Eremo di Sant’Erasmo – Roccagorga (LT)

L’Eremo è situato tra lecci e rocce e la vista spazia sul Tirreno tra il Circeo e Terracina e sulla valle di Priverno.

 

Cenni descrittivi

Roccagorga (alt. 289; ab 4032) è un borgo dei monti Lepini in provincia di Latina; sorge su uno sprone del monte Nero dominante il fondovalle percorso dal fosso Le Mole.
Fondato da Gorga matrona della città romana di Privernum, è citata nel Cronicon Fossae Novae nell’anno 1125.
Appartenne ai Conti di Ceccano (sec. XIII), ai De Cabanis (1384), ai Caetani (XV), ai Ginnetti (1642) e agli Orsini di Gravina (1772).
Da qui si possono fare escursioni al monte Nero, al monte della Difesa (m 923) e soprattutto all’eremo di S. Erasmo.
Erasmo fu vescovo di Formia, ma prima secondo la leggenda era stato vescovo di Antiochia di Siria.
E’ invocato contro le epidemie e i dolori addominali (perché secondo la tradizione nel martirio sarebbe stato eviscerato da un argano) ed è il protettore dei marinai, che ne hanno corrotto il nome in S. Elmo.
L’angelo del Signore, per sottrarlo alla persecuzione, lo aveva condotto nell’Illirico dove convertì alla fede numerosi fedeli; scoperto dalla polizia imperiale e sottoposto a nuovi tormenti, l’angelo lo ricondusse a Formia dove fu martirizzato forse durante l’ultima e più dura persecuzione di Diocleziano (anno 303).
Fin dal tempo di S. Gregorio Magno (m.604) in quella città esisteva un monastero intitolato al martire.
Lo stesso pontefice ne avrebbe fondato uno a Roma sul Celio in suo onore.
La sua memoria liturgica si celebra il 2 giugno, giorno del suo martirio.
S. Erasmo è uno dei Santi Ausiliatori, gruppo di 14 santi, venerati dal Medio Evo in Europa, soprattutto in Germania, Austria, Svizzera e Italia, alla cui intercessione il popolo cristiano suole far ricorso in momenti difficili; essi sono, oltre a Erasmo, Acacio, Egidio, Barbara, Biagio, Cristoforo, Ciriaco, Dionigi, Eustachio, Giorgio, Caterina, Margherita (Marina), Pantaleone e Vito.
S. Erasmo è il patrono, tra i comuni del Lazio, di Formia, Gaeta, Bassiano, Porciano (frazione di Ferentino sul lago di Canterno) e di Roccagorga.
Sulla bella piazza settecentesca di quest’ultima si confrontano la chiesa parrocchiale, che sorge in posizione rialzata, e il Palazzo Baronale: sembra di vedere il potere temporale e il potere ecclesiastico fronteggiarsi al centro del paese.
Costruita nel ‘500 sul luogo dell’antica chiesa di S. Maria (l’attuale sagrestia), la parrocchiale fu ristrutturata fra il 1671 e il 1700, come indica una lapide sulla porta di ingresso della sagrestia (dice che la chiesa fu costruita verso la fine del ‘600 per volontà e a spese di Gian Paolo Ginnetti, nipote del più famoso cardinale Marzio); subì gravi danni con il terremoto del 1753 e crollò definitivamente il 23 dicembre 1769.
Nel 1775 fu ricostruita nelle attuali forme barocche e a tre navate su progetto dell’architetto senese Paolo Posi (1708-1776) e dal 23 ottobre 1807 è intitolata ai Santi Erasmo e Leonardo.
Vi si conserva il busto d’argento del santo patrono, le cui traversie hanno incrementato la devozione popolare; la chiesa infatti subì nel 1798 il saccheggio da parte dei soldati francesi, che requisirono tutti gli ori e gli argenti, risparmiando il busto di S. Erasmo solo perché riscattato dalle devote donne del paese con una questua generosa e straordinaria.
Durante l’ultima guerra mondiale poi alcuni cittadini di Roccagorga si preoccuparono di nascondere il busto d’argento di S. Erasmo nell’eremo a lui dedicato sotto il monte Pizzone, una cima della catena dei Lepini, per preservarlo dal saccheggio dei soldati tedeschi.
Nella sagrestia dell’eremo una lapide ricorda questo fatto, che è pure celebrato ogni anno, il 28 maggio, con un pellegrinaggio a piedi o con ogni altro mezzo, che si snoda lungo i 6 chilometri che separano il centro di Roccagorga dall’eremo stesso.
Dalla parte alta di Roccagorga parte infatti una strada stretta e asfaltata che prima giunge alla fonte dell’Arco (m 360), poi prosegue inoltrandosi nel bosco fino all’eremo, nascosto nelle pieghe della montagna ma aperto sul tratto di mar Tirreno compreso tra il promontorio del Circeo e Terracina.
Nei pressi sgorga una sorgente di acqua purissima, che la tradizione attribuisce a un miracolo di S. Erasmo; essa, convogliata grazie a quattro condotti, raggiunge il paese davanti alla chiesa del patrono e in passato da una grande tazza refluiva a cascata nel sottostante bacino, che tracimava dall’invaso: era la Refolta, che dà il nome alla piazza principale.
Nel 1889, su progetto dell’arch. Busiri Vici (Roccagorga in passato fu feudo anche dei Doria Pamphily), l’ellisse muraria dell’invaso sottostante venne aperta per consentire la fruizione della fonte da parte della popolazione.
 

