Grotta di San Paterniano – Fano (PU)
Cenni Storici
La Grotta di San Paterniano si trova in un podere di proprietà privata a fianco della strada che da Caminate porta a S. Angelo in Ferriano (Fano), precisamente nel tratto che scende verso la sponda destra del Metauro.
La denominazione le deriva dal fatto che nel momento in cui venne casualmente scoperta da alcuni cacciatori nel secolo XVIII vi fu trovata un’iscrizione frantumata e lacunosa nella quale si poteva leggere il nome di Paterniano e di alcuni suoi compagni già nominati nel Codice Nonantolano dell’Archivio Capitolare di Fano.
Secondo la tradizione un angelo parlò a san Paterniano invitandolo a ritirarsi con i suoi compagni in Egitto, luogo non lontano da Fano a destra del fiume Metauro che oggi corrisponde a Monte S. Angelo, per sfuggire alle persecuzioni di Domiziano e Massimiano (295-305).
Il nome “Egitto” fa pensare a due possibili spiegazioni: la prima che questo nome facesse riferimento all’asprezza e all’inaccessibilità del posto, mentre la seconda assume un valore allegorico-mistico, indicando un luogo sia nel quale mettersi in salvo dai pericoli delle persecuzioni e della tirannide sia dove poter pregare in solitudine.
Non è possibile sapere se questa località avesse assunto il nome “Egitto” al tempo di San Paterniano o in seguito a ricordare la sua figura.
Erroneamente si parla di “catacomba“: in realtà si tratta di un manufatto “orreum” (granaio) con struttura muraria in pietra intonacata appartenente ad un villa rustica romana (Dall’Aglio e Campagnoli nel 2002 propesero per l’ipotesi di una cisterna per la raccolta dell’acqua), ma in seguito fu trasformato in cimitero cristiano.
Ciò è confermato dalla non presenza di fosse e le ossa ritrovate risultano risalire ad un’epoca posteriore.
Nel terreno adiacente sono stati ritrovati, e tuttora si ritrovano, numerosi frammenti di materiale fittile, tessere di pavimenti a mosaico e ossa umane.
In seguito al passaggio di Paterniano e di molti altri santi martiri della chiesa cattolica in questo luogo, la grotta divenne oggetto di culto e venerazione oltre a meta di pellegrinaggi
Aspetto
La “grotta“, a forma di croce commissa Tau a (T), è costituita da un cunicolo principale centrale largo metri 2,20 che, a metri 18 del suo sviluppo, viene intersecato ortogonalmente da un braccio di metri 15; l’altezza è di metri 3 e larghezza di 2,5 m mentre lo spessore dei muri laterali misura 70 cm., la sua pavimentazione è composta da pietre legate a cemento idraulico.
I muri e la volta sono formati da pietre di fiume che non seguono un ordine ben preciso e sono rivestiti da un’incrostatura composta da malata e minuta ghiaia.
In mezzo alla volta sono presenti due lucernai utilizzati dai cristiani per scendere nel rifugio tramite delle scalette mobili.
A fianco di questi troviamo due spiragli che, a differenza dei lucernai che rimanevano chiusi per maggior sicurezza e protezioni, garantivano il passaggio di aria e luce.
La struttura della grotta è stabile ancora oggi dopo XVI secoli dalla sua costruzione.
Vi si entra da un facile accesso con cancelletto.
Fonti documentative
Vitali Romina – La grotta di San Paterniano tra storia e leggenda – Magma, 1998.
www.lavalledelmetauro.it