Insediamento rupestre di Palazzolo – Vasanello (VT)
Cenni Storici
L’insediamento di Palazzolo si trova nel territorio comunale di Vasanello, a nord di questo abitato e a sud-est di Bassano in Teverina.
Sorge su un alto sperone di tufo, circondato da profondi burroni, probabilmente è quel che resta dell’antico Castrum Amerinum.
Sorgeva lungo la strategica via Amerina, ove, probabilmente era un pagus etrusco o falisco, ma ebbe un ruolo significativo nel medioevo, dal VI al XIV secolo, anche se la tradizione popolare vuole che vi sia stato sepolto l’ultimo re etrusco, Elbio, dopo essere stato battuto e ucciso nella battaglia di Vadimonte.
Fu probabilmente Palatium o Curtis longobarda.
Dal secolo XI in poi le sorti dell’insediamento rupestre sono legate alla presenza del castrum, le cavità risultano disposte in maniera omogenea lungo il perimetro della fortificazione.
Il castello è menzionato per la prima volta nel 1095 nel regesto di San Silvestro in Capite.
Nel 1170, Palazzolo viene infeudato da Alessandro III a tal Matafalone.
Innocenzo III in una bolla del 1200 ordinò agli abitanti di Palazzolo di pagare il canone di 40 soldi papiensi e riconoscere Matafalone come loro signore.
Lo stesso Innocenzo III, nel 1212, con un’altra bolla incaricò Cinzio dell’Isola di riprendere Palazzolo e assoggettarlo direttamente alla Santa Sede.
Eretto a Comune fece omaggio di sudditanza alla Santa Sede con due atti del 26 ottobre 1266 ai quali intervenne a nome del Papa Clemente IV, Guido di Pileo; in essi Palazzolo assunse anche l’obbligo di pagare un tributo in generi.
Fu occupato da Orso Orsini nel corso del pontificato di Nicolò III, Martino IV nel 1282 lo costrinse a restituirlo alla Sede Apostolica.
Con breve del 18 Luglio 1296, Bonifacio VIII mandò Uguccione da Vercelli, Cavaliere Templaro a riprendere possesso a nome della Chiesa del Castello di Palazzolo che era oggetto di lotte faziose e di abusiva occupazione da parte di “Nonnullus Nobiles Romanos“.
Nella relazione del Rettore Malvolti (1298) Palazzolo figura sotto il dominio immediato della Santa Sede; così pure in quella del Rettore Guitto Farnese (1320), e nel registro del Cardinale Albornoz.
In quest’ultimo (1364) si dice che il castello era stato diroccato, che era disabitato, ma cominciava a ripopolarsi.
Nel 1377, Gregorio XI, ne diede la castellania ad beneplacidum a Neruccio di Enricuccio da Soriano.
Durante lo scisma, nel 1383, fu preso da Giovanni Sciarra di Vico.
Nel 1397 fu completamente raso al suolo da un contingente di mercenari Bretoni.
Il luogo era ormai ridotto a tenuta, Giovanni XXIII l’eresse a contea e lo conferì nel 1415 a Giacomo di Marco, Senese, e nel 1416 a Ranieri di Tolomei, pure Senese.
Forse questi furono gli ultimi tentativi di ripopolarlo.
Eugenio IV nel 1433 lo conferì, assieme a Bassanello e Cerqueto, a Gentile Migliorati; Nicolò V nel 1452 lo confermò ai di lui figliastri, Cosimo e Lodovico Orsini chiamati a succedere all’infeudazione.
Ormai spopolato, seguì in seguito le sorti di Bassanello.
Aspetto
Vi si trovano una serie di grotte rupestri sorrette al centro da pilastri, secondo uno schema frequente anche in insediamenti religiosi.
I versanti del pianoro sono occupati da trenta ambienti ipogei in larga parte accessibili; a questi ne andrebbero aggiunti altri di numero non determinabile che risultano irraggiungibili o di difficile interpretazione per via del loro stato di conservazione.
Delle trenta cavità diciotto sono dislocate sul versante meridionale e dodici su quello settentrionale che si presentano, a differenza delle altre, anche dislocate su più livelli.
Se ne possono individuare di diverse tipologie:
Tipo I: Pianta quadrangolare semplice, presenti in diversi punti del pianoro, di difficile datazione.
Tipo II: Pianta quadrangolare, con pilastro centrale risparmiato nel tufo al momento dello scavo. Presente solo in quattro cavità.
Tipo III: Pianta quadrangolare con setto divisorio risparmiato nella parete di fondo che divide la cavità in due vani.
Tipo IV: Pianta circolare di piccole dimensioni con abbeveratoio esterno all’ingresso. In tutto l’insediamento è presente solo uno ed è probabilmente da interpretarsi come ambiente di servizio dell’ipogeo adiacente.
Tipo V: Pianta circolare di piccolissime dimensioni con sedile posto al centro della parete di fondo; riscontrato un unico esemplare nel fondovalle meridionale del pianoro.
Il primo nucleo di cavità del tipo con pilastro centrale è databile tra IX e XIII secolo, occupa la porzione centrale del pianoro, facilmente difendibile grazie alla preesistente tagliata principale.
Le abitazioni rupestri di età altomedievale nascono in zone dove ci sono fronti rocciosi esposti ed entro queste aree si sceglieva il luogo che garantiva il migliore approvvigionamento idrico.
Gran parte di esse sono composte da più vani comunicanti tramite aperture sulle pareti che, nelle maggior parte dei casi, sembrano testimoniare un avvenuto cambiamento d’uso.
Rivestono un’importanza particolare le cavità poste sul versante meridionale che hanno strutture murarie a sostegno delle pareti, che permettono di fissare una cronologia relativa al cambiamento d’uso degli ambienti.
Sul pianoro si trovano i pochi resti del Castello e un notevole elemento in alzato, interpretato tradizionalmente come chiesa di San Giovanni.
Su un altro pianoro si trova il colombaio convenzionalmente chiamato “Grotta delle Monache“.
Altri insediamenti nella zona a più bassa quota mostrano evidenti segni di riutilizzo come stalle.
Nei pressi dell’insediamento si trova una torre medioevale isolata; faceva parte di un sistema di torri di avvistamento (guardando a nord, verso Bassano, lungo i canaloni di tufo sene scorgono altre due) che sembra seguire il tracciato della via Amerina.
La sua struttura odierna risale al XIII secolo, è protetta da un vallo ed intorno sono scavati fossati nel tufo. Internamente è divisa in tre piani che dovevano essere collegati con scale mobili di legno per ragioni di sicurezza.
Nei solai più che aperture si hanno infatti strette botole nelle quali un uomo passa appena; è stata molto spesso abitata da pastori e ciò ha favorito la sua buona conservazione.
Sempre nelle vicinanze, ma in direzione opposta, si trova la piccola ma interessante Necropoli dei Morticelli.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
G. Pastura – Il Territorio Di Vasanello In Età Medievale. Vol. 1: La Realtà Rupestre
G. Pastura – L’abitato rupestre di Palazzolo
G. Pastura – Viabilità ed insediamento rupestre: il caso di Palazzolo
http://www.tusciaweb.eu/2014/06/palazzolo-citta-fantasma-antica-mille-anni-1/
http://www.poggiodellago.com/index.php/il-patrimonio-extraurbano
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