Insediamento di San Giovenale – Blera (VT)
Cenni Storici
Il nome di San Giovenale deriva da quello della chiesa, ora in rovina, costruita sul pianoro dell’acropoli.
Il ritrovamento del sito si deve al gruppo archeologico dell’Istituto Svedese di Studi Classici di Roma tra il 1956 ed il 1965.
Gli scavi furono coordinati direttamente dal Re archeologo Gustavo Adolfo VI di Svezia coadiuvato, nello scavo a mano da Regina e Principesse.
Il sito fu abbandonato per motivi sconosciuti verso il V secolo a.C..
La frequentazione del sito fu ripresa in età medioevale, in continuità con l’insediamento etrusco, fino alla peste del 1476.
Si inizia la visita dai resti di un raro abitato Etrusco, chiamato da Re Gustavo il Borgo, ove le primitive capanne di legno e tetto in paglia dei Villanoviani, furono sostituite, verso il VII secolo a.C., dalle prime costruzioni in blocchi di tufo.
Si sale poi verso l’acropoli, dominata dai resti del castello, forse fatto costruire da Pietro di Vico nel XIII secolo sopra i resti di una preesistente fortificazione etrusca del VI secolo.
Nei pressi si trova la Chiesa di San Giovenale, di antiche origini, probabilmente edificata tra il VI e l’VIII secolo d. C..
Ancora nelle vicinanze si trovano i resti di tre abitazioni etrusche, aventi caratteristiche più signorili rispetto a quelle del Borgo e di più estese dimensioni.
Sempre sull’acropoli si trova la necropoli di Casale Vignale, la più significativa e facilmente visitabile.
La Tomba della Sedia è esemplificativa della fase di passaggio tra tomba a tumolo e tomba a dado.
Contiene al suo interno due distinte tombe, ciascuna costituita da due camere in asse, provviste di letti, tavola per le offerte e, nel caso della tomba di sinistra anche di una sedia, risale alla seconda metà del VI secolo a.C., nella zona vi sono altre tombe con caratteristiche simili.
Si attraversa poi la Tagliata delle Poggette per giungere ad un’area zona caratterizzata dalla presenza di grandi tombe a tumulo, risalenti al VII secolo a.C..
Le Necropoli di Porzarago e Grotte Tufarina si trovano nella zona settentrionale di San Giovenale e molto probabilmente costituiscono un complesso unitario.
Nella necropoli di Porzarago sono attestate le più antiche sepolture di San Giovenale, cremazioni entro pozzetti dell’età del Bronzo e del Ferro, tredici tumuli rovinati disposti a semicerchio e includenti ciascuno una camera funeraria in alcuni casi questa camera è del tipo più arcaico con fenditura nel soffitto.
Ad est dei precedenti si trova un tumulo quadrato, la Tomba della Regina comprendente al suo interno due camere in asse divise tra loro da una parete con porta e finestrelle laterali e precedute da un lungo dromos (corridoio di accesso).
Nella prima camera sono due grandi letti rispettivamente del tipo femminile, quello a sinistra con testate a doppio spiovente, e maschile quello a destra; altri due letti di tipo maschile si trovano nella seconda più piccola camera.
Queste tombe etrusche furono utilizzate tra il VII e il VI sec. a.C come quelle della necropoli di Grotte Tufarina che si incontra proseguendo a costeggiare il bordo del pianoro verso ovest e dove vennero scavate tombe a tumulo e almeno una tomba a dado, anche queste già rovinate dai lavori agricoli all’atto della scoperta e oggi scarnamente visibili.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia l’amico Pierluigi Capotondi, preziosa guida al sito.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
Luciano Proietti – Testimonianze di scambi culturali tra il mondo greco e l’Etruria: l’architettura funeraria – in Archeotuscia 19/2019 pp. 8 – 12
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