Ex Oratorio di Sant’Antonio – Spello (PG)

L’edificio sorge in via Giulia e fa angolo con il vicolo omonimo.

 

Cenni Storici

Fu il primitivo oratorio della Confraternita della Morte, aggregata alla Confraternita omonima di Roma; nel 1571 il Visitatore Apostolico annotava che nella chiesa si tenevano le Quarantore e i Confratelli curavano la sepoltura dei morti e si dedicavano ad altre opere pie.
Dopo che la stessa Confraternita avviò la costruzione del vicino e nuovo oratorio (Imbocco di via Giulia) dove poi si trasferì, ospitò dal 1630 la Società dei Mulattieri, come ricorda l’iscrizione sopra la porta d’ingresso:
Divo Antonio Abatti societas Mulionum Hispelli patrono suo fecit Anno Domini MDCXXX.
La stessa Società che aveva preso possesso dei locali provvide anche alla costruzione di un camino interno dove sulla pietra frontale fece incidere la data 1630 che corrisponde al loro insediamento.
Con le soppressioni ecclesiastiche nel XIX secolo passò in mani private e ad oggi è stato utilizzato come laboratorio artistico prima dal pittore Orlando Tisato e successivamente dall’artista Nico Martelli, ora è inutilizzato e chiuso al pubblico.
 

Aspetto esterno

L’edificio sorge in via Giulia attaccato al fronte delle case che si affacciano nella stessa via per cui occorre fare attenzione per notarlo altrimenti facilmente si confonde con l’abitato stesso.
In facciata presenta un portale ad arco con lunetta vetrata e in ferro battuto, sovrastato da una nicchia dove è presente un affresco con un Crocifisso.
Tra la nicchia ed il portale c’è la scritta dipinta che ricorda l’utilizzo dei locali da parte della Società dei Mulattieri nell’anno 1630.
La parete sinistra dell’Oratorio si affaccia sul vicolo omonimo adiacente con due finestre che garantiscono l’illuminazione della navata.
 

Interno

L’interno, a pianta rettangolare, conserva parte del la decorazione originaria in due nicchie che ne ospitavano gli altari.
Sulla parete di fondo è ritratto un Sant’Antonio Abate in trono affiancato dai Santi Lorenzo e Sebastiano in piedi mentre nella parete di sinistra è ritratta una Madonna in trono col Bambino in grembo e i Santi Giovanni Battista e Francesco in piedi.
I due affreschi sono opera di due differenti pittori accomunati dalla medesima cultura, che imita la fase finale del Raffaello romano e degli allievi che ne divulgarono la maniera.
Il sant’Antonio sopra l’altare principale fu dipinto dallo stesso pittore della volta, da chi riconosciuto nel Giovanni da Spoleto autore con Vincenzo Tamagni della tribuna absidale di Santa Maria ad Arrone, da chi nel cortonese Tommaso Bernabei detto il Papacello.
In favore di quest’ultimo depone la presenza documentata del Papacello a Spello, quando nel 1532 eseguì per Tommaso Porro il cartone di una vetrata destinata alla chiesa di San Lorenzo.
L’autore della Madonna nell’altare laterale si distingue dall’altro pittore della cappella Eroli – Jacopo Santori detto Jacopo Siculo – per la vivacità dello sguardo del bambino e per la carnagione della madre, che invitano a cercarne l’autore in un pittore ancora da individuare.
 

Fonti documentative

Venanzo Peppoloni Corrado Fratini – Guida di Spello – 1978
Sabina Guiducci – Guida Turistica di Spello Itinerari tra Storia Arte Natura – 2009
Elvio Lunghi Corrado Fratini – Pietro Perugino e il Rinascimento a Spello – 2023
 

Mappa

Link alle coordinate: 42.993051 12.671787

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