Il Cammino del Beato Andrea – Da Anagni a Piglio (FR)
Cenni Storici
Andrea Conti nacque ad Anagni verso il 1240 da famiglia nobile: il padre Stefano era fratello di papa Alessandro IV (Rinaldo di Jenne, 1254-1261), che proprio ad Anagni nel 1255 canonizzò Chiara di Assisi, e nipote di altri due pontefici, Innocenzo III (1198-1216) e Gregorio IX (1227-1241).
La sorella Emilia sposerà Roffredo Caetani e sarà madre di un altro papa, l’anagnino Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, 1294-1303).
Dopo una giovinezza di studio, entrò nell’Ordine Francescano fondato circa 50 anni prima ad Assisi e molto sostenuto proprio dai papi della sua casata (Gregorio e Alessandro erano stati anche cardinali protettori dell’Ordine), che ne facilitarono l’insediamento anche nella diocesi anagnina.
Nell’autunno del 1262 frate Andrea lascia la sua città, che nel Duecento fu un importante centro di storia francescana, per ritirarsi nel territorio del castello di Piglio, in un romitorio alle falde del monte Scalambra aperto dai Frati Minori quando il loro fondatore era ancora in vita.
Come quel momento storico, l’epoca dei Comuni, era caratterizzato dall’abbandono delle campagne per le città, così pure nell’Ordine francescano diventava sempre più frequente l’abbandono dei primitivi romitori extraurbani per conventi cittadini più ampi e comodi, più sicuri e adatti all’apostolato popolare.
Ma il beato Andrea optò per il percorso inverso e scelse di nascondersi in un eremo come chi, nella ormai grande famiglia francescana, privilegiava la vita contemplativa rispetto a quella attiva.
Una corrente, questa dei cosiddetti frati spirituali o “zelanti“, in polemica con i confratelli “conventuali” perché non ammetteva deroghe circa l’osservanza integrale della povertà; una corrente però profondamente evangelica, come dimostrò anche il giovane Andrea, la cui fama di santità “bonificò” tutta la zona ed è giunta intatta fino a noi attraverso quasi otto secoli.
Frate Andrea dimorò a Piglio per 40 anni in una grotta presso il convento, oggi ancora visitabile, ricavata nella fenditura di una parete rocciosa e raggiungibile al termine di un breve percorso nel bosco.
Visse in povertà, solitudine, preghiera e nello studio della Teologia, dal quale scaturì verso il 1280 un trattato sulla maternità di Maria (De partu Virginis) purtroppo perduto.
Si racconta che per la sua santità trovò la salvezza eterna Carlo I d’Angiò re di Sicilia e fratello di S. Luigi IX re di Francia.
E’ anche tradizione che sia stato visitato da fra Pietro del Morrone, il solitario della Maiella che fu papa Celestino V per soli 6 mesi (agosto-dicembre 1294), al quale successe proprio suo nipote Benedetto Caetani (Bonifacio VIII).
Questi nutriva una venerazione particolare per lo zio materno eremita, tanto che nel concistoro del 17 dicembre 1295 volle nominarlo cardinale; frate Andrea rifiutò la carica, ma forse suggerì al pontefice l’idea del Perdono giubilare, che nel 1300 portò a Roma più di 200.000 pellegrini da tutta Europa.
Andrea Conti morì il 1° febbraio 1302 e fu beatificato l’11 dicembre 1732 da Innocenzo XIII, ultimo papa della famiglia Conti, che il 15 febbraio 1724 aveva emesso la bolla di conferma del decreto della Congregazione dei Riti sul culto immemorabile del beato Andrea de Comitibus suo lontano antenato.
I resti del beato sono conservati nella chiesa del convento di San Lorenzo a Piglio (FR), dei Frati Minori Conventuali, sotto un altare nuovo consacrato nel 1954 da vescovo di Anagni Enrico Romolo Compagnone.
Il Cammino
Il “Cammino del Beato Andrea” è una nostra ricostruzione del percorso compiuto a piedi dal beato nel 1262 da Anagni a Piglio, attraverso la campagna ernica ricca di vigneti e oliveti.
