Eremo di Sant’Onofrio – Spello (PG)
Cenni Storici
Posto sulle pendici orientali del Monte Subasio, inizialmente eremo benedettino, divenne in seguito proprietà del Capitolo di San Lorenzo che, nel 1551, lo concesse, come riferiscono le Cronache degli Olorini, all’eremita “Fr. Nicola Spadaccini dell’isola d’Urbino” eremita e nel 1559 al frate Valentino Giocoso da Terni, che vi fondò il primitivo convento dei Cappuccini e ne divenne il Padre Guardiano nel 1561; nel 1591 si ricorda il Padre Guardiano P.F. Lattantio da Terni Cappuccino ricordato per la sua gran bontà.
Secondo il Donnola erano presenti quindici persone tra sacerdoti e laici e sebbene le stanze fossero piccole e d’estate soffrissero il caldo, vi soggiornavano bene sia “per l’aria bona“, che per il “buon pane, vino et olio” e vi rimasero fino al 1622.
Ricevuti in dono dalla famiglia Venanzi la chiesa e l’orto di San Severino in contrada Castello, i frati iniziarono la costruzione del nuovo convento in città, ma per le difficoltà economiche chiesero al vescovo di Spoleto l’autorizzazione “di vendere Sant’Onofrio e demolire la chiesa per recuperare il materiale“.
Dopo la demolizione dell’edificio, l’orto fu venduto a don Alessandro Bocci, il quale donò l’eremo alla Collegiata di San Lorenzo.
Dalla visita pastorale del 1773 si apprende che l’eremo, supra Torrentem Clonam Fulginiam versus, presentava solo un altare, sormontato da una tavola in cui vi erano raffigurati la Beata Vergine, Sant’Onofrio e San Francesco d’Assisi, e due candelabri; questo dipinto che poi è risultata una tela ad olio è stata ritrovata da Mariano Guardabassi ai primi del 1900 nella sacrestia della chiesa di San Severino e l’attribuì a Durante dal Borgo.
L’orto, secondo Fausto Gentile Donnola fu ottenuto estraendo le “pietre vive” da una cava dietro l’eremo, grazie alla collaborazione di Spellani e Folignati attirati dalla devozione del Santo.
Attualmente presenta le caratteristiche di una casa colonica, e dagli anni Settanta è stato concesso gratuitamente dal proprietario ai Piccoli Fratelli del Vangelo di Carlo Carretto, che lo hanno ribattezzato “Eremo del Getsemani“.
Aspetto attuale
Un muro di contenimento e una recinzione cingono l’orto del convento a valle; sul lato nord-orientale si apre l’ingresso originario che immette nella contigua selva di Sant’Onofrio.
Il lato a monte è costituito da una balza rocciosa di pietra calcarea, alla cui base si aprono piccole grotte, alcune con banchine ai lati.
In una di queste, quella detta di padre Paolo da Terni, è stato eretto un piccolo altare sormontato da un crocefisso.
Bibliografia
Guida Turistica di Spello Itinerari fra Stroria Arte e Natura testi di Sabina Guiducci.