Eremo di Sant’Angelo in Asprano – Caprile di Roccasecca (FR)

Meraviglioso eremo rupestre sovrastato da un’imponente falesia sulla cui sommità si elevano gli imponenti ruderi del castello dei Conti d’Aquino.

 

Cenni descrittivi e storici

In Ciociaria (la provincia di Frosinone), a metà della strada pedemontana tra la frazione Castello di Roccasecca e Castrocielo, si incontra un’altra minuscola frazione del comune di Roccasecca: Caprile (m 216).
Il vecchio borgo, costruito a mezza costa del monte Asprano e affacciato sulla Valle del Liri, nel tardo Medioevo fu quasi completamente abbandonato e ricostruito più in basso, in zona pedemontana.
Il suo fulcro artistico è la parrocchiale di S. Maria delle Grazie, nata alla fine del Trecento forse sui resti di un tempio romano.
Oggi ha una facciata “mista” (romanico-barocca), una sola navata interna, alcuni dipinti (di cui uno del 1586) e affreschi della fine del Quattrocento recuperati dalla vicina chiesa rupestre di S. Angelo in Asprano.
A Caprile di Roccasecca si possono fare due cose: o l’arrampicata sportiva sulla splendida falesia a quota 350 m con esposizione sud-ovest sul costone del Monte Asprano, una parete denominata “Braciere dei poveri” che, grazie a un buon calcare lavorato grigio e rosso e a un’inclinazione mai oltre la verticale, è particolarmente adatta alla pratica invernale e ai corsi CAI.
Oppure, la seconda possibilità, si può salire a piedi verso il secondo insediamento rupestre del territorio di Roccasecca, l’eremo di S. Angelo in Asprano.
E’ un percorso non lungo ma ripido, sospeso tra il verde della vallata e il bianco delle rocce del monte.
Il luogo è molto suggestivo, perché domina l’intera valle e regala splendidi scorci.
Il cammino inizia risalendo le scalette del borgo medievale di Caprile, oltrepassa un arco e giunge ben presto davanti alla chiesa di S. Maria delle Grazie, del XIII secolo; un tempio che in passato deve essere stato meta di pellegrinaggi, come si deduce dalla grande figura di San Cristoforo (protettore dei viandanti e dei pellegrini, appunto) affrescata sulla facciata.
Salendo sempre sui gradini di pietra di via Castelvecchio fino alla fine del gruppo di case antiche, si arriva a iniziare un sentiero sul fianco del monte Asprano; il percorso è ben tracciato attraverso terrazze coltivate ad alberi d’ulivo, agavi, fichi d’india e a particolari piante subtropicali, in un paesaggio naturale che si differenzia molto da quello circostante e che ricorda molto quello siciliano.
L’eremo con la sua chiesa rupestre (grotta di S. Michele Arcangelo), risalente al X secolo, sta proprio incastrato nella falesia a circa 350 metri di quota, riparato sotto la rupe della montagna dominata dagli imponenti ruderi del castello dei Conti d’Aquino.
Piccolo ma molto interessante, localmente chiamato chiesa di San Michele, si suppone che la sua caverna inizialmente sia stata il rifugio di qualche eremita; intorno all’anno Mille già era stata realizzata la piccola chiesa, nella quale furono sepolti, fin dall’inizio e fino alla metà dell’Ottocento, i morti per malattie infettive durante le epidemie.
La prima notizia certa su di esso, riportata nel “Chronicon Casinense” di Leone Ostiense, risale al dicembre del 988, quando il giudice di Aquino Grimoaldo lo donò all’abbazia di Montecassino.
L’eremo di S. Angelo in Asprano, come l’altro roccaseccano della Trinità o dello Spirito Santo, è uno dei più antichi della zona.
E’ in una posizione molto “selvaggia“, sotto un roccione alto sulla pianura; offre splendidi scorci e davanti ha una magnifica terrazza affacciata sulla valle ciociara e sui monti Aurunci che la chiudono sullo sfondo.
Ben presto sia questo eremo di San Michele sia quello dello Spirito Santo alle gole del Melfa, che sta dalla parte opposta di Roccasecca, saranno inseriti nella lista dei Siti Sacri Mondiali in via di determinazione da parte della Foundation for Gaia e dell’ONU.
 

Aspetto

E’ diviso in due ambienti: c’è un ampio incavo sotto la parete rocciosa che funge da copertura per un ambiente probabilmente adibito in origine a romitorio di una comunità di monaci Benedettini, e da una chiesina con piccola abside, arricchita da affreschi di scuola bizantina e benedettina dell’XI-XII secolo.
 

Interno

La chiesina presenta la nicchia frontale dell’abside con l’affresco di un’Ascensione, con Cristo che benedice al di sopra degli angeli e della Madonna, circondato dagli apostoli; sulla destra sono raffigurati sei apostoli con il braccio alzato e l’indice teso verso il Cristo; sulla sinistra un Cristo benedicente racchiuso in una mandorla che si sovrappone a un precedente affresco di epoca longobarda.
A sinistra dell’entrata c’è un San Michele Arcangelo e la Vergine; sulla facciata un grande affresco di S. Cristoforo (segno che anche questo luogo era meta di antichi pellegrinaggi).
Altro affresco, oggi però conservato nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Caprile, è una Crocifissione del X secolo dov’è raffigurato Cristo rivestito di una tunica lunga fino ai piedi e Longino che in mano ha una fune anziché la lancia e ai piedi le “cioce“, le tipiche calzature in cuoio (di cavallo o d’asino) da cui prende il nome la Ciociaria.
 

Nota

Il testo è di Stanislao Fioramonti le foto sono di Patrizia Magistri; la visita all’eremo è stata effettuata il 17 marzo 2019.
 

Fonti documentative

Dario Ascolano – Storia di Roccasecca – edito dall’Amministrazione Comunale, 1988;
Roccasecca è CulTurismo – opuscolo turistico del Comune di Roccasecca, giugno 2017.
 

Mappa

Link alle coordinate: 41.546423 13.673798

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