Grotte del Cantinone – Osimo (AN)
Cenni Storici
Le grotte di Osimo sono una città parallela ma sotterranea, un mondo affascinante che si snoda per chilometri e chilometri seguendone con discrezione e mistero le vicissitudini di quello che accade in superficie.
Sono moltissime le città marchigiane che hanno un sistema di cunicoli sotterranei utilizzati per vari usi, sono invece poche le città che sono riuscite a preservare queste grotte rendendole accessibili ai visitatori quasi come nel passato.
Le grotte del Cantinone di Osimo, aperte al pubblico da pochi anni, permettono di percepire il senso di quello che furono, sebbene solo una minima parte di quello che è l’effettivo reticolo sottostante la città sia visitabile.
Sono di arenaria, cioè sabbia compatta, basta toccarle per sentire sulle dita i granelli; arenaria che umidità e temperatura costante hanno reso appunto estremamente compatta ma allo stesso tempo facilmente scavabile e così sono nati buchi, tunnel e nel corso degli anni una vera e propria rete sotterranea.
L’utilizzo di queste grotte è ben noto agli Osimani, chi abitava in centro però teneva ben nascosto questo piccolo segreto in modo da utilizzarlo in caso di necessità, necessità che poteva essere di cantina (la temperatura costante sui 13 gradi era l’ideale per conservare i moltissimi cibi) di protezione, come da ultimo lo fu durante l’ultima guerra, ma anche di semplice spostamento da una parte all’altra della città.
Le grotte erano completamente al buio per cui era necessario girare con delle torce.
Un sistema di codici indicava le vie cieche differenziandole da quelle che conducevano invece ad altri incroci.
La facilità con cui l’arenaria può essere incisa ha reso le pareti ricche di scritte e disegni (i cuori come su tutti i muri non mancano) che testimoniano la vivacità di coloro che le hanno utilizzate nel corso dei secoli.
Le incisioni sulle pareti.
Le Grotte del Cantinone, come dicevamo, sono le uniche attualmente visitabili, nonostante il reticolo di vie mappate sotto la città sia notevolmente più esteso.
Si trovano proprio sotto la Chiesa di San Francesco e furono da sempre utilizzate dai frati. Simboli religiosi arricchiscono infatti le pareti fino ad arrivare alla chicca di questo percorso, un ciclo di bassorilievi posto su una colonna con una serie di celle attorno dove probabilmente i frati si riunivano per pregare ognuno protetto nella propria privacy, potendo infatti sentire gli altri ma senza vederli ed essere visti durante la meditazione.
In una parte delle grotte, ci sono i bassorilievi più belli ed emozionanti di tutte le grotte, in parte purtroppo distrutti da un’opera di consolidamento in mattoni e cemento che rovina la composizione generale ma che comunque permette di ammirare appieno diverse figure a grandezza d’uomo come quella di San Francesco che riceve le stimmate.
Fonti documentative
www.osimoturismo.it