Fonte di Pio IX – Torre Piera di Todi (PG)
Cenni Storici
Procedendo lungo la strada che da Pian San Martino va a Torrevecchia e verso Case Corboli, si incontra, dopo Casa Bruciata, una fontana, a sinistra della carreggiata.
Appartiene, come i terreni circostanti, all’Istituto Veralli-Cortesi (N.C. foglio 40, part. 28 sub. 1). Localmente è nota come fontana “dei Simoni“, probabilmente dal cognome della famiglia che risiedeva nei pressi.
È possibile che a progettarla a metà Ottocento sia stato il perito comunale Leandro Astancolle, già autore dei progetti di altre fontane frazionali, sebbene sulla sua costruzione non è stato reperito alcun documento archivistico.
A caratterizzarla è un’unica grande vasca con pavimento mattonato, delimitata ai lati da due spallette inclinate e verso monte da una fronte con coronamento incurvato.
Al centro di questa fronte si trova un’apertura, un tempo munita di sportello metallico, che dà accesso al piccolo bottino interno destinato a raccogliere e decantare le acque.
Un mattone incastonato sopra l’architrave di questa apertura, sebbene danneggiato, restituisce la data di costruzione o di restauro, il 1847, e il nome di Papa Pio IX, da appena un anno insediato sul soglio pontificio e nel massimo della sua popolarità in seguito all’adozione di inaspettate misure liberali.
Si può ipotizzare che il suo nome si sia voluto tracciare nel mattone proprio in virtù della fiducia conquistata e dunque per rendergli onore.
Quando poi un anno dopo, nel 1848, le aspettative saranno deluse per il clamoroso dietrofront a favore dell’Austria durante la prima guerra di indipendenza, quel mattone con la dedica a Pio IX ad alcuni sarà apparso fuori luogo.
Quanto ai contadini della zona, ignari delle vicende di Roma e della Penisola, essi avranno continuato come prima a recare il bestiame all’abbeverata.
Aspetto
La situazione al momento della fonte è disperata, nonostante la generosa opera di volontariato che qualche anno fa ha provveduto alla ripulitura della stessa da rovi, spini e sterpaglie, purtroppo nulla è stato fatto dopo e i rovi hanno ripreso il sopravvento rendendola quasi invisibile seppur a ridosso della strada ed è quasi prosciugata.
Peccato perché nel suo piccolo è un manufatto che comunque racconta la storia di un territorio e meriterebbe una giusta valorizzazione.
Fonti documentative
Articolo storico prodotto da Massimo Rocchi Bilancini tratto dal suo libro l’Acqua dei castelli.
Nota
Le foto inerenti la fonte ripulita da sterpaglie e il mattone datato sono state gentilmente concesse da Massimo Rocchi Bilancini che sentitamente ringrazio.