Fonte di San Francesco – Ponte San Giovanni (PG)
Cenni storici
La Fonte di San Francesco è così chiamata perché si racconta che il Santo si fermò presso la fonte a dissetarsi e lavarsi le ferite prima di essere portato in catene al carcere di Perugia, dopo la battaglia di Collestrada.
Di sicuro il Santo con i suoi confratelli sarà ripassato e avrà bevuto più volte in tempi migliori a questa fonte poiché la via maestra tra Assisi e Perugia all’epoca era questa, cioè l’attuale via San Girolamo e via Pieve di Campo che prosegue su via Primavera dove termina perché sotto c’è la stazione ferroviaria.
In origine questa strada proseguiva fino all’antichissimo ponte sul Tevere distrutto dai bombardamenti e ricostruito, negli anni 2000, in legno.
Lo storico perugino Giuseppe Belforti attraverso un suo manoscritto ci da le prime notizie relative alla costruzione della fonte in quanto la nomina già così nel 1297 e allo stesso tempo ricorda che fu ordinato che si ristrutturasse la fonte: “in strada publica, qual vodit ad pontem S. Jannis in villa casa palie“.
La fonte era alimentata da una sorgente una volta purissima e ricca di virtù salutari, proveniente dalla collina soprastante la quale è interessata da vene d’acqua copiose e perenni che vennero sfruttate sicuramente sin dai primi insediamenti umani per gli scopi più disparati, infatti si parla che la stessa Montevile fosse un complesso termale romano.
L’abbondante presenza di acqua ha fatto si che l’area circostante abbia avuto fenomeni di frequentazione e di occupazione che in epoca prima etrusca e poi romana; infatti la raccolta dell’acqua in vasconi ad uso irriguo in epoca antica (come nel caso della nostra fonte) sono stati scoperti nella zona ed ora non più riscontrabili.
La fonte in oggetto riceveva l’acqua da una “vena” (sorgente) proveniente dalla collina superiore di Montevile, come tante altre erano riscontrabili in questa zona tanto che a testimonianza delle numerose risorgive c’è una strada che appunto prende il nome e si chiama “strada delle vene“; la vena in oggetto garantiva l’alimentazione della fonte sulla strada e nella parte retrostante, sgorgando da una roccia in una grotticella riforniva di acqua sia gli abitanti del posto ce ne andavano ad attingere con brocche per uso domestico, sia gli agricoltori che raccogliendola in una grande vasca avevano l’approvvigionamento per gli orti ed i campi sottostanti.
Da una delibera del Consiglio Comunale del 8 maggio 1871, risulta che la fontana, nonostante fosse già stata restaurata nel 1700, era nuovamente in rovina, poiché si dice: che l’acqua è stata usurpata e la fonte demolita, venga rivendicata e ripristinata all’uso pubblico.
Il suo aspetto era stato riadattato a pubblico lavatoio agli inizi del XX secolo, ma nel 1971 le fu restituito il vecchio splendore e la funzione di fonte nella parte anteriore lungo la strada e di vasca di accumulo a scopo irriguo nella parte posteriore e di lavatoio privato; in quell’occasione fu apposta la lapide che così recita: “L’anno 1202 a questo antico fonte si dissetò San Francesco di Assisi da allora fu pia tradizione che la sorgente fosse benefica di virtù salutari“.
Un ulteriore intervento di restauro è stato eseguito dal Comune di Perugia nel 2015 e ha interessato la ripulitura delle tre conchiglie, del vascone di decantazione dell’acqua, del pavimento in mattoni e la parete cui è addossata la fonte.
Seppur l’acqua di questa fonte aveva delle virtù salutari, come riconosciuto da chi ne faceva costante uso, l’urbanizzazione di Montevile ha fatto si che la sorgente sia stata contaminata da batteri coli fecali per cui l’acqua ora risulta non potabile e non utilizzabile ad uso domestico; nella parte destra della fonte è stata aggiunta dal Comune una nuova fonte di attingimento con tre fontanelle moderne che erogano acqua comune dell’acquedotto che quindi è potabile.
Aspetto
Restaurata dal Comune di Perugia nel 1991, la fonte ha una pianta quadrangolare irregolare a vasca unica larga 9,40 metri e profonda un metro.
La facciata in mattoni termina superiormente con tre archi rovesci, culminanti nei punti di giuntura con quattro piccole guglie di forma piramidale in travertino.
In basso si trovano una serie di lesene e marcapiani paralleli che incorniciano tre pannelli (quello alto in cemento, i due inferiori in mattoni): il pannello centrale alto presenta una lapide che ricorda la sosta di San Francesco presso la fonte nel 1202; i due pannelli mediani hanno altrettante formelle con una testa a bassorilievo dalla cui bocca sgorga, tramite una cannella in ferro, l’acqua che va a cadere in tre vaschette semicircolari in travertino.
L’acqua in esubero cade a sua volta nella grande vasca rettangolare sottostante.
Nota di ringraziamento
Ringrazio la signora Valentina abitante del posto che mi ha fornito le informazioni utili per la pubblicazione del testo.
Fonti documentative
http://artbonus.comune.perugia.it/Bene/Detail?id=35
http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/perugia-ripulita-la-storica-fonte-di-san-francesco-a-ponte-san-giovanni-37038/
Silvio Sorcini – Fontane monumentali dell’Umbria
Sopintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria e delle Marche – L’antica Pieve di San Giovanni Battista nel territorio di Ponte San Giovanni nella Diocesi di Perugia: Storia, Arte, Documenti – Atti del Convegno di studio 23 giugno 2018 a cura di Patrizia Angelucci