Un viaggio lungo circa 15 km, che secondo la tradizione il beato completò in circa 3 ore, e che previde forse questi passaggi da noi individuati sul territorio attuale:
A. Anagni (m 460) (Cattedrale, piazza, S. Andrea, Porta Cerere, km 0,0).
B. Viale Regina Margherita, viale G. Matteotti (m 398, km 0,300).
C. Discesa per la Strada Comunale Berso Rio.
D. Incrocio con la strada comunale la Cicogna e la frazione di San Filippo (m 330) (km 2,8).
E. Strada Comunale Anagni – Piglio fino al ponte (km 4,6), poi quasi tutta sterrata fino allo sbocco, sempre in località S. Filippo, sulla strada Anticolana (Anagni-Fiuggi), a 6 km da Anagni.
F. Subito oltre l’Anticolana, si entra territorio di Piglio in Contrada Grotte (SP 156).
G. Dopo 2 km, poco dopo l’inizio della salita, si attraversa la contrada Vado Oscuro.
H. Si continua a salire e, superato un bivio con una stradina asfaltata che sale a sinistra alla contrada Tagliano, la strada compie un’ampia svolta a destra e dopo altri 2 km sbocca al km 40,5 della SS 155 di Fiuggi (Prenestina) in contrada Moretto (m 489).
I. Dopo circa 2 km (km 41,6 della SS 155 di Fiuggi), poco prima della Cantina Sociale, dell’ex convento OFM di San Giovanni Battista e del cimitero – si è alla vecchia stazione ferroviaria di Piglio (m 500 c.) e alla chiesa rurale di S. Rocco.
Nota dal 1634 e probabilmente riferibile al secolo XIII–XIV, fu inizialmente dedicata alla Madonna della Valle; in essa nel 1984 è stato scoperto un affresco di stile giottesco raffigurante la Madonna col Bambino tra alcuni Santi, tra i quali il Beato Andrea Conti.
L. Dalla chiesa di S. Rocco la via (contrada) Marini sale dritta verso il paese, asfaltata nei primi 150 metri; a un incrocio, che a destra ha una cappelletta della Madonna del Rosario (“La Madonnella“), la via prosegue sterrata (via Valle San Rocco) fino alla parte alta del paese (scuole elementari).
Tra il santuario della Madonna delle Rose e la ex stazione Stefer, in contrada Pietra Toda, è il luogo dove il beato Andrea avrebbe fatto una sosta; lì, dopo un po’ di riposo e prima di riprendere il cammino, inginocchiandosi su una pietra (dove sarebbero restate le sue impronte), avrebbe benedetto Anagni sua patria, che aveva lasciato e dove non sarebbe più tornato.
Dalla chiesa di San Rocco-Via Marini prosegue a destra la strada asfaltata (contrada Croce Arringo) per i due versanti del paese (circonvallazione); mentre a sinistra sale ripida via Madonna delle Rose, che porta al santuario seicentesco omonimo e quindi a Porta Pei, l’ingresso inferiore (meridionale) di Piglio.
La parte centrale del paese è tutta percorsa dalla Via Maggiore, che dal basso incontra la chiesa di S. Lucia, poi la parrocchiale di S. Maria nella piazza omonima, la piazza G. Marconi e la Porta superiore (del Capitano), che esce con un fontanile sulla piazza alta del paese (piazza Roma, m 621), su viale Umberto I e sulla strada provinciale n. 20 per gli Altipiani di Arcinazzo.
M. Si prosegue salendo per la prima parte di via S. Lorenzo verso la cona del beato Andrea, una roccia dove il religioso si fermò per benedire il sottostante paese che lo accoglieva.
Attraversando poi la provinciale e riprendendo via S. Lorenzo si incontra una fontana, la cappella del miracolo dei pesci e finalmente la chiesa e il convento di San Lorenzo m 840, con la grotta del beato Andrea ricavata da una fenditura della parete rocciosa (luogo del miracolo dei fichi) e con la cappella del Sacro Cuore dove è la tomba del venerabile p. Quirico Pignalberi.
Si ritiene che il primo impianto del convento di San Lorenzo a Piglio risalga al XIII secolo.
Una tradizione consolidata lo mette in relazione con il passaggio nella zona di San Francesco nel 1215, di ritorno dalla Terra Santa e diretto verso Subiaco.