Eremo di Sant’Erasmo

L’eremo di S. Erasmo a Roccagorga è situato a 7 km dal paese con una strada stretta e molto ripida, sotto il monte Pizzone-Erdigheta e a 850 metri di quota (il paese è a 290).
Ci vuole un po’ per arrivarci ma ne vale la pena perché il posto è stupendo, tra lecci e rocce, affacciato sul Tirreno tra il Circeo e Terracina e sulla valle di Priverno.
E’ tutto da vedere: la chiesetta con l’affresco del patrono di Roccagorga, il boschetto intorno, la mulattiera che alla sua destra parte per il monte, la fontana che sgorga ai suoi piedi e dopo un’oretta siamo scesi al paese non facendo mancare un’occhiata alla piazza.
L’eremo di S. Erasmo è una piccola chiesa del XII secolo dedicata al patrono di Roccagorga, alle pendici del m. Pizzone a circa 850 metri sul mare.
E’ uno dei più importanti luoghi di culto del territorio dove, prima il 28 maggio poi, per motivi logistici, l’ultima domenica di maggio, i fedeli portano in solenne processione il busto argenteo del santo, vi celebrano la messa e pranzano all’aperto con i prodotti tipici del luogo (zuppa di pane e fagioli, capra in umido), dando inizio alle altre celebrazioni patronali.
La tradizione richiama ogni anno tante persone da tutto il territorio pontino, specie i rocchigiani che hanno lasciato il paese natio per motivi di lavoro o di vita, ed è iniziata nel 1944 quando la popolazione riportò in paese il prezioso busto che era stato nascosto sotto il pavimento dell’eremo affinché non venisse rubato durante l’occupazione nazista.
Oggi nel luogo della sepoltura vi è una targa commemorativa che ricorda tutta la devozione dei rocchigiani per il santo.
L’eremo, medievale (XI-XII sec.), è a nord est dell’abitato, a 850 metri di quota; è un complesso formato dal Santuario di S. Erasmo e dall’ex monastero, nel quale sono state ricavate delle stanze e una locanda (Rifugio dei Santi e Briganti, tel. 3337894653, restaurato nel 2000 per iniziativa del Comune di Roccagorga e su finanziamento della Comunità Europea).
Accanto all’edificio attuale, che è moderno,vi sono i ruderi dell’eremo antico.
La piccola chiesetta a pianta rettangolare e navata unica ha un piccolo presbiterio con balaustra in ferro battuto.
Sull’altare un affresco che raffigura S. Erasmo in abiti vescovili; c’è anche una statua e numerosi ex voto.
Il primo documento che ne parla è l’atto di donazione dell’abbazia carpinetana di S. Stefano di Valvisciolo (anno 1247), nel quale si fa obbligo ai padri Cistercensi “di mantenere S. Erasmo nel territorio del castello di Roccagorga“.
A questo luogo, immerso nella solitudine della montagna, provvedeva in passato (fino al 1770 circa) il Capitolo della chiesa di Roccagorga con l’ordinaria manutenzione; in seguito è subentrata la “Magnifica Comunità” locale che ha ben salvaguardato tutto il complesso del fabbricato fino alle soglie della prima guerra mondiale, rispettando soprattutto il modello della costruzione fatta in pietra locale.
Da secoli questo luogo sacro esercita un forte richiamo sulla popolazione di Roccagorga, che sale quassù in pellegrinaggio l’ultima domenica di maggio; giornata eccezionale per i rocchigiani, che partecipano in massa per celebrare la festa della montagna e per banchettare all’aria aperta, dando vita ad una festa popolare proprio intorno al fontanile presso l’Eremo.
La festa patronale cittadina di S. Erasmo è invece il 2 giugno, quando la S. Messa del giorno è seguita dalla processione per le vie del paese con il busto d’argento del santo. Dalla piazza di Roccagorga alla Fonte dell’Arco la via, a senso unico perché stretta, è lunga 2,5 km; da qui al piccolo parcheggio 1,2 km; da qui all’inizio della Via Crucis in ferro (che termina all’eremo) 1,9 km; da qui all’Eremo 0,6 km; totale dalla piazza all’eremo: 6,2 km.
Un’altra strada lascia la provinciale più in basso, passa per il cimitero del paese, evitando il centro abitato attraversa la campagna (via Asprano) e giunge alla fonte dell’Arco, dove si ricollega a via S. Erasmo.
Il sentiero che consente di raggiungere l’Eremo è oggi il primo tratto di un più lungo e suggestivo percorso in grado di unire Roccagorga alla cima del monte Semprevisa, il più alto dei Lepini (m 1536), attraverso il monte Pizzone (m 1313), l’Erdigheta (m 1336), l’abisso Consolini e il monte La Croce (m 1429); il dislivello è di circa 1250 metri; il tempo necessario circa 3 ore.
 

Fonti documentative

www.comuneroccagorga.it
Roccagorga – in: Guida turistica Lepini, 2007.
 

Nota

Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Francesco Fioramonti; la visita è stata effettuata venerdì 10 ottobre 2014.
 

Mappa

Link alle coordinate: 41.544937 13.122644

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