Insediamento di Cagnemora – Bomarzo (VT)


 

Cenni Storici

La valle di Cagnemora è accessibile dal cimitero di Bomarzo o dalla località Piano Via Cupa; tutta quest’area tra Cagnemora, il Tacchiolo e Santa Cecilia è costellata da una rilevante presenza di altari etrusco-romani, di alcune tombe, pestaròle, fontane e strutture ancora da interpretare e datare: va quindi immaginata una capillare viabilità secondaria di lunga durata che doveva rendere fruibili questi monumenti, e della quale resta comunque una traccia parzialmente leggibile.
Scendendo nella profonda valle boscosa contigua al Fosso di Pizzi e alla sorgente di Fontana Salce, si incontrano varie “pestaròle“, vaschette di decantazione, e un monumentale fontanile, probabilmente romano.
Continuando per la discesa si incontrano una serie di altari romani, alcuni dei quali con modanature; Nei pressi del sentiero principale, si scorgono grandi blocchi di peperino, alcuni dei quali rovesciati e utilizzati come cava, ove restano visibili le parti che stavano per essere cavate e quindi abbandonati improvvisamente.
Scendendo di poco si scorge un enorme masso erratico distaccatosi in epoca indefinita, ma di certo antichissima, dal costone roccioso sovrastante e incagliatosi sull’aspro versante precipitando a valle.
Su questo masso, guardando da valle, si scorgono una sorta di fronte quattro merli sui primi due sono stati realizzati due incavi rettangolari.
Sul fronte del masso una grande e profonda nicchia rettangolare, scavata in verticale, presenta una sorta di mini soffitto displuviato, solcato da un altrettanto minuscolo columen appena abbozzato, richiama altre emergenze rupestri censite nella zona: potrebbe trattarsi di un’edicola funeraria, un vano per il deposito di urne cinerarie.
Forse in origine presentava una decorazione in bassorilievo, un frontoncino superiore e modanature laterali, di cui sembra di intravedere ancora la labile impronta impressa sulla roccia.
Sulla sommità del masso la superficie rocciosa pianeggiante è costellata da una serie di cavità, buche, fori, intagli di cui non è semplice comprendere la funzione; la più marcata è una sorta di vasca rettangolare con i bordi superiori profilati e scolpiti a formare un cordolo.
La vasca è affiancata da un analogo manufatto a un livello lievemente inferiore.
Fori di varie dimensioni si evidenziano sul profilo superiore esterno e sulla parete divisoria interna delle due cavità, servivano forse, i primi, ad inserire pali in verticale quali sostegni di tettoie in rami, canne e fogliame per ripararsi dal sole; i secondi consentivano invece il passaggio dell’acqua da una vasca all’altra o forse alloggiavano paletti posti orizzontalmente per favorire la tesa di pellami o tessuti sottoposti a conciatura, tintura o lavaggio.
L’intera struttura potrebbe essere forse una sorta di conceria o anche luogo adibito alla battitura, macerazione e lavorazione di fibre vegetali quali la canapa.
È altresì probabile una funzione funeraria del monumento rupestre.
I manufatti che sorgono sul bordo esterno del masso potrebbero essere fossette funebri di forma rettangolare o quadrata ricavate a risparmio nella roccia e posizionate ad angolo retto sullo spigolo esterno destro della struttura; all’interno erano probabilmente deposte le ceneri del defunto chiuse in apposite urnette.
Proseguendo ancor oltre si giunge a una isolata tomba a camera unica, che per la posizione inclinata sembra indicare un distacco del masso di peperino in cui fu ricavata, forse per un terremoto.
Stessa ipotesi si può fare per un altro grande masso di cava in lavorazione presso la tomba e rivoltatosi per rovesciamento, con i blocchi ancora in lavorazione.
La tomba, con piccolo trono all’interno è databile intorno al V secolo a. C., probabilmente non è stata mai completata e non ha effettivamente contenuto una sepoltura, forse a causa del dissesto subito già in fase di lavorazione.

Nei pressi si trovano altri ambienti rupestri riutilizzati come deposito attrezzi e un masso con una scaletta poco agevole, apparentemente antica.
Ancora più in alto, nascosto tra una fitta vegetazione dove predomina l’alloro anche in forme arboree, si giunge a un magnifico ambiente ricavato nella parete rocciosa, caratterizzata dal lapillo.
Sette stretti gradini permettono l’accesso a uno stanzone a circa due metri dal piano di calpestio, accanto ai quali si notano almeno due blocchi parallelepipedi che forse servivano o a chiudere o a facilitare l’ingresso.
L’apertura doveva avere una porta forse di legno, in quanto si vedono sull’ultimo scalino i fori per apprestare una porta; sulla parte superiore dell’accesso c’è un muretto a calce con blocchetti che ricordano i due visti a terra ed è esternamente intonacato.
Ancora sopra, un oculo lasciava entrare luce e aria nell’ambiente.
All’interno si apre una vasta sala rettangolare (2,5×8 m; h circa 4,20 m) con le pareti completamente ricoperte di fitte nicchie rettangolari o quadrate di dimensioni variabili e in numero di 343, che evidentemente dovevano contenere cinerari.
Potrebbe trattarsi di un colombario romano pertinente a una comunità stanziata nella zona forse tra la fine dell’età repubblicana e il I secolo d.C., che seppelliva i suoi componenti secondo il rito incineratorio, che prevaleva in questo periodo.
È estremamente difficile nella fase attuale delle conoscenze fornire un’interpretazione esaustiva dell’insediamento di Cagnemora, sembrerebbe che tutta la zona sia stata abbandonata in epoca molto antica, probabilmente probabile a causa di un forte terremoto che ha sconvolto l’intera area, rovesciando o mutando l’inclinazione dei massi, già lavorati o in corso di lavorazione.
Solo una più approfondita potrà fornire un’interpretazione attendibile di questo sito misterioso e affascinante.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

https://canino.info/inserti/monografie/etruschi/cagnemora/index.htm

https://archeotime.com/2019/11/27/cagnemora-con-i-suoi-merli-e-il-suo-colombario/

http://www.tusciaweb.eu/2016/04/ritrovamenti-etruschi-nel-bosco-cagnemora/

http://www.retebomarzo.it/portfolio-articoli/area-archeologica-della-valle-di-cagnemora-a-bomarzo/

http://www.etruschi.name/bomarzo/cagnemora_it.html

https://www.andreabovo.it/cagnemora/

 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia l’amico Pierluigi Capotondi, preziosa guida al sito.
Si ringrazia l’amico Salvatore Fosci, per le preziose informazioni.
 

Specifica

Si precisa ad ogni buon conto che le interpretazioni contenute nel testo sono del suo autore e solo sue qualora si rivelassero errate.
 

Mappa

Link coordinate: 42.480697 12.260510

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