Eremo Madonna di Saiano – Torriana (RN)

Cenni Storici

Il santuario/eremo sorge su di uno sperone di roccia (260 m) sul margine sinistro del fiume Marecchia, in posizione strategica fra Montebello, Pietracuta, Verucchio e San Marino. Il suo nome ci riporta agli antichi romani che lo chiamavano “Saxum Jani- Sasso di Giano” e probabilmente doveva esserci un tempio pagano a lui dedicato. Saiano anticamente apparteneva al territorio e Parrocchia di Pietracuta, Diocesi del Montefeltro. Poi passò alla Parrocchia di S.Pietro di Montebello. Il suo nome compare frequentemente fra le liste dei Castelli che passavano dall’uno all’altro signore. La presenza del castello di Saiano è accertata in un documento del 1186. Il Clementini nel III volume della storia riminese, dice che nel 1370 lo possedeva Galeotto Malatesta, il quale vi teneva un castello con 6 paghe uguali di 15 fiorini al mese e conteneva 10 focolari, con la torre cilindrica luogo strategico di avvistamento e di segnalazione, visto che la torre permette una triangolazione visiva tra Verucchio-Saiano-Montebello-San Leo. Ma la parte più importante del complesso è la Chiesa, meta di pellegrinaggi e luogo di preghiera sembra sin dal 1300. Nel 1356 si parla di un luogo sacro in cui si custodisce, venera e festeggia ogni anno la Madonna detta di Saiano. Un documento di un Vescovo verso il 1570 evidenzia che “Saiano vanta non un’antica ma antichissima tradizione mariana!”. All’interno della Chiesa, dedicata alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, si trova una statua della Madonna in gesso (XVI sec) posta nell’altare maggiore con il bimbo seduto sulle sue ginocchia, in atto quasi di volersi separare dalla madre per venire da noi suoi fratelli. La tradizione racconta che quando la Madonna fu trasferita nella chiesetta di Montebello, miracolosamente più volte al mattino fu ritrovata a Saiano. Nelle cappelle laterali due affreschi della fine del 1500 (a destra la Madonna col bambino e a sinistra Sant’Antonio abate). C’erano nel santuario due lapidi: una ricordava la grazia ricevuta dopo la siccità del 1893, l’altra ricorda i restauri fatti nel 1926 e si trova nel pavimento prima del portone d’ingresso. Per un certo tempo il santuario è stato abbandonato e quasi distrutta la statua (sembra nella notte di Pasqua del 1967). Nel 1973, dopo l’avvenuto restauro, è stata posta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa di Montebello. Infine dopo lunghi anni di lavoro di ripristino, il 15 Agosto 1996, il Santuario di Saiano veniva inaugurato da S.E. Mons.Mariano De Nicolò Vescovo di Rimini. Il Santuario è particolarmente caro alla gente della Valmarecchia e ricordato per tante grazie ricevute, in particolare quelle legate alla siccità e alla maternità.

La torre di Saiano, presenta diverse analogie sia strutturali che architettoniche con altre due torri presenti nella Val Marecchia e precisamente quella sita a Maciano, in comune di Pennabilli e quella di Cicognaia in frazione di Bascio. Insieme alla Chiesa e alla canonica forma il cosiddetto complesso di Saiano, luogo quanto mai suggestivo per il suo valore storico, il suo significato religioso e l’indiscutibile bellezza paesaggistica. La datazione della torre non è di facile ricostruzione. Le varie ipotesi fatte sulla datazione hanno oscillato dal VII al XIV sec. Il Tonini, sostiene che “la torre di Saiano, come struttura muraria, è diversa dalle altre torri cilindriche della zona. Essa infatti è costruita internamente in blocchi ben modellati di arenaria, e ciò fa pensare ad una datazione senz’altro anteriore alla metà del 1300”. Il Galassi, la considera un’antica torre campanaria, collegata all’esistenza di una chiesa, già presente tra le proprietà che la Chiesa aveva nel Montefeltro intorno al IX secolo. E in particolare parlando delle torri campanarie delle chiese del X e XI sec. lo storico aggiunge: “Una singolare applicazione del modello cilindrico in una torre fabbricata, non con mattoni, ma con pietre di montagna, si trova nell’Alta valle del Marecchia, presso la chiesetta di Saiano. E’ notevole il modo con il quale vi si disposero le pietre, quasi ad anelli sovrapposti, intercalando ogni tanto qualche più largo fascione. Forse la torre di Saiano segna la via di dilatazione del modello cilindrico Ravennate, oltre il Montefeltro per le Marche vicine.” Anche F.V.Lombardi nello studio “Il Montefeltro nell’Alto medievo5” sostiene una datazione oscillante tra il IX e X secolo.

Il problema della datazione resta tuttora incerto ma quanto mai interessante. Meriterebbe un ulteriore approfondimento lo studio di un prezioso rinvenimento:
“una pietra, sembrerebbe di arenaria, che nei primi anni del ‘900 cadde dalla torre e pare fosse della stessa fattura di quella rinvenuta murata nell’altare della Chiesa, un esempio di arte barbarica, risalente al VII e VIII secolo.
La lastra, trafugata, riproduceva un’aquila con sottostante croce greca, e, a salire altre due di dimensioni minori.”
La torre, dopo aver esaurito la sua funzione di punto di avvistamento e di guardia, è stata adibita per lungo tempo, sino alla seconda metà del 1900, ad abitazione. Alcuni testimoni, tuttora viventi ricordano il dimorare del parroco di Montebello nella torre, per alcuni periodi dell’anno.

Internamente la torre è suddivisa in tre piani. Il primo era utilizzato come cucina: è ancora ben visibile il camino la cui canna fumaria corre per tutta la lunghezza della torre in un intercapedine del muro e uno scolo di scarico per l’acqua, vicino alla porta d’ingresso. “Il secondo livello era stato suddiviso ed utilizzato come camera da letto e, riducendo lo spessore della muratura, dotato di un piccolo armadio a muro. Tuttora non vi è collegamento con il terzo livello”7 al quale si può accedere solo con una scala a pioli attraverso una porticina. Grazie ai contributi della provincia di Rimini, della Fondazione CARIM, del Comune di Torriana e alla generosità di privati la Torre è ormai quasi completamente ristrutturata.

1 cfr. M.GARDINI, D.ROSSI, La Torre e la Chiesa di Saiano in Valmarecchia, Ed.amir, Rimini 1998 p. 21
2 L.TONINI, Storia civile e sacra riminese, Rimini 1888, vol. V pag. 300 cit. in M.GARDINI, D.ROSSI , op.cit. p. 32
3 Cfr. M.GARDINI, D.ROSSI, op. cit. pag. 32
4 G.GALASSI, L’architettura protoromantica nell’Esarcato, Arti Grafiche, Ravenna 1928, pag. 26 cit. in M.GARDINI, D.ROSSI, op. cit. pag. 35
5 In “Studi montefeltriani” (1973) cit. in M.GARDINI, D.ROSSI, op. cit. pag. 35
6 M.GARDINI, D.ROSSI, op. cit. pag. 36
7 Ibid., pag. 48

Per approfondimenti maggiori: www.madonnadisaiano.it

 

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