia 0775/581846) e un membro del Consiglio Pastorale Parrocchiale accompagna nella visita; vi è conservato tra l’altro il mantello del capo dei briganti (Virginio Orsini) coinvolti nel miracolo del 19 maggio 1486.
3) Chiesetta di S. Bernardino in località Calvario, inaccessibile perché pericolante.
4) Casa in paese dove secondo la tradizione pernottò S. Bernardino quando venne a predicare a Filettino, non visitabile perché abitazione privata.
5) Dedicata al Patrono è pure la “Sala Comunale S. Bernardino da Siena“, nei locali sotto la Scuola Primaria di Filettino.
6) Una semplice passeggiata porta alla Conetta di S. Bernardino in località Piscicarello, al bordo della SP 28, presso la cascata dove i camionisti caricano le cisterne di acqua.
7) Per andare invece alla Cona di San Bernardino, che è la cappella costruita sul luogo di un miracolo attribuito al santo, un tempo dal paese si doveva seguire la vecchia mulattiera che risaliva il dosso della Sterpara, “attacco” ora cancellato da lottizzazioni e ville.
Si può partire allora dalla piazza “alta” del paese eseguire la strada di Campo Staffi per 750 metri, fino all’inizio della Via Panoramica (Circonvallazione).
Percorrendo questa per circa 1,5 km, 200 metri prima dell’albergo Monte Viglio (m. 1025) si incontra una netta curva a sinistra e un ponte su un vallone dove è anche una “cona” della SS. Trinità, in una zona di nuove costruzioni.
Dalla piazzola si prende un viottolo a destra che sale ripido prima allo scoperto tra alcune case fino al vecchio serbatoio dell’acquedotto, poi in bosco (pineta) verso il nuovo serbatoio, sbucando dopo 15 minuti sulla carrareccia del vallone delle Sterpare.
Lasciato a sinistra un fontanile rinnovato, poco più su giunge alla Cona di S. Bernardino (m. 1110), antica graziosa cappella, nota per “l’impronta del piede e del ginocchio su una roccia” dove secondo la tradizione il Patrono si inginocchiò per ottenere da Dio la liberazione di Filettino dall’assalto dei “briganti“.
Storicamente fra Bernardino da Siena soggiornò almeno due volte a Filettino: la prima nel 1433 al seguito di Sigismondo di Germania (1368-1437) già Principe elettore di Brandeburgo, Re d’Ungheria dal 1387, Re di Croazia, Rex Romanorum dal 1411, Re di Boemia dal 1419 e finalmente Imperatore del Sacro Romano Impero.
Questo loro passaggio potrebbe essere avvenuto nell’estate (luglio-agosto) del 1433, dopo che a Pentecoste (31 maggio) Sigismondo era stato incoronato Imperatore a Roma da papa Eugenio IV; sotto il suo “impero” si concluse lo Scisma d’Occidente con il Concilio di Costanza.
La seconda visita del frate francescano in paese avvenne cinque anni dopo, nel 1438, per una predicazione.
E la predicazione di fra Bernardino era straordinaria: riempiva le piazze, le chiese non potendo contenere le folle; tutta la cittadinanza partecipava con le autorità, i fedeli venivano ad ascoltarlo anche dai paesi vicini.
E’ tradizione di Filettino che S. Bernardino da Siena qui abbia fermato, con una violenta pioggia e una grandinata di ghiande di piombo, gli armati di Virginio Orsini signore di Tagliacozzo, diretti al saccheggio del paese che era possedimento dei Caetani, famiglia nemica.
Era il 19 maggio 1486, vigilia della festa liturgica del santo frate, già defunto e venerato in paese; fu perciò invocato perché facesse il miracolo allontanando il pericolo imminente.
Quella grandinata infatti mise lo scompiglio nelle file nemiche e i filettinesi poterono avere facilmente la meglio sui pochi avversari rimasti e non fuggiti.
La Cona di San Bernardino, alle pendici del monte Cotento, è oggi una cappellina bianca costruita presso la roccia nella quale la tradizione vede l’impronta del ginocchio del frate.
Ogni anno, l’antivigilia della festa religiosa del Patrono (18 maggio), è meta del tradizionale pellegrinaggio a piedi e con i flambeaux in suo onore, con preghiere, canti e ascolto della sola Liturgia della Parola.
La sera della festa (20 maggio) si svolge invece per le vie del paese la lunghissima processione fino alla chiesa di San Giovanni, con il trasporto del busto argenteo del Santo opera di Luigi Valadier e della sua reliquia ex corpore.
8) Dalla Cona di S. Bernardino lo stesso sentiero, immerso nella natura dei Monti Simbruini, prosegue passando per il colle dell’Arena Bianca, Valle Forchitto e Monna Forcina e in 3 ore o poco più sale a Campo Staffi (m. 1780) e al m. Cotento (m. 2014), oppure per la Valle del Ceraso e Campo di Pietra raggiunge la SS.ma Trinità.
Se dalla Cona si cammina per una buona mezz’ora sul sentiero fino alla località Arena bianca, ai piedi del monte Cotento, si scopre a un tratto “Iucappéglio” (il cappello), una piccola rientranza nella roccia dove si dice che il santo abbia riposato durante uno dei suoi spostamenti dal Lazio verso l’Abruzzo.
In quella roccia, quasi radente al suolo, vi è una “buchetta” che i filettinesi considerano il punto esatto in cui il santo, adagiato a terra, poggiò il capo per riposare.
Durante i pellegrinaggi a piedi verso il Santuario della SS. Trinità, essi passando sono soliti gettare, per riverenza, un sassolino dentro quella nicchietta.
9) Fra Bernardino, morto il 20 maggio 1444, fu canonizzato da papa Niccolò V il 24 maggio 1450.
Ben presto (dopo il miracolo del 1486?) fu scelto anche da Filettino come Patrono principale e a Filettino le spoglie mortali del santo sono tornate dopo 572 anni.
Dal 26 luglio al 14 agosto 2010 il paese e la sua chiesa parrocchiale le hanno ospitate provenienti da L’Aquila, città (terremotata nel 2009) dove il santo morì e dove è sepolto nella bella chiesa a lui dedicata.
 

Nota

Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Patrizia Magistri; la visita è stata effettuata il 27 giugno 2020.
 

Fonti documentative

Filippo Caraffa – Storia di Filettino – Anagni 1989;
A. Borrelli – San Bernardino da Siena – su Santi e Beati.it
 

Mappa

Link alle coordinate: 41.894228 13.320444

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