Ex Seminario Vescovile – Città della Pieve
Cenni Storici
L’istituzione dei Seminari avvenne con il Concilio di Trento in quanto la chiesa ritenne opportuno istruire i chierici e prepararli al Sacerdozio per cui si stabilì che ogni Diocesi dovesse avere il suo Seminario, e ne dettò le norme.
Il Vescovo di Chiusi, Mons. Pacini, subito dopo il Concilio prese a cuore la fondazione di un Seminario in Castel della Pieve per cui fece un decreto, conservato nell’Archivio Vescovile di Chiusi, in cui nel 1579 si invitava i fedeli a concorrere con le loro elemosine alla spesa, e tassava tutti i benefici ecclesiastici, ospedali, Confraternite e luoghi pii, per la creazione del nuovo Istituto.
Però, forse per mancanza di fondi o altri intoppi, nel 1600 quando venne eretta la Diocesi da Papa Clemente VIII, il fabbricato non era neppur cominciato.
In un atto dell’Archivio Notarile datato 19 novembre 1593 il Comune aveva deliberato di erigere un Monastero di Vergini sopra le mura castellane e aveva cominciato i lavori ma in corso d’opera fu deciso di cambiare destinazione al nuovo edificio e venne finalizzato a Seminario su progetto dall’architetto Giovanni Santini.
Per accelerare i tempi di realizzazione Clemente VIII soppresse l’Ospedale del B. Giacomo e incamerò i beni destinandoli al Seminario che alla fine fu aperto dal Vescovo Mons. Paolucci.
La Cappellina veniva dedicata a S. Giovanni Battista, già prima titolo della Chiesetta dell’Ospedale.
L’edificio subì delle migliorie verso la metà del XVII secolo, ma nel 1771 le condizioni del fabbricato erano penose tanto che il Vescovo Mons. Stefanini lo descrive come un “ospedale di guitti” e ottiene dalla Santa Sede di impiegare per il Seminario la somma di 1000 scudi dell’eredità Baglioni.
Mons. Evangelista Stefanini impegnò la cifra per fare radicali trasformazioni, lo rese più comodo, più ampio per un numero maggiore di studenti, creò corridoi spaziosi, aumentò il numero delle camere, nel Refettorio fece dipingere gli stemmi gentilizi dei Vescovi e all’esterno diede un’elegante facciata, i lavori terminarono nel 1774.
Altri restauri importanti vennero compiuti nei primi anni del secolo scorso e più recentemente nel 1913.
Durante l’invasione francese il Pio Istituto venne saccheggiato e depauperato di tutte le sue rendite tanto che per ben due volte dovette chiudere.
Per poterlo riaprire nel 1801 Mons. Becchetti dovette fare appello alle varie istituzioni e comunità cittadine e alla pubblica carità.
Un altro mortale colpo lo ha subito nel 1860 con la soppressione dei beni ecclesiastici e con la svalutazione della moneta, causata dalla guerra mondiale, fino a che alla metà del 1900 per mancanza di vocazioni il Seminario è stato chiuso.
Attualmente l’edificio è sede dell’Istituto Professionale per il Commercio.
Archivio e Biblioteca
Il Seminario era dotato di una ricca biblioteca, accresciuta da quasi tutti i Vescovi con larghe donazioni e attualmente custodisce la biblioteca storica diocesana.
Vi sono custoditi anche il fondo proveniente dal Capitolo della cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio e la biblioteca del palazzo vescovile di Città della Pieve nonché l’archivio musicale del Duomo.
Particolare interesse rivestono, tra i volumi dell’intera biblioteca, gli incunaboli e le cinquecentine.
Adiacente alla Biblioteca si trova la chiesa di San Luigi finemente decorata e affrescata che viene utilizzata quale sede per conferenze e incontri promossi per la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale custodito nella biblioteca e nell’archivio.
Oratorio di San Luigi Gonzaga
La chiesetta del seminario fu edificata dopo il 1593 insieme al seminario.
La chiesa era dedicata a San Giovanni Battista e veniva aperta al pubblico due volte all’anno: per la festa di San Luigi Gonzaga e di San Giovanni Battista.
Altri restauri furono eseguiti nel XIX sec. da mons. Becchetti e poi da mons. Tacci nel 1897 come ricorda una lapide sull’arco di ingresso.
Nel 1913 mons. Angelucci commissionò altri restauri ancora al prof. Santini di Firenze
Aspetto
L’edificio ha una piacevole facciata tardo-settecentesca realizzata da Andrea Vici e presenta un doppio ordine di lesene rastremate e separate da cornicione modanato aggettante.
La parte sommitale ha timpano largo quanto le lesene interne e con i vertici sottolineati da pinnacoli in mattoni sopra i quali si innestano tre croci.
Il portale ha una lunetta ad arco con iscrizione in chiave.
Nell’ordine superiore vi è una finestra rettangolare con cimasa curva e due nicchie tra le lesene.
In adiacenza sulla destra si trova l’imponente edificio dell’ex seminario.
Interno
Ha pianta rettangolare a navata unica con pareti decorate a tempera.
Il presbiterio è rialzato di un gradino e l’altare è affiancato da due porte sulla parete di fondo che consentono l’accesso in sacrestia.
L’altare è realizzato in pietra serena, con base, mensa e due semicolonne che incorniciano un quadro raffigurante la Vergine con il Bambino.
Lungo le pareti vi sono archi con leggero bassofondo per quattro campate scandite da lesene su due livelli; una trabeazione corre per tutto il vano e sostiene una volta a botte lunettata.
L’oratorio era un tempo la cappella del seminario di Città della Pieve.
Fonti documentative
Mons. Fiorenzo Canuti – Nella Patria del Perugino – 1926
V. Bittarello – Guida di Città della Pieve città d’arte – 1994
F. Dufour V. Bittarello – Città della Pieve Città d’arte – 2007
http://www.umbriacultura.it/SebinaOpac/resource/SAM9157445
https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-69-perugia/1080-oratorio-di-san-luigi/notizie-storiche#tab