Il santo avrebbe avviato la costruzione del complesso su un terreno ricevuto in dono dal Card. Giovanni Colonna Vescovo di Sabina (m. 1216) e suo amico.
In realtà il cardinale Vescovo di Sabina morto nel 1216 era il benedettino Giovanni di San Paolo, che non apparteneva alla famiglia Colonna.
Un Giovanni Colonna fu cardinale dal 1212 (altri dicono dal 1205) alla morte nel 1245; lui potrebbe aver donato il convento ai frati, ma non sapremmo a che titolo, dato che nella prima metà del Duecento il castello di Piglio ricadeva nell’orbita della famiglia Conti e solo più tardi divenne feudo dei Colonna.
E’ probabile che l’insediamento francescano a Piglio sia avvenuto poco dopo, tra il 1228 e il 1250.
E’ certo invece che quello di Piglio è uno dei primi insediamenti francescani del Lazio, pienamente funzionante già nel periodo 1228-1253.
Lo dimostra il miracolo accaduto a Piglio il giorno della festa liturgica di San Francesco (4 ottobre) di un anno compreso tra la canonizzazione del santo (1228) e la stesura del Trattato dei Miracoli di Tommaso da Celano (1253), che lo riporta per esteso (FF 924) rispetto alla Legenda Maior di Bonaventura da Bagnoregio che lo accenna soltanto (FF 1317).
Secondo lo storico cappuccino p. Mariano d’Alatri, festeggiare così solennemente la festa del Poverello già nella prima metà del Duecento non si spiegherebbe senza la presenza di un convento francescano in loco.
Danneggiata dai bombardamenti del 1944, la chiesa fu ripristinata nelle forme tardo barocche che aveva assunto nel 1767-1773, quando fu completamente restaurata dall’arch. Giuseppe Ferroni.
Il convento di San Lorenzo ha ospitato, oltre al Beato Andrea, altri personaggi illustri e soprattutto una schiera di religiosi, tra i quali S. Massimiliano Kolbe e p. Quirico Pignalberi (1891-1982).
Questi, nato a Serrone, visse nel convento di San Lorenzo per circa 40 anni come professore e padre spirituale dei fratini; è in corso la causa per la sua beatificazione.
San Massimiliano Kolbe, il religioso polacco che affrontò volontariamente la morte per fame in un campo di sterminio nazista al posto di un padre di famiglia, dimorò in San Lorenzo dal 4 al 6 febbraio 1937 per incontrare, dopo molti anni, l’amico p. Quirico, con lui fondatore della Milizia dell’Immacolata, associazione che oggi ha circa un milione di iscritti nel mondo.
Il 17 ottobre 1982 la popolazione pigliese ha voluto ricordarlo innalzando una croce di ferro sulla vetta del monte Scalambra, che sovrasta il paese.
Tra gli ultimi prodigi attribuiti al Beato Andrea, le cronache locali ne riportano uno recentissimo, dell’anno 2007.
Proprio alla vigilia dell’anniversario della sua festa liturgica (1° febbraio), un masso di grandi dimensioni, staccandosi di notte dalla montagna, aveva terminato la sua corsa, dopo un volo di dieci metri, nel piazzale di un’abitazione sita in Piglio in località San Lorenzo, procurando solo danni materiali a una tettoia in lamiera a copertura di una legnaia e a un autocarro.
L’enorme masso solo per miracolo mancò di poco un’abitazione e se avesse continuato la sua corsa avrebbe messo a repentaglio la vita a molti pigliesi che abitano nella sottostante vallata.
Anche il Vescovo di Anagni Mons. Lorenzo Loppa, dopo aver officiato la Santa Messa il 1° Febbraio 2007 nella chiesa di San Lorenzo, rimase impressionato davanti al grosso masso.
Anche lui disse che c’era stato un intervento “dall’alto” e che anche in quel caso il Beato Andrea si era fatto sentire.
Nota
Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Francesco Fioramonti e Patrizia Magistri.
La visita è stata effettuata il 10 giugno 2022.
Fonti documentative
P. Stefano M. Pellegrini – Il Beato Andrea Conti (1240-1302) – Famiglie Francescane Italiane, 1973;
Piglio, su ciociariaturismo.it
Mappa
Link alle coordinate: 41.836192 13.